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Per celebrare il padre della lingua italiana è stata scelta la data del 25 marzo.
Tra le possibilità c’era anche il 13/14 settembre, giorno della morte del poeta, avvenuta nel 1321, di cui l’anno prossimo ricorrerà il settecentesimo anniversario.
La preferenza è caduta però sul 25 marzo per favorire le scuole, tra i principali soggetti coinvolti nell’organizzazione della festa. Studenti e docenti potranno così partecipare a eventi, letture, spettacoli e proporre progetti e iniziative personali per festeggiare Dante Alighieri nel giorno in cui si fa cominciare il suo viaggio nell’aldilà.
Lo scorso luglio, Michele Nitti, deputato del Movimento 5 Stelle in commissione Cultura, aveva presentato in Parlamento una mozione per istituire una giornata di celebrazioni per il Sommo Poeta. Necessità resa ancora più urgente dall’avvicinarsi del 2021, quando saranno trascorsi 700 anni dalla morte di Dante. Oggi che il Dantedì diventa realtà, Nitti commenta così:
“A partire da quest’anno, ogni 25 marzo sarà un’occasione unica, perché condivisa e partecipata su tutto il territorio nazionale, per riflettere sull’identità culturale del Paese partendo dalla grande opera letteraria di Dante e ricordando il suo enorme ruolo nella definizione della lingua italiana“.
L’obiettivo quindi è quello di coinvolgere istituzioni, scuole, biblioteche, teatri, fondazioni culturali per richiamare l’attenzione sull’autore della Divina Commedia, uno dei simboli più rappresentativi della nostra cultura, riconosciuto non solo in Italia ma anche all’estero. Un’occasione per mettere al centro, oltre a Dante e alla sua opera, tutta la cultura italiana perché, come ha detto il ministro Dario Franceschini:
“Dante ricorda molte cose che ci tengono insieme: Dante è l’unità del Paese, Dante è la lingua italiana, Dante è l’idea stessa di Italia“.
E allora non ci resta che dire: “Viva la cultura e buon Dantedì a tutti!”
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