Prerequisiti per imparare l'analisi logica del complemento oggetto
Per imparare l'analisi logica del complemento oggetto è necessario conoscere:
- la differenza tra verbi transitivi e intransitivi;
- la forma attiva, passiva e riflessiva dei verbi.
Scopri la funzione del complemento oggetto all’interno della proposizione e ricordati la distinzione tra verbi transitivi e intransitivi.
Che cos’è il complemento oggetto? Perché viene chiamato anche complemento diretto? Scoprilo in questa lezione.
Capirai anche come distinguere i verbi transitivi da quelli intransitivi e conoscerai meglio la diatesi attiva, passiva e riflessiva dei verbi.
Curioso? Non ti resta che continuare a leggere per saperne di più!
Per imparare l'analisi logica del complemento oggetto è necessario conoscere:
Che cos'è il complemento diretto? Scopriamolo con qualche esempio:
I sintagmi che rispondono a queste due domande svolgono all’interno della frase la funzione di complemento oggetto.
Questo complemento è chiamato anche diretto perché indica la cosa, l’animale o la persona su cui cade direttamente l’azione compiuta dal soggetto. Come vedi negli esempi, infatti, tra il verbo e il complemento oggetto non c’è nessuna preposizione.
Nella frase “Ho incontrato degli amici”, quindi, “degli” non è una preposizione articolata, ma un articolo partitivo coordinato con il nome “amici” insieme al quale forma il complemento diretto.
Non tutti i verbi possono reggere un complemento oggetto. I verbi si distinguono infatti in:
Come sbadigliare, anche essere è un verbo intransitivo e non può mai reggere un complemento oggetto.
I verbi transitivi, tuttavia, non sempre vogliono dopo di sé il complemento oggetto:
Ti ricordi la differenza tra la forma attiva e la forma passiva di un verbo?
Riprendiamo l’esempio “Marco scrive una lettera”: in questa frase il soggetto compie l’azione e dunque il verbo è di forma (o diatesi) attiva.
Se invece diciamo “La lettera è scritta da Marco” il significato è lo stesso, ma abbiamo trasformato la frase al passivo. “La lettera” non è più il complemento oggetto su cui ricade l’azione di scrivere compiuta da Marco, ma è diventata il soggetto della nuova proposizione. Si tratta però di un soggetto che non compie nessuna azione, anzi la subisce, e quindi il verbo è passivo.
I verbi transitivi hanno sia la forma attiva che quella passiva, gli intransitivi invece hanno soltanto la diatesi attiva. Perciò è impossibile trasformare al passivo una frase come “Marco sbadiglia” perché il verbo è intransitivo.
Ti ricordi i verbi riflessivi? Sono quelli che fanno ricadere l'azione sul soggetto che la compie.
Esempio:
Come vedi, il complemento oggetto, che finisce per coincidere con il soggetto, è espresso tramite le particelle pronominali riflessive mi, ti, ci, vi e si (che vale sia per la terza persona singolare sia per quella plurale).
Attento però, ci sono casi in cui la forma riflessiva è solo apparente e identificare il complemento oggetto è un po' più complicato.
Esempio: