Con opzione, secondo la definizione finanziaria più nota, si intende un contratto attraverso cui, a una certa data e a un certo prezzo predefiniti, un soggetto che può essere chiamato “concedente” si impegna a vendere o acquistare un bene specifico a o da un soggetto “beneficiario”, il quale di contro ha la facoltà di aderire o meno a detta offerta. In termini finanziari il bene oggetto della transazione è rappresentato da titoli (azioni, obbligazioni, titoli di Stato ecc.), valute, tassi di interesse, merci, certificati.
L’impegno contrattuale a vendere o acquistare grava unicamente sul concedente: il beneficiario ha infatti il diritto, ma non l’obbligo, di esercitare l’opzione, stabilendo quindi se portare a buon fine oppure no, la transazione.
Gli elementi basilari di cui si compone il contratto di opzione sono:
- il prezzo del bene oggetto di transazione (chiamato “strike price”), che è predeterminato e fissato al momento della stipula del contratto;
- la scadenza alla quale la transazione dovrà essere eseguita, anch’essa precedentemente predeterminata;
- l’acquisizione, da parte del beneficiario, della facoltà di acquistare o vendere il bene oggetto della transazione con le caratteristiche elencate;
- il pagamento del premio che conferisce la suddetta facoltà.
Confrontando il valore di mercato del bene al momento della scadenza dell’opzione e lo strike price, il beneficiario stabilisce se abbandonare l’opzione o esercitarla, ritirando la merce e pagando, oltre al prezzo pattuito, il premio.
Le opzioni si dividono in due grandi categorie:
- Call Options: contratti in cui l’acquirente acquista il diritto, ma non l’obbligo, di acquistare un precisato bene a un prezzo particolare. Tale strumento punta al rialzo del sottostante (cioè all’aumento del valore del titolo), operazione chiamata “rialzista”;
- Put Options: contratti in cui l’acquirente acquista, con il pagamento del premio, il diritto, ma non l’obbligo, di vendere un precisato bene a un prezzo determinato. La stessa Put è un’opzione che punta al ribasso del sottostante (cioè alla diminuzione del valore del titolo), operazione chiamata “ribassista”.
Sia che si punti al rialzo che al ribasso, lo scopo di chi investe è quello di guadagnare, bisogna saper comprendere le oscillazioni del mercato poiché il trading in opzioni rispetto alla norma non si focalizza sull’andamento del titolo in sé, ma sulla prospettiva del suo andamento sul mercato, pertanto se il titolo perde valore e si era puntato sulla sua effettiva perdita, il trader o l’investitore realizza un guadagno; se il titolo perde insieme ad un caso di un’operazione rialzista, il trader o l’investitore subisce una perdita.