Ogni diversa tipologia di emissione si accompagna a diverse caratteristiche finanziarie e quindi, a seconda del livello di subordinazione del bond, sarà diversa per l’investitore la priorità di rimborso in caso di fallimento dell’emittente.
Classificando queste obbligazioni con le ultime regole sui requisiti minimi di capitale, le cosiddette Basilea 2 e Basilea 3, la distinzione tra le diverse categorie di obbligazioni subordinate è cambiata e le tipologie di emissioni sono ridotte a due sezioni, mentre in precedenza il numero ammontava a quattro, come è riportato di seguito. Alcune obbligazioni del terzo e quarto tipo possono essere ancora presenti nel portafoglio di alcuni investitori.
Le obbligazioni Tier I
In presenza di andamenti critici della gestione e in caso di liquidazione garantiscono ai loro possessori un privilegio rispetto ai detentori di azioni ordinarie e di risparmio, ma sono subordinate rispetto a tutti gli altri crediti.
Rappresentano la tipologia più rischiosa per il fatto di avere caratteristiche più vicine ai titoli di debito e di capitale. Se la banca non paga il dividendo agli azionisti la cedola può essere cancellata. Avendo il grado più basso di subordinazione sono le prime a subire le conseguenze dei problemi di liquidità. Sono emessi senza scadenza vera e propria, anche se l’emittente ha la facoltà di rimborso anticipato dopo un certo periodo di tempo dall’emissione (10 anni).
È prevista una trasformazione in tasso variabile con uno step-up (ovvero la cedola incorporata aumenta nel tempo) ed inoltre, a seconda delle indicazioni del prospetto informativo dell’emissione, l’emittente potrebbe essere obbligato a cancellare il pagamento delle cedole in alcuni casi particolari. Tali cedole, contrariamente agli altri subordinati, non sono cumulabili, e l’avente diritto le perde. Inoltre, qualora vengano subite perdite in grado di danneggiare la solidità patrimoniale dell’emittente, il capitale da rimborsare viene decurtato, pro-quota, di queste perdite. Un rischio da vagliare attentamente.
Le obbligazioni Upper Tier II
Sono meno rischiose delle prime, hanno una durata minima di 10 anni, nel caso di andamenti negativi non prevedono la cancellazione delle cedole, ma prevedono la possibilità per l’emittente di bloccare il pagamento delle cedole in caso di profitti non sufficienti o in caso di sospensione dei pagamenti di dividendi sulle azioni ordinarie. Il mancato pagamento di una cedola non costituisce default, ma le cedole sono cumulate e pagate successivamente al primo anno di utile. In questo caso poi non è prevista alcuna ricapitalizzazione. Sono rimborsate prima rispetto alle azioni ed alle obbligazioni Tier I.
Le obbligazioni Lower Tier II
Anch’esse con scadenza intorno ai 10 anni, sono la categoria più privilegiata all’interno dei subordinati. Le cedole infatti sono bloccate solamente nel caso in cui si annunci un grave caso di insolvenza o default.
Le obbligazioni Tier III
Sono bond del tutto simili ai Lower Tier II, ma possono avere scadenze inferiori ai 5 anni. Le varie tipologie di bond subordinati quindi possono essere riepilogati con la tabella a fianco.