Sono obbligazioni caratterizzate da flusso cedolare iniziale fisso di importo elevato che, a partire da una certa data, si trasformano in titoli a remunerazione variabile, legata all’andamento dei tassi di interesse, ma con una procedura di parametrizzazione inversa: se si verifica un rialzo dei tassi le cedole diminuiscono e, viceversa, se i tassi si abbassano esse aumentano. Normalmente, coincide, o è comunque collegato, ad un tasso di mercato (ad es. il tasso Euribor).
Da questo momento, la cedola reale consiste nella differenza fra il tasso fisso proprio del titolo ed il tasso variabile che il sottoscrittore deve corrispondere all’emittente, ed è connessa all’andamento dei tassi di mercato.
Il fixed reverse floater beneficia del vincolo per il quale le cedole non possono essere negative e legate in maniera inversa ai tassi di interesse a breve; il titolo ha quindi sempre cedola minima pari a zero. In alcuni regolamenti di emissione è inclusa l’opzione floor, che prevede il fatto di riconoscere una cedola minima di importo superiore allo zero.
Le obbligazioni di questo tipo vengono rese interessanti per il mercato per via di un flusso cedolare fisso superiore ai tassi attuali di mercato. Questo ipotetico vantaggio, però, rappresenta il pagamento di un premio per un possibile rischio finanziario, assunto da parte del sottoscrittore.
La valutazione di un investimento deve essere fatta in base ai rendimenti offerti da un titolo lungo tutta la sua vita e durata residua, e non solo a quanto rende all’inizio dell’emissione nei primi anni. L’investitore retail deve essere particolarmente attento al fatto che l’indicizzazione inversa dei titoli reverse floater è collegata all’andamento dei tassi attesi dal mercato nel futuro. Le normali previsioni, invece, di una persona comune si riferiscono ai tassi attuali, non tanto a quelli attesi.
Quindi può capitare che si verifichi questa situazione: uno acquista un reverse floater, due giorni dopo i tassi interbancari scendono di un punto e il reverse floater diminuisce di prezzo. Questo accade perché i tassi futuri attesi dal mercato sono aumentati, anche con la presenza di una diminuzione dei tassi attuali, e quindi è ridotto il valore del flusso cedolare futuro indicizzato al contrario del reverse.
Tale rischio sul futuro andamento dei tassi porterebbe il sottoscrittore a percepire una cedola effettiva inferiore a quella presente di mercato; inoltre a non ricevere alcuna cedola nel caso in cui il tasso variabile sia uguale o superiore a quello fisso inizialmente stabilito.
La riduzione della cedola comporta, inoltre, il calo del valore in conto capitale del titolo e, nel caso in cui il sottoscrittore avesse necessità di vendere senza aspettare la scadenza, riceverebbe il prezzo di mercato del momento, certamente inferiore a quello pagato per l’acquisto dell’obbligazione e, quindi, subirebbe una perdita, anche considerevole.
Questo rischio di perdita in conto capitale per l’andamento sfavorevole dei tassi di interesse, comunque, è tipico di tutte le obbligazioni a tasso fisso ed è particolarmente rilevante per le lunghe scadenze.
La valutazione dell’emittente è fondamentale prima di effettuare qualsiasi investimento. Ogni controparte cerca di raccogliere fondi usando gli strumenti che costano meno. Quindi, se la Banca X ha emesso un reverse floater, significa che in questo modo riesce a raccogliere fondi a costi più vantaggiosi, ottenendo un rendimento minore, rispetto a quelli che avrebbe dovuto pagare con una “normale” emissione di titoli a tasso fisso.
Le elevate cedole iniziali rappresentano di fatto un rimborso anticipato del capitale: se liquidate il titolo dopo averle incassate, il valore dello stesso avrà quindi scontato le prime cedole e per questo avrà un valore di mercato inferiore a 100. Inoltre i reverse floater hanno scarsa liquidità, e quindi ad essi deve essere destinata solo una percentuale limitata del capitale dell’investitore.
I reverse floater, essendo titoli a tasso fisso per un certo periodo per poi divenire titoli a tasso variabile, presentano una rischiosità maggiore rispetto a quella di titoli a tasso fisso di pari durata.