Prerequisiti per imparare i pronomi personali
Per studiare i pronomi personali è necessario conoscere:
- i nomi;
- la funzione del soggetto;
- la funzione del complemento oggetto;
- i complementi indiretti.
Cosa sono i pronomi personali? Studiali tutti con le loro particolarità e le loro mille funzioni: pronomi soggetto, oggetto e complemento, impara a scegliere la forma giusta per ogni situazione.
Il pronome è una parte del discorso davvero importante: inizia a conoscerla meglio studiando i pronomi personali in tutti i loro possibili utilizzi.
Puoi trovarli al posto del soggetto, del complemento oggetto e di tutti gli altri complementi indiretti e la loro forma cambia a seconda della funzione che hanno nella frase.
Scopri come usarli per scegliere sempre il pronome personale corretto… evitando alcuni tra i più comuni strafalcioni della lingua italiana!
Per studiare i pronomi personali è necessario conoscere:
Il pronome è quella parte variabile del discorso che sostituisce il nome e permette di evitare fastidiose ripetizioni che possono generare confusione.
Esempio: “La mamma di Chiara chiede a Chiara di accompagnare la mamma a fare compere”.
Leggendo questa frase noterai subito che la forma non è molto gradevole e il senso risulta inutilmente complicato dalla continua ripetizione dei due nomi. Come si può risolvere questo inconveniente?
È facile, basta usare i pronomi!
Sostituendoli all’interno della frase il risultato è il seguente: “La mamma di Chiara le chiede di accompagnarla a fare compere”. Meglio no?
Scopri come usare i pronomi personali e impara a distinguere le loro funzioni all’interno della frase.
Ti ricordi le sei persone del verbo? Io vedo, tu vedi, egli vede, noi vediamo, voi vedete, essi vedono.
Tutte le parole evidenziate sono pronomi personali, che ci dicono chi è la persona che compie l’azione.
Continua a leggere per conoscere anche gli altri pronomi personali e imparare a scegliere le forme corrette a seconda del ruolo che rivestono nella frase.
I pronomi personali che possono essere usati in funzione di soggetto corrispondono alle sei persone del verbo: studiali tutti in questa tabella.
Come vedi, la prima e la seconda persona, sia al singolare sia al plurale, hanno una sola forma.
La situazione si complica invece con la terza persona:
Quali sono i pronomi personali oggetto? Studiali nella tabella a lato, ognuno con la sua persona.
All’interno di una frase, infatti, il pronome non sempre occupa il posto del soggetto, ma può svolgere anche la funzione di complemento oggetto, l’elemento su cui cade l’azione espressa dal verbo e che risponde alla domanda CHI?, CHE COSA?.
Nella frase “Giorgio saluta Elena” Giorgio è il soggetto, mentre Elena è il complemento oggetto.
Se volessimo sostituire Elena con il pronome adatto, quale forma del pronome personale di terza persona singolare dovremmo usare? Non quella del pronome personale soggetto, ma quella del complemento oggetto e la frase suonerebbe così: "Giorgio la saluta".
Lo, la e le sono anche degli articoli, ma se fai un po’ di attenzione ti accorgerai che è impossibile confondersi: gli articoli si trovano davanti al nome, mentre i pronomi lo sostituiscono e stanno prima del verbo.
I pronomi personali possono occupare anche il posto dei complementi indiretti. Non tutti gli elementi della frase, infatti, sono direttamente collegati al verbo: ci sono anche dei complementi che hanno bisogno di una preposizione che li introduce. I pronomi personali da usare in questi casi sono:
Nella tabella a lato trovi qualche esempio per capire quando usare le forme deboli (mi, ti, gli, le, ci, vi, loro, ne) che non vogliono la preposizione davanti e quando invece bisogna scegliere le forme forti precedute dalla preposizione.
E che fine hanno fatto sé e si? Sono i due pronomi riflessivi di terza persona perché fanno ricadere l’azione espressa dal verbo sul soggetto che la compie. Come? Ecco due esempi:
Giulia si pettina = Giulia pettina se stessa = Giulia pettina Giulia
Andrea porta sempre con sé il suo pupazzo preferito = Andrea porta sempre con Andrea il suo pupazzo preferito.
Se fai attenzione vedrai che "sé" si scrive con l’accento, mentre "se stessa" senza: sé infatti vuole sempre l’accento a meno che sia accompagnato dall’aggettivo stesso o medesimo.
Cosa sono le particelle pronominali?
Le forme deboli mi, ci, ti, vi, lo, gli, la, le, si, li e ne sono dette anche particelle pronominali.
La loro posizione rispetto al verbo varia a seconda del modo verbale:
Talvolta le particelle pronominali si combinano fra loro e si usano a coppie. Quando però mi, ti, si, ci e vi sono seguite da lo, la, li, le e ne, la I finale diventa E, trasformandole in me, te, se, ce e ve.
Esempi: Salutamelo! (= saluta lui per me, da parte mia) - Te lo chiedo per favore. (= chiedo questo a te) - Se le va a cercare. (= va a cercarsi le grane da solo) - Ve li chiamo. (= chiamo loro per voi)
E gli? Unendosi agli altri pronomi personali forma glielo, gliela, glieli, gliele e gliene.
Esempio: Ho fatto la torta per il compleanno del nonno: gliela porterò oggi pomeriggio. (= porterò a lui la torta)
Attento però a non confondere glielo con gliel'ho: se lo scrivi con l'apostrofo seguito dalla H il pronome precede la prima persona singolare dell'ausiliare avere!
Esempio: Gliel'ho già detto ieri, ma per sicurezza glielo ricordo anche oggi.
Come hai visto i pronomi personali sono tanti e ci sono parecchie forme dispettose da ricordare. Proviamo a ricapitolarle per non fare errori: