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Cos’è la disgrafia? Scrivere è un’operazione che compiamo quotidianamente e che ci sembra del tutto naturale. Imparare a farlo è una delle grandi conquiste di quando siamo bambini e una scrittura fluida e ordinata è motivo di orgoglio. Se dopo i primi anni di scolarizzazione, quando il processo di apprendimento delle lettere alfabetiche dovrebbe essere completato, l’operazione dello scrivere risulta ancora lenta e faticosa, è bene accertarsi che non si tratti di disgrafia.
Cos’è la disgrafia? La disgrafia è una tipologia di Disturbo Specifico dell’Apprendimento che riguarda la scrittura manuale nel suo aspetto motorio-esecutivo. I disgrafici scrivono in modo frammentato e disorganizzato, talvolta illeggibile anche per lo scrivente stesso. Non si tratta quindi di una questione di semplice calligrafia e bellezza estetica, ma di un problema che impedisce ai bambini e ai ragazzi disgrafici di esprimersi in forma scritta, con tutte le relative conseguenze sulla vita scolastica e non.
La gestione dello spazio è disordinata. Le parole sono talvolta eccessivamente distanziate, in altri casi ammassate in un punto del foglio, non seguono le righe e non rispettano i margini. Le lettere sono di grandezza diversa o scritte in modo incomprensibile.
Il tratto è a volte troppo calcato, altre troppo leggero, quasi impercettibile. Questa disomogeneità è dovuta anche a una scorretta postura e impugnatura della penna.
A questo può aggiungersi un dolore al braccio percepito mentre si scrive.
Cos’è la disgrafia e cosa fare per aiutare ragazzi e ragazze disgrafici ad acquisire l’abilità della scrittura? Si possono effettuare esercizi di potenziamento di vario genere. Si può lavorare per esempio sull’orientamento spaziale e sulla coordinazione motoria, per rendere l’atto dello scrivere più organizzato e fluente.
Una volta ricevuta la diagnosi di disgrafia, è utile compilare attentamente il Piano Didattico Personalizzato (PDP), indicando le strategie e gli strumenti compensativi che si intendono adottare per favorire l’apprendimento.
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