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Gli aggettivi determinativi: tipologie e curiosità

Francesca Mondani

Francesca Mondani

DOCENTE DI INGLESE E ITALIANO L2

Specializzata in pedagogia e didattica dell’italiano e dell’inglese, insegno ad adolescenti e adulti nella scuola secondaria di secondo grado. Mi occupo inoltre di traduzioni, SEO Onsite e contenuti per il web. Amo i saggi storici, la cucina e la mia Honda CBF500. Non ho il dono della sintesi.

In questa lezione vedremo quali sono le diverse tipologie di aggettivi determinativi, la loro funzione e qualche curiosità riguardo ad alcune categorie di aggettivi, in particolare su aggettivi possessivi, dimostrativi e numerali.

L’aggettivo e l’aggettivo determinativo

Gli aggettivi sono una categoria di parole utilizzate per qualificare o modificare i sostantivi, attribuendo loro caratteristiche specifiche come colore, dimensione, origine, etc. Essi svolgono un ruolo cruciale nel fornire dettagli e precisione al discorso.

Gli aggettivi determinativi, in particolare, hanno la funzione di aggiungere al nome una determinata precisazione, come l’appartenenza, la posizione nello spazio o la quantità. Ciò significa che aiutano a rispondere alle domande “quale?” o “di chi?” riguardo al sostantivo a cui si riferiscono.

Le tipologie di aggettivi determinativi

Gli aggettivi determinativi si distinguono in:

  • possessivi (Gioco a basket con i miei amici.)
  • dimostrativi (Questo computer è di Michele.)
  • indefiniti (Ho visto molti attori famosi a Venezia.)
  • numerali (I tre moschettieri è un romanzo di Dumas.)
  • interrogativi (Quanti giorni ti fermi a Barcellona?)
  • esclamativi (Che bel sole!)

Vediamoli uno ad uno nel dettaglio.

Gli aggettivi possessivi

Gli aggettivi possessivi indicano a chi appartiene la cosa, l’animale o la persona di cui si sta parlando.

C’è un modo semplice per riconoscerli perché sono quelle paroline che rispondono alla domanda DI CHI?.

Per esempio nella frase “Il suo maglione è nero”, suo è un aggettivo possessivo: se infatti provi a formulare la domanda “Di chi è il maglione?” la risposta è proprio “suo”, cioè di lui/lei.

Come hai già visto per gli aggettivi qualificativi, anche i possessivi si concordano per genere e numero con il nome a cui si riferiscono.

Non ti resta che studiarli nella tabella a lato.

A questi si aggiungono gli aggettivi possessivi “altrui” invariabile (di altri) e “proprio”(propri, propria, proprie), che può sostituire suo e loro solo nei casi in cui il possessore sia il soggetto della frase.

Perciò si può usare “proprio” in frasi come “Carlo telefona ai suoi/propri genitori” e “Marta e Roberta salutano le loro/proprie amiche”, ma non è possibile farlo quando il possessore e il soggetto della frase non sono la stessa persona, come negli esempi seguenti: “Ho telefonato a Carlo e ai suoi genitori”, “Ho salutato Marta e le sue amiche”.

Gli aggettivi dimostrativi

Gli aggettivi dimostrativi servono a indicare la posizione di qualcuno o qualcosa rispetto a chi parla. Si usa:

  • questo (questi, questa, queste) per fare riferimento a oggetti che si trovano vicino a chi parla;
  • quello (quel, quelli, quegli quei, quella, quelle) se invece l’oggetto è lontano.

Gli aggettivi dimostrativi possono essere usati anche per esprimere vicinanza o lontananza nel tempo (quest’anno, quel giorno) e per riferirsi a qualcosa di cui si è parlato in precedenza.

Esiste anche un terzo aggettivo dimostrativo, codesto (codesti, codesta, codeste), che indica un oggetto vicino a chi ascolta, ma si usa molto raramente.

Rientrano in questa categoria anche gli aggettivi:

  • stesso (stessi, stessa, stesse) e medesimo (medesimi, medesima, medesime) che hanno il significato di uguale, identico;
  • tale (tali) che può equivalere a quello, simile, siffatto.

Gli aggettivi indefiniti

Come dice il loro nome, gli aggettivi indefiniti sono quelli che indicano la quantità del nome a cui si riferiscono in modo indefinito e impreciso.

Sono tanti, ma prova a ricordarti almeno quelli più comuni: troppo, tutto, parecchio, molto, tanto, ogni, ciascuno, qualsiasi, qualunque, vario, diverso, alcuno, qualche, certo, altro, poco, nessuno…

Ecco qualche esempio per capire come si usano:

  • Ho finito tutti i compiti.
  • Maria ed io ci conosciamo da tanti anni.
  • Ogni giorno bevo il latte a colazione.
  • Qualunque cosa tu decida, conta pure su di me.
  • Oggi a scuola ho imparato diverse cose interessanti.
  • Vorrei avere qualche informazione in più.
  • Abbiamo poco tempo a disposizione per completare la prova.
  • La maestra non ci ha dato nessun esercizio per domani.

