Rischio, prevenzione e assicurazioni

In questa prima lezione introdurremo il concetto di assicurazione, scoprendo cosa si intende con il termine rischio, qual è la differenza tra cadere dalla bici e giocare una schedina del totocalcio e perché condividere un rischio ci permette di proteggerci meglio piuttosto che da soli.

Appunti

Cos’è il rischio? Pensiamo spesso agli eventi negativi che possono influenzare la nostra quotidianità? 

La vita di ognuno è scandita da continui cambiamenti, scelte ed eventi che modificano la nostra condizione fisica, psicologica ed economica. 

I primi passi per ridurre gli effetti di un rischio sono chiamati prevenzione e protezione, ovvero ciò che facciamo per evitare che ci accada qualcosa di brutto (ad esempio seguire il codice della strada quando si va in motorino, oppure indossare il casco).

Un altro sistema per eliminare gli effetti negativi di un rischio è l’assicurazione: pagando periodicamente una somma di denaro, si ha la garanzia che nel caso si verifichi un danno, saremo risarciti dall’impresa di assicurazione. 

Andiamo ad esplorare come funzionano questi meccanismi, tramite esempi di vita quotidiana.

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Presentazione del progetto Game4Value

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Sandro Vedovi, responsabile progetti Fondazione Ania, racconta l'impegno di Fondazione Ania nell'educare i giovani sui temi di prevenzione e protezione. Game4Value, illustrato nel video, è un’iniziativa ideata e promossa da Fondazione Ania dedicata agli studenti delle Scuole Secondarie di Secondo Grado italiane.

Mappa mentale su rischio, prevenzione e assicurazioni

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Cos’è il rischio

Il rischio è un concetto con cui abbiamo a che fare molto spesso: quando ordiniamo qualcosa online, c’è sempre il rischio che venga danneggiato durante il trasporto, oppure che la foto del prodotto sia molto diversa da quello che ci arriva a casa… Il rischio quindi descrive l’eventualità di subire un danno.

Se immaginiamo una linea del tempo, come quella nell’immagine, è facile rendersi conto di come muovendosi da eventi passati fino a quelli futuri aumenti l’imprevedibilità dei risultati: ovvero, c’è un aumento del rischio che non accada ciò che speriamo. 
Il concetto di rischio è direttamente legato a quello di futuro: gli eventi futuri sono in gran parte sconosciuti, incerti, o ampiamente fuori dal nostro controllo. Ogni azione ci espone a rischi (Warren Buffett riassume così il concetto: “Il rischio nasce dal non sapere cosa stai facendo”); siamo in grado di prevederne alcuni con maggiore sicurezza di altri. 

In particolare si parla di due tipi di rischi:

  • i rischi puri: eventi non attesi il cui risultato può avere solo effetti negativi, come un incidente in bici (se l’evento si verifica genera un danno, se non si verifica non crea danni);
  • i rischi speculativi: eventi che possono avere risultati positivi o negativi, come ad esempio giocare una schedina del totocalcio o acquistare titoli azionari.

Tempo e risorse economiche

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Probabilmente se stai leggendo questo post sei un/a ragazzo/a che va a scuola; non è un mistero che la maggior parte dei giovani non abbia molti soldi a disposizione né un reddito fisso, al di là dell’eventuale lavoretto. Ogni uscita con gli amici è attentamente controllata per cercare di non spendere tutti i propri risparmi. Questo è considerato normale, così come il fatto che, diciamo tra dieci anni, la maggior parte di questi stessi ragazzi abbia un lavoro stabile e si sia  trasferita fuori di casa.

Con il trascorrere degli anni ognuno di noi compie scelte, con crescente autonomia e responsabilità. Ogni fase della vita è contraddistinta da forti cambiamenti: dall’esito di questi eventi dipende il benessere fisico (la salute), psicologico (ansia, tranquillità…) ed economico (avere dei risparmi) delle persone.

Gli economisti sono gli studiosi che si occupano di studiare le relazioni tra le scelte economiche di reddito (quanto guadagno), consumo (quanto spendo) e risparmio (quanto metto da parte per il futuro) nel corso della vita. Il risultato più importante di queste ricerche è la Teoria del ciclo di vita, dell’economista italiano (e docente dell’MIT, tra le altre università) Franco Modigliani (1918-2003).

Nella sua teoria, Modigliani afferma che ognuno di noi cerca di programmare nel tempo quanto consumerà o risparmierà nel corso della propria vita, per assicurarsi di poter mantenere uno stile di vita costante attraverso tutte le incertezze e i cambiamenti. In particolare distingue diversi periodi della vita dell’individuo, a partire da quando inizia a lavorare:

  • all’inizio dell’attività lavorativa il reddito di ogni persona è più modesto e spesso viene interamente consumato;
  • col passare del tempo, avendo acquisito maggiore esperienza professionale, il reddito inizia ad aumentare (perché sappiamo fare più cose e meglio) e se ne può risparmiare una buona percentuale, pensando alla crescita dei figli e all’età anziana. I consumi invece restano invariati o crescono in misura minore dei risparmi (lo stile di vita quindi non cambia radicalmente da una fase all’altra);
  • quando nell’età anziana i redditi diminuiranno, poiché la pensione è inferiore allo stipendio guadagnato durante la vita lavorativa, si dovranno utilizzare i risparmi accantonati per poter conservare costanti i consumi.

Prevenzione e gestione dei rischi

Ciò che finora non abbiamo ancora detto introducendo il concetto di rischio è che ognuno di noi ha una percezione diversa della pericolosità degli eventi negativi; talvolta tendiamo a sottovalutarli, altre a esagerarne le possibilità (ad esempio tendiamo a sottovalutare la probabilità di fare un incidente con la macchina, ma a sopravvalutare la pericolosità di viaggiare in aereo). 

Notiamo come l’esempio degli incidenti si riferisca a rischi puri, che quindi sono esclusivamente negativi; per prevenire una valutazione errata di tali eventi è fondamentale informarsi sull’effettiva gravità. Chiaramente non sapremo predire la loro frequenza, ma per lo meno avremo un’idea realistica e potremo prendere decisioni informate.

Come abbiamo visto all’inizio però, i rischi non sono tutti negativi: alcuni racchiudono al loro interno delle opportunità, che possiamo cogliere imparando a comprenderne i potenziali effetti positivi.

Pensa a cosa ha fatto Mark Zuckerberg, il fondatore di Facebook, o Steve Jobs con la Apple. Chiaramente fondare un’azienda, specialmente una informatica, per molti avrebbe costituito un rischio eccessivo: questa lungimiranza però ha permesso loro di cogliere l’opportunità di inserirsi per primi in una realtà in espansione, con enormi benefici. Lo scopo di queste lezioni è introdurre il tipo di pensiero che permette, nei casi migliori, di raggiungere un risultato simile a quello di questi due imprenditori.

Trasformare il rischio in opportunità vuol dire assumere un rischio calcolato, ovvero utilizzare tutti gli strumenti per ridurre le possibili conseguenze sfavorevoli e trarre vantaggio da quelle favorevoli.

  • Dopo aver percepito e identificato un rischio, è importante cercare di farne una valutazione di massima, per decidere se conviene affrontarlo (per esempio per cogliere un’opportunità) e, nel caso, quali strumenti e strategie utilizzare. La valutazione di massima è sempre influenzata da variabili soggettive, ma un’analisi attenta aiuta a mettere a fuoco l’ordine di grandezza di ogni evento rischioso e a prendere le misure dei rischi;
  • se decidiamo che è accettabile per noi sostenere un rischio, è fondamentale valutarese e quanto possiamo sostenerloin prima persona con le nostre risorse o se dobbiamo ricorrere ad altri.

Innanzitutto, ogni rischio va contenuto o ridotto, utilizzando alcuni accorgimenti che permettono di influenzare il possibile evento dannoso in termini di probabilità o gravità:

  • Prevenzione: insieme di decisioni, procedure e comportamenti che puntano a ridurre la probabilità che si verifichi l’evento dannoso (immagina di guidare un motorino: per prevenire gli incidenti è importante seguire il codice della strada e assicurarsi di guidare un mezzo adeguato alle nostre capacità).
  • Protezione: cosa fare nel caso si verifichi l’evento negativo per ridurre l’entità del possibile danno, agendo quindi sui suoi effetti (per proteggersi da un incidente in motorino indossiamo il casco).

N.B.: Prevenzione e protezione non eliminano totalmente il rischio di tale evento! La parte di rischio che rimane a nostro carico va valutata per sapere quanto “pesa” e quanto conviene trattenerla, cioè sopportarla con le proprie risorse, o trasferirla ad altri.

Se questo argomento ti interessa, magari ti è utile sapere che nella realtà aziendale si chiama Risk Management il sistema utilizzato per gestire al meglio i rischi, cioè minimizzare le perdite e massimizzare le opportunità.

Le assicurazioni contro i rischi

Come abbiamo detto alla fine del paragrafo precedente, ci sono diversi approcci alla protezione dai rischi:

  • li affronto da solo con i miei risparmi: ma saranno sufficienti a coprire le loro incerte conseguenze economiche? (Se si rompe il telefono, posso usare i miei risparmi per comprarne uno nuovo?);
  • li affronto dividendoli con chi, come me, è esposto al medesimo rischio, creando un fondo comune. Tramite piccoli contributi si raccolgono somme tali da coprire danni che da soli non possiamo sostenere: è la mutualità pura (se in classe si rompe l’orologio, si divide il costo per ripararlo o ricomprarlo tra i compagni);
  • li trasferisco a un’impresa di assicurazione, che raccoglie somme di denaro (premi) da più soggetti esposti allo stesso rischio per risarcire chi fra questi subirà il danno: è la mutualità assicurativa (come l’assicurazione auto: quando faccio un incidente l’assicurazione paga la maggior parte dei danni).

