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(1) - Boing! Boing! Boing! - facevano i canguri saltando per la pianura. I
(2) canguri cercavano tra gli arbusti rinsecchiti qualche stelo che si
(3) potesse mangiare. Era un gran frastuono e nell'aria c'era un gran
(4) polverone. Ci volle un po', perciò, prima che qualche orecchio
(5) particolarmente sensibile si accorgesse di un suono nuovo. Era un:
(6) Bong! Bing! Bobing! Bobong!
(7) Chi stonava? Eccolo! Un canguro mai visto prima, che non solo non
(8) saltava con il ritmo giusto ma aveva anche uno stranissimo mantello
(9) nocciola punteggiato di grandi macchie più scure.
(10) Per guardarlo meglio, i canguri in tinta unita smisero di saltare e di
(11) brucare e dove prima echeggiava il rombo di mille tamburi calò il
(12) silenzio. Poi si levò forte la voce del canguro capo: - Che ci fai tu
(13) qui?
(14) - Mi sono perso - rispose il macchiato - ero in coda al mio
(15) branco, mi sono distratto un attimo dietro una lucertola ...
(16) - Una lucertola?! - si stupì il capo.
(17) - Non volevo mangiarla, solo guardarla - spiegò l'altro.
(18) - E poi?
(19) - E poi la lucertola sparì dentro un buco, e anche il mio branco era
(20) sparito. Ho corso nella direzione sbagliata, credo ... E poi vi ho visto e
(21) ho pensato: "Bene, adesso ho un nuovo branco!".
(22) Ma a quel punto si levarono alte voci di protesta.
(23) - Non è come noi!
(24) - Meglio non fidarsi.
(25) Il canguro capo zittì tutti: - Effettivamente è un po' diverso da noi -
(26) ammise. - Però la legge dell'ospitalità ci obbliga ad accoglierlo.
(27) Strappò un ciuffo di steli ancora quasi verdi da un cespuglio e glieli
(28) offrì.
(29) Il macchiato se li ficcò in bocca e li fece sparire in un boccone! Senza
(30) restituirne metà a chi glieli aveva allungati! Tutti, nel branco,
(31) l'avrebbero fatto: era da maleducati, secondo le loro abitudini, non
(32) farlo.
(33) - La legge dell'ospitalità ci obbliga ad accoglierlo, ma non ci
(34) obbliga a diventare suoi amici - strillò una cangura. E si allontanò
(35) picchiando forte la coda sul terreno, per dire quanto era arrabbiata.
(36) Subito gli altri la imitarono e il macchiato si trovò solo, con l'unica
(37) compagnia della sua ombra ...
(38) Un giorno passò una jeep e i canguri la guardarono curiosi. E anche
(39) quelli della jeep guardavano curiosi i canguri e indicavano proprio
(40) lui, il macchiato. Presto fu chiaro che la jeep puntava sul macchiato.
(41) Lui saltava a più non posso in quel suo modo sgangherato, - Bong!
(42) Bing! Bobing! Bobong! - e cercava di mescolarsi agli altri canguri; e
(43) quelli via, lo lasciavano solo. Era facile, per gli uomini, riconoscerlo e
(44) dargli addosso.
(45) - Eccolo! Là! - gridavano, ed era comparsa una rete e anche un
(46) fucile.
(47) I canguri già avevano visto in azione un fucile. E allora cambiò tutto.
(48) Il macchiato si trovò presto circondato dal branco. Lo spingevano, lo
(49) costringevano a saltare come non aveva mai fatto in vita sua per
(50) accordarsi al loro ritmo e non finire travolto.
(51) Un rombo di tuono scuoteva la pianura e la terra tremava sotto i
(52) colpi di tutte quelle zampe scatenate: Boing! Boing! Boing!
(53) E poi Splasc! Splasc! Splasc!
(54) I canguri erano finiti dentro una palude.
(55) - Continuate a saltare - ordinò il capo.
(56) Il fango schizzava alto fino al cielo e presto gli animali furono così
(57) inzaccherati che era impossibile riconoscere un canguro in tinta
(58) unita da uno col mantello macchiato. La jeep se ne andò e i canguri
(59) poterono fermarsi a riposare. Uno soltanto continuava a saltare di
(60) gioia. Era il macchiato, naturalmente, che non riusciva a stare fermo
(61) tanto era contento. I tinta unita l'avevano salvato, erano suoi amici!
(62) Splasc! Splasc! Splasc! cantavano le sue zampe. Lì, in mezzo al fango,
(63) non suonavano stonate.