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Cosa significa alta leggibilità? Per capirlo ci siamo fatti aiutare da Irene Scarpati che, come direttore editoriale di biancoenero edizioni, lavora per rendere il patrimonio contenuto nei libri accessibile a tutti, anche a chi ha difficoltà di lettura. “Perché leggere deve essere un piacere, non una prova!”
Sono due i livelli da tenere in considerazione quando si parla di alta leggibilità:
L’adozione di alcuni accorgimenti tipografici aiuta nella decodifica del testo e questo permette di liberare energie da dedicare alla comprensione del testo. I criteri da seguire sono:
Qui il discorso si fa più complicato perché i principi per il lavoro sul testo sono meno definiti rispetto ai criteri tipografici.
Molto dipende dal tipo di testo su cui si lavora. Si tratta di scolastica o narrativa? Di un classico o di un autore contemporaneo? Il vantaggio di avere a che fare con autori contemporanei è la possibilità di confrontarsi. Con i classici, invece, si deve agire con cautela: non si può svilire il testo in un riassunto, ma bisogna restituire lo stile originale. Per questo, d’accordo con i terapisti, i classici pubblicati da biancoenero edizioni contengono il CD con il testo letto da un attore: così, quando un ragazzo con difficoltà di lettura si stanca di leggere, può ascoltare il brano e questo lo aiuta anche a cogliere le intonazioni e a interiorizzare i ritmi della narrazione.
Gli elementi da tenere in considerazione sono:
“L’importante è chiedere ai lettori inferenze possibili per la loro fascia di età”. Le inferenze sono quelle informazioni non contenute esplicitamente nel testo, ma che vanno tirate fuori dalle proprie esperienze. Un libro ad alta leggibilità non è un lavoro di pura semplificazione, ma una questione di equilibrio tra l’esigenza di semplicità e l’acquisizione di nuove competenze. Se si procede per gradi, senza dimenticare che l’obiettivo è il progresso e l’autonomia di questi ragazzi e ragazze, allora sì che si possono introdurre parole nuove e una sintassi più complessa. “L’alta leggibilità non è statica, ma dinamica”.
Le immagini sono importanti se sono un aiuto alla lettura e non una distrazione. A volte sono gli stessi ragazzi con DSA a intervenire nella redazione, suggerendo di inserire qualche immagine per chiarire i passaggi più ostici. Ma è fondamentale fare attenzione anche all’aspetto esteriore: i libri ad alta leggibilità devono apparire come libri per tutti, non devono avere un aspetto diverso che finirebbe per essere discriminante.
“La scelta è prima di tutto editoriale” – ci dice Irene – “Scegliamo testi che ci piacciono e che pensiamo possano piacere ai bambini di quell’età. Pubblichiamo tanti autori stranieri che nel loro Paese non sono autori per dislessici, ma semplicemente sanno raccontare storie”. Infatti, se è vero che ci sono esigenze specifiche per i dislessici, sempre più spesso si riscontrano difficoltà simili anche nei cosiddetti normo-lettori. E lo testimoniano gli scarsi risultati sul piano della comprensione.
“La nostra idea è quella di fare libri per tutti, non per soli dislessici! I nostri libri devono servire a far divertire perché più piace la lettura più è facile imparare a leggere”. Obiettivo raggiunto a giudicare dal fatto che molti libri pubblicati da biancoenero edizioni sono stati finalisti al premio Andersen, e non in una categoria specifica per dislessici.
Quindici anni fa non esisteva nessuna attenzione per questo tema. Ai ragazzi dislessici si proponevano libri per bambini più piccoli e quindi o si annoiavano o peggio si vergognavano di leggere. Così si decretava il loro definitivo allontanamento dalla lettura. In altri Paesi, come la Gran Bretagna, invece, esisteva già una proposta di narrativa per DSA. Oggi, dopo tanto lavoro, anche in Italia la possibilità di rendere accessibili i testi a chi ha difficoltà di lettura è abbastanza assodata. Anzi, in un certo senso l’alta leggibilità è diventata una moda, anche se non sempre viene effettivamente realizzata. In ogni caso è un bene che sia una sensibilità riconosciuta: l’attenzione che c’è oggi ci dice che di strada ne abbiamo fatta tanta e stiamo andando nella direzione giusta!
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