Il modo indicativo ha ben otto tempi. Scopri tutti i tempi del modo indicativo in questa lezione e impara a distinguere tra tempi semplici e tempi composti.
Appunti
Presente, imperfetto, passato remoto e futuro semplice: sono questi i quattro tempi semplici dell’indicativo.
Impara a utilizzarli correttamente e scopri come si formano i tempi composti: passato prossimo, trapassato prossimo, trapassato remoto e futuro anteriore.
Scegli l’ausiliare giusto e divertiti a formare tutte le frasi complesse che vuoi.
Contenuti di questa lezione su: Il modo indicativo e i suoi tempi
Come già sai, il verbo non solo esprime un’azione, ma la colloca anche nel tempo.
I tempi del verbo possono essere:
semplici: se sono formati dalla sola voce verbale (parlo, leggevo, partii, dormirò);
composti: se sono formati dall’ausiliare essere o avere seguito dal verbo coniugato al participio passato (ho parlato, avevo letto, fui partito, avrò dormito).
L’indicativo è il modo che si articola in più tempi: quattro sono semplici (presente, imperfetto, passato remoto e futuro semplice), mentre altri quattro sono composti (passato prossimo, trapassato prossimo, trapassato remoto, futuro anteriore).
Scoprili tutti continuando a leggere qui sotto.
Indicativo presente
Quando si usa l'indicativo presente?
Il presente si usa per:
parlare di un’azione che si verifica nel momento in cui si parla (Ora faccio i compiti di grammatica);
esprimere un'azione che avviene abitualmente (Tutti i giorni mi sveglio alle 7.15);
fare affermazioni generali (Il Colosseo si trova a Roma).
Indicativo imperfetto
Quando si usa l'indicativo imperfetto?
L’imperfetto si usa:
per esprimere un’azione passata di una certa durata (Prima di arrivare in Italia, Marco viveva nelle Filippine);
per parlare di un fatto che avveniva ripetutamente nel passato (Da piccola giocavo spesso a nascondino con i miei amici);
per indicare la contemporaneità tra due azioni passate (Mentre studiavo, mio fratello guardava la televisione).
Indicativo passato remoto
Quando si usa il passato remoto?
Il passato remoto si usa per riferirsi ad azioni avvenute e concluse in un passato lontano: è perciò sbagliato sia utilizzarlo eccessivamente anche per fatti recenti, sia lasciarlo cadere in disuso sostituendolo con l’imperfetto e il passato prossimo.
Esempio: “Tre anni fa ci trasferimmo a Milano (meglio di ci siamo trasferiti)”, ma “Ieri ho fatto la verifica di matematica (non feci)”.
Indicativo futuro semplice
Quando si usa il futuro semplice?
Il futuro semplice si usa per indicare un fatto che nel momento in cui si parla deve ancora avvenire (Domani verrò a trovarti).
L’origine è latina e viene dalla perifrasi infinito + verbo avere che si usava con il significato di “avere da fare qualcosa”, da cui l’idea di futuro (venire habeo, ho da venire, verrò).
Si può inoltre utilizzare per esprimere una concessione oppure un’approssimazione (Sarà anche vero, ma mi sembra impossibile. Avrà una ventina d’anni).
Indicativo passato prossimo
Quando si usa il passato prossimo?
Il passato prossimo è un tempo composto che si usa per indicare un’azione avvenuta nel passato recente o che, pur essendo accaduta in un passato lontano, continua ad avere effetti sul presente.
Esempi: “Ieri ho incontrato Maria” (non incontrai). “L’anno scorso ho imparato a leggere e a scrivere” (non imparai perché so ancora farlo).
Indicativo trapassato prossimo
Quando si usa il trapassato prossimo?
Il trapassato prossimo si usa soltanto nelle frasi complesse per indicare un’azione passata avvenuta prima di un’altra anch’essa passata.
Esempio: Stefano mi disse che aveva trovato casa a Milano.
Indicativo trapassato remoto
Quando si usa il trapassato remoto?
Anche il trapassato remoto si usa soltanto nelle frasi complesse per riferirsi ad un’azione che si è conclusa nel passato prima di un’altra espressa al passato remoto.
Esempio: Quando ebbe visto tutto il film, capì il senso del titolo.
Indicativo futuro anteriore
Quando si usa il futuro anteriore?
Il futuro anteriore è un tempo che si usa nelle frasi complesse a proposito di un’azione che avverrà in futuro, ma prima che se ne verifichi un’altra espressa al futuro semplice.
Esempio: Quando avrò finito di fare i compiti, andrò a giocare.