Aggettivi interrogativi ed esclamativi

Domande ed esclamazioni possono avere qualcosa in comune: gli aggettivi che, quale e quanto sono interrogativi se introducono una domanda, ma diventano esclamativi se esprimono un’esclamazione.

Le domande possono riguardare la qualità, la quantità o l’identità del nome a cui l’aggettivo si riferisce: “Che gusto preferisci?”, “Quanti anni hai?”, “Quale libro mi consigli di leggere?”.

Le esclamazioni si riconoscono per la presenza del punto esclamativo alla fine della frase: “Che giornata magnifica!”, “Quale onore averti qui!”, “Quanta fame che ho oggi!”.

Che è un aggettivo invariabile, quale distingue soltanto il singolare dal plurale (quali), mentre quanto si concorda al nome sia nel genere che nel numero (quanti, quanta, quante).

Gli aggettivi numerali

Gli aggettivi numerali ci danno informazioni sulla quantità del nome a cui si riferiscono e lo fanno in modo più preciso rispetto agli indefiniti.

Gli aggettivi numerali si distinguono in diversi tipi:

  • i numerali cardinali: uno, due, tre… sono invariabili (tranne uno che ha anche il femminile una). È meglio scriverli in lettere a meno che siano numeri molto grandi, ma bisogna lasciarli in cifre quando si tratta di date. Un esempio? “Sara ha compiuto ieri tre anni”. Come vedi l’aggettivo cardinale tre si scrive senza accento, ma attento, i suoi composti vanno accentati (ventitré, trentatré…).
  • i numerali ordinali: primo, secondo, terzo… si concordano con il nome per genere e numero. Li puoi scrivere il lettere (ventitreesimo), in numeri romani (XXIII) o in cifre arabe aggiungendo un pallino in alto a destra dopo il numero (23°).
  • i numerali moltiplicativi: doppio, triplo e quadruplo… si concordano con il nome.
  • i numerali frazionari: mezzo, un terzo, un quarto… Vuoi capire come si usano? Ecco un esempio: “Ognuno di noi mangerà un ottavo della torta”.
  • i numerali distributivi: a uno a uno, due per volta, tre alla volta… Se per esempio la maestra vi dice di mettervi in fila “per due” sta usando un distributivo.
  • i numerali collettivi: ambedue, ambo, entrambi (quest’ultimo declinato al femminile nella forma entrambe).

Gli aggettivi numerali ci danno informazioni sulla quantità del nome a cui si riferiscono e lo fanno in modo più preciso rispetto agli indefiniti.

Impara a scriverli correttamente studiando la scheda. Puoi scaricare il pdf qui:

Scarica PDF

Curiosità sugli aggettivi determinativi

Ora che conosci gli aggettivi possessivi e dimostrativi, vediamo qualche trucco e qualche curiosità in più.

Gli aggettivi possessivi e l’articolo

Mia zia e la mia mamma sono due gocce d’acqua.

Cosa noti di “strano” in questa frase? Lo stesso aggettivo possessivo compare due volte, ma nel primo caso non è preceduto dall’articolo. Come mai?

Di solito gli aggettivi possessivi sono preceduti dall’articolo, ma non quando precisano nomi di parentela: per questo mia zia si scrive senza articolo davanti.

E allora mamma? Non è anche questo un nome di parentela? Sì, ma è un nome affettivo e quindi vuole l’articolo, come pure i diminutivi (il tuo fratellino) e i nomi di parentela preceduti da un aggettivo qualificativo (la sua cara nonna). L’articolo è obbligatorio anche quando il nome di parentela è al plurale (le nostre zie) o è preceduto dal possessivo loro (i loro cugini).

Forme abbreviate degli aggettivi dimostrativi

Ci vediamo uno di ‘sti giorni!

Probabilmente ti sarà capitato di dire o sentire una frase di questo tipo qualche volta. Per una conversazione informale, infatti, puoi anche permetterti di usare la forma abbreviata dell’aggettivo dimostrativo con la caduta della parte iniziale (aferesi), ma fai attenzione a non scriverlo in un tema, in una mail o in uno scritto formale.

Ci sono però dei casi in cui col tempo quest’uso si è consolidato e ha dato origine a nuove parole, come gli avverbi di tempo stamattina e stasera formati proprio dall’unione della forma abbreviata del dimostrativo con i nomi mattina e sera.