Obbligazioni: clausole ed opzioni

Approfondimento sulle obbligazioni. Impara tutto sulle clausole ed opzioni. 

Appunti

Approfondimento sulle obbligazioni.

Impara tutto sulle clausole ed opzioni. Impara cosa sono cap e floor; le opzioni Call Put e le CACs

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Cap e Floor

Cap e Floor rappresentano rispettivamente un valore definito massimo e minimo al valore finale della cedola, compresa in quel limite. In altri termini si pone un limite che può assumere la cedola stessa e, più in generale, del rendimento il più delle volte legato allo spread calcolato su un determinato interesse.
Tale limite o tetto massimo o minimo, inoltre, può essere anche posto con riferimento a tutte le cedole corrisposte nella vita del prestito, e si parlerà in tal caso di global cap/floor.

L’applicazione più concreta del global cap si può vedere in alcune emissioni obbligazionarie, in cui il raggiungimento del limite massimo delle cedole corrisposte nella vita del prestito determina una clausola ipotesi di rimborso anticipato delle obbligazioni.

In altri termini tali prodotti creano un legame tra il raggiungimento del tetto massimo o cap e il meccanismo che prevede un rimborso automatico del prestito. Come si è avuto modo di sottolineare, gli stessi cap e floor sono considerati come opzioni ed hanno pertanto natura derivativa.

Le opzioni Call e Put

Con opzione, secondo la definizione finanziaria più nota, si intende un contratto attraverso cui, a una certa data e a un certo prezzo predefiniti, un soggetto che può essere chiamato “concedente” si impegna a vendere o acquistare un bene specifico a o da un soggetto “beneficiario”, il quale di contro ha la facoltà di aderire o meno a detta offerta. In termini finanziari il bene oggetto della transazione è rappresentato da titoli (azioni, obbligazioni, titoli di Stato ecc.), valute, tassi di interesse, merci, certificati.

L’impegno contrattuale a vendere o acquistare grava unicamente sul concedente: il beneficiario ha infatti il diritto, ma non l’obbligo, di esercitare l’opzione, stabilendo quindi se portare a buon fine oppure no, la transazione.

Gli elementi basilari di cui si compone il contratto di opzione sono:

  • il prezzo del bene oggetto di transazione (chiamato “strike price”), che è predeterminato e fissato al momento della stipula del contratto;
  • la scadenza alla quale la transazione dovrà essere eseguita, anch’essa precedentemente predeterminata;
  • l’acquisizione, da parte del beneficiario, della facoltà di acquistare o vendere il bene oggetto della transazione con le caratteristiche elencate;
  • il pagamento del premio che conferisce la suddetta facoltà.

Confrontando il valore di mercato del bene al momento della scadenza dell’opzione e lo strike price, il beneficiario stabilisce se abbandonare l’opzione o esercitarla, ritirando la merce e pagando, oltre al prezzo pattuito, il premio.

Le opzioni si dividono in due grandi categorie:

  • Call Options: contratti in cui l’acquirente acquista il diritto, ma non l’obbligo, di acquistare un precisato bene a un prezzo particolare. Tale strumento punta al rialzo del sottostante (cioè all’aumento del valore del titolo), operazione chiamata “rialzista”;
  • Put Options: contratti in cui l’acquirente acquista, con il pagamento del premio, il diritto, ma non l’obbligo, di vendere un precisato bene a un prezzo determinato. La stessa Put è un’opzione che punta al ribasso del sottostante (cioè alla diminuzione del valore del titolo), operazione chiamata “ribassista”.

Sia che si punti al rialzo che al ribasso, lo scopo di chi investe è quello di guadagnare, bisogna saper comprendere le oscillazioni del mercato poiché il trading in opzioni rispetto alla norma non si focalizza sull’andamento del titolo in sé, ma sulla prospettiva del suo andamento sul mercato, pertanto se il titolo perde valore e si era puntato sulla sua effettiva perdita, il trader o l’investitore realizza un guadagno; se il titolo perde insieme ad un caso di un’operazione rialzista, il trader o l’investitore subisce una perdita.