Post-crisi: 2014-2018 - Cause e conseguenze

Post-crisi: 2014-2018 - Cause e conseguenze

 

Appunti

Nel 2013, i NPL (Non Performing Loans) sono ancora nei bilanci delle banche, spingendo quindi il governo a venire in aiuto degli istituti finanziari.

Per ridurre questa esposizione multipla delle banche, le stesse si indirizzano verso operazioni di deleveraging, ridurre quindi il debito rispetto al capitale che possiedono (ottenuto precedentemente con il leverage).

Scopri cos'è il Bail-in

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Deleveraging

Nel 2013, i NPL (Non-Performing Loans) sono ancora nei bilanci delle banche, spingendo quindi il governo a venire in aiuto degli istituti finanziari. Per ridurre questa esposizione multipla delle banche, le stesse si indirizzano verso operazioni di deleveraging, ridurre quindi il debito rispetto al capitale che possiedono (ottenuto precedentemente con il leverage).

La circolazione di questi debiti ha messo in moto un circolo vizioso in cui i prezzi dei titoli sono diminuiti, portando ad una diminuzione della liquidità di mercato e della liquidità di finanziamento.

A livello dell’economia reale, l’inflazione non mostra segni di crescita, dato il tasso di crescita non sufficiente e il crollo del prezzo del petrolio nel 2014.

Questa nuova dimensione globale porta le Banche centrali a prendere le redini del mercato, aiutando gli istituti in crisi, per riportare stabilità.

Il bail-in

Uno degli strumenti utilizzati per aiutare le banche con i debiti insoluti nel loro bilancio è il cosiddetto bail-in (salvataggio interno): con esso si svalutano il valore di azioni e crediti per convertirli in altre azioni intente ad assimilare le perdite e ricapitalizzare la banca. Questo processo promette quindi di ripristinare una giusta capitalizzazione e la fiducia della banca stessa sul mercato.

I creditori e azionisti della banca sottoposta al bail-in possono subire perdite simili a quelle nel caso di una liquidazione ordinaria.

La stagnazione secolare

Il concetto di stagnazione secolare, coniato negli anni Trenta, è stato successivamente utilizzato da Larry Summers, ex segretario al Tesoro americano, per definire un periodo stagnante nel 2016 per le economie industriali a livello globale. Questo periodo si caratterizza per squilibri dovuti in parte all’incremento al risparmio e in parte alla scarsità di investimenti. Crescita ed inflazioni sono quindi rallentati, facendo diminuire i tassi di interesse reali.

In teoria, i tassi di interesse dovrebbero scendere fino a formare un equilibrio tra risparmi ed investimenti, occupando pienamente tutte le risorse. Questo processo viene però fermato quando i tassi nominali diventano negativi, scoraggiando gli investimenti.

Non tutti gli esperti finanziari condividono questa visione “stagnante” sul futuro finanziario.