In questo paragrafo parleremo proprio di quest’ultima opzione. La ragione per cui un’impresa di assicurazione è in grado di sostenere i rischi di moltissime persone contemporaneamente, senza mettere a repentaglio (per la maggior parte) la propria stabilità, dipende da diversi fattori:

  • la sua capacità di valutare i rischi, affinata nel tempo dalle esperienze raccolte dalle migliaia di clienti;
  • la trasformazione del rischio individuale in un rischio collettivo (tutte le persone che possiedono una macchina, pagando l’assicurazione, fanno sì che nel momento in cui uno di loro fa un incidente, ci siano immediatamente tutti i soldi necessari a ripararla e rimetterla in sicurezza).

La somma che ognuno paga per essere assicurato si chiama premio. L’impresa di assicurazioni riscuote il premio oggi a fronte di un impegnofuturo: queste risorse, di proprietà degli assicurati, vengono investite in attività finanziarie affidabili in attesa di pagare i sinistri che si verificheranno (se la compagnia ottiene 100 di premio e poi paga subito 20 di sinistri, può investire solo 80). 

L’indennizzo invece è la somma di denaro che l’assicuratore deve pagare per riparare il danno subito da un proprio assicurato a seguito di un sinistro (l’evento negativo per cui si era assicurati, ad esempio un incidente nel caso della polizza auto).

A proposito di polizza, con questo termine ci si riferisce al documento ufficiale che testimonia l’esistenza di un contratto assicurativo, firmato sia dall’assicuratore che dall’assicurato (noi).

Esempio di assicurazione:

  • il contratto r.c. auto (l’assicurazione auto, obbligatoria);
  • assicurazione Kasko (legata ai danni accidentali, come il cellulare che si rompe)

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Piccolo glossario dei termini assicurativi

ANIA (Associazione Nazionale fra le Imprese Assicuratrici): è l’associazione che rappresenta le imprese di assicurazione che operano in Italia. 

Assicurazione (attività assicurativa): operazione con cui un soggetto (assicurato) trasferisce ad un altro soggetto (assicuratore) un rischio al quale egli è esposto (naturalmente o per disposizione di legge). Ad esempio, il proprietario che assicura la propria automobile contro il rischio di furto trasferisce all’assicuratore le conseguenze economiche negative dell’eventuale verificarsi del furto. La funzione che svolge l’assicurazione è l’eliminazione di una situazione di incertezza che grava su chi è sottoposto a un rischio determinato. Per il proprietario dell’automobile assicurata viene meno l’incertezza perché egli sa che, in caso di furto, può contare sull’impegno dell’assicuratore a pagare l’indennizzo. L’eliminazione dell’incertezza si attua grazie al fatto che l’assicuratore, assumendo un numero elevato di rischi del medesimo tipo, è in grado di calcolare la probabilità del verificarsi del rischio e di ripartirne le conseguenze su una pluralità di soggetti ad esso egualmente esposti.

Indennizzo: somma dovuta dall’assicuratore a titolo del danno subito da un proprio assicurato a seguito di un sinistro.

Polizza di assicurazione: documento comprovante l’esistenza e il contenuto di un contratto di assicurazione. La polizza, sottoscritta da entrambe le parti, viene emessa dall’assicuratore e consegnata al contraente. Nella polizza sono trascritte tutte le condizioni contrattuali, sia quelle generali sia quelle particolari.

Premio: il premio rappresenta il prezzo che il contraente paga per acquistare la garanzia offerta dall’assicuratore. Il pagamento del premio costituisce, di regola, condizione di efficacia della garanzia.

Rischio: probabilità che si verifichi un evento futuro e incerto in grado di provocare conseguenze dannose (nelle assicurazioni contro i danni) o attinente alla vita umana (nelle assicurazioni sulla vita). Il rischio è l’elemento fondamentale del contratto di assicurazione: è al suo verificarsi che si ricollega l’impegno dell’assicuratore di corrispondere la propria prestazione.

Sinistro: il verificarsi del rischio per il quale è prestata la garanzia (ad esempio, in una polizza contro gli incendi, il sinistro è rappresentato dall’incendio che colpisce la cosa assicurata).

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Link di approfondimento

Per approfondire i contenuti della lezione vai a questi link:


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Sondaggio "Conosci il rischio?"

dati al 12.11.2021

Nell'infografica troverai i risultati del sondaggio "Conosci il rischio".

Continua a partecipare e rispondere al sondaggio sui temi del rischio e della prevenzione a questo link https://forms.gle/8K6nE862GbhDbSV47