I fondi comuni di investimento

I fondi comuni di investimento sono strumenti di investimento che appartengono alla famiglia degli OICR (Organismi di Investimento Collettivo del Risparmio).

Appunti

I fondi comuni di investimento sono strumenti di investimento che appartengono alla famiglia degli OICR (Organismi di Investimento Collettivo del Risparmio) e sono dei contenitori costituiti con i capitali versati da diversi investitori/risparmiatori, detentori di un numero di quote proporzionale al capitale versato.

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Definizione di Fondi Comuni

I fondi comuni di investimento sono strumenti di investimento che appartengono alla famiglia degli OICR (Organismi di Investimento Collettivo del Risparmio) e sono dei contenitori costituiti con i capitali versati da diversi investitori/risparmiatori, detentori di un numero di quote proporzionale al capitale versato.

I fondi comuni di investimento per svolgere la propria funzione di veicolo del risparmio vedono coinvolti 3 soggetti:

  • sottoscrittori: gli investitori che decidono di partecipare al fondo versando i loro capitali, sottoscrivendone quindi le quote che sono valorizzate da un NAV;
  • Società di Gestione del Risparmio (SGR);
  • Banca depositaria.

Il NAV

Il NAV, valore dell’attivo netto, è il valore del patrimonio di un fondo di investimento o di una SICAV.

Più comunemente viene definito come il rapporto tra la valorizzazione a mercato delle attività del portafoglio del fondo comune di investimento e il numero di quote sottoscritte.

Quindi è il prezzo di riferimento per valorizzare le quote possedute oppure per comprarne di nuove ed è il prezzo che viene usato ufficialmente in caso di richiesta di rimborso delle quote in portafoglio. 

Fondi aperti

I fondi comuni aperti sono fondi comuni di investimento sottoscrivibili e rimborsabili giornalmente in base al valore di mercato e quindi al NAV. I fondi aperti hanno obblighi di pubblicazione diffusi del NAV a livello nazionale e giornaliero.

Nell’UE secondo i dettami delle direttive comunitarie vengono regolamentati i fondi comuni aperti armonizzati, tra i più diffusi in Italia e preferiti come forma di tutela verso i risparmiatori, che sono limitati a strumenti finanziari quotati e devono rispettare precise regole sulla concentrazione del rischio per singolo emittente. In questo caso il NAV può essere determinato anche con cadenza settimanale.

Fondi chiusi

Nei fondi chiusi il numero di quote di partecipazione è fisso e, differentemente dai fondi aperti, il diritto di rimborso è legato a date predeterminate.

Essendo fondi a lungo termine e con quote di entrata mediamente più elevate si adattano meglio ad esigenze legate a fondi immobiliari, operazioni di venture capital per start up e o di private equity.

I fondi chiusi pubblicano il NAV con una frequenza settimanale o diversa perché inglobano attività di investimento strutturate o complesse che non fanno sempre riferimento a mercati regolamentati e quindi a quotazioni giornaliere rendicontabili (cfr. siti Consob e Banca d’Italia per Vigilanza e normative).

La Società di Gestione del Risparmio

La Società di Gestione del Risparmio è invece la società specializzata nella gestione dei risparmi a cui i sottoscrittori si affidano. Per legge il patrimonio dei fondi è distinto da quello della SGR che lo amministra ed è custodito da un soggetto distinto, la cosiddetta banca depositaria. È un istituto che ha l’incarico di custodire i titoli del fondo, conservare le disponibilità liquide e vigilare sulla legittimità delle operazioni eseguite dalla SGR. Quindi in caso di fallimento della SGR o della banca le quote del fondo rimangono al sicuro e di esclusiva proprietà dei risparmiatori/sottoscrittori: questi ultimi possono quindi decidere di spostare i capitali versati in un istituto sano oppure liquidare gli investimenti stessi.

Le SGR quindi sono società che agiscono tramite un meccanismo di “delega” e non acquisiscono mai la proprietà del capitale dei sottoscrittori o dei titoli acquistati con la loro gestione esattamente come la banca depositaria non acquisisce nessuna proprietà di quanto custodito.

Il valore delle quote di ogni fondo varia giornalmente o settimanalmente in base ai risultati derivanti dalle strategie messe in atto dai gestori e all’andamento dei mercati finanziari. Attraverso il valore della quota è possibile in ogni momento controllare lo stato degli investimenti. La corretta valorizzazione della quota è sempre controllata dalla Banca depositaria, assicurando un certo tipo di trasparenza ai risparmiatori.

Piano di accumulo del capitale

Un metodo di sottoscrizione chiamato PAC (piano di accumulo del capitale) permette l’acquisto di fondi comuni di investimento, tramite quindi l’acquisto programmato periodico (mensile, trimestrale ecc.).

I guadagni realizzati dai fondi non devono essere inseriti nella dichiarazione dei redditi (semplificazione fiscale) e vengono tassati direttamente i proventi quando si esce definitivamente dal fondo. Nel caso di utile la società di gestione trattiene il 26%, mentre nel caso di minusvalenza resta il vantaggio per il risparmiatore di poter detrarre quella minusvalenza da future plusvalenze realizzate su altri investimenti. Anche sulle quote di fondi comuni, così come per gli immobili, le azioni ed altri beni e valori, si pagano – quando dovute – le imposte di successione. La parte percentuale delle quote investita in titoli di stato viene esclusa dal calcolo, essendo esente al pari dei titoli di stato posseduti direttamente.