L'Articolo 50
Il primo ministro Theresa May ha attivato l’Articolo 50 del Trattato di Lisbona dell’UE (TUE) che regola le modalità di recesso dall’Unione il 29 Marzo 2017.
L’Articolo prevede due anni (con possibilità di estensione tramite decisione unanime) di trattative per raggiungere un accordo tra i Ventisette e il Regno Unito su tutti i temi che compongono gli aspetti bilaterali e multilaterali, dal commercio all’immigrazione. Secondo il trattato, l’accordo di uscita deve essere approvato dalla maggioranza qualificata (72%) dei membri rimanenti e dal Parlamento Europeo.
Dopo un primo incontro di coordinamento a giugno, la commissione responsabile si è riunita a luglio per discutere su quattro temi principali:
- I diritti dei cittadini europei residenti nel Regno Unito e cittadini inglesi residenti nell’Unione. Entrambe le parti hanno approvato il diritto a rimanere nei rispettivi Stati. Il Regno Unito può inoltre sottoporre alla Corte di Giustizia dell’Unione casi non chiari di diritto inglese posto su cittadini europei per altri otto anni.
- Il futuro del confine tra Irlanda e Irlanda del Nord. Il confine rimarrà aperto come prima della Brexit, sostenendo l’Accordo del Good Friday (1998) che promuove pace e cooperazione tra le varie fazioni dell’Irlanda del Nord e nelle relazioni con l’Irlanda.
- Tematiche generali. Entrambe le parti sostengono il bisogno di cooperazione a livello di sicurezza, nucleare, continuità di prodotti sul mercato fino all’uscita definitiva inizialmente prevista per marzo 2019, al fine di limitare disagi alle aziende e ai consumatori.
- Disposizioni finanziarie. La Gran Bretagna si impegna a pagare il budget europeo fino al 2020 con passività quali contribuzioni pensionistiche. Dalle previsioni sugli ultimi negoziati si aspetta un “divorzio” di circa £50 miliardi.
Gli effetti della Brexit sul resto d’Europa e all’estero, soprattutto sugli Stati Uniti, si riscontrano con maggior preponderanza in ambito finanziario e monetario.