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Che cos’è l’ortografia? Un’inutile gabbia di regole che imbrigliano la lingua italiana? Allora perché non dare un bel colpo di spugna e facilitare la vita a grandi e piccini? Forse perché non è eliminando le regole che il gioco diventa più semplice, anzi! A calcio si gioca in 11 contro 11, a rugby la palla si può passare soltanto all’indietro, a scacchi ogni pezzo può muoversi in certe direzioni e non in altre e… in grammatica qual è si scrive senza apostrofo!
Le regole non sono un’imposizione senza senso, ma un accordo convenzionale che ci salva dal caos: questo vale per gli sport, per la società e anche per la lingua.
Tra apostrofi, accenti e consonanti dispettose, quanti tranelli che ci tende la nostra lingua! Ecco una carrellata degli errori più comuni da evitare, con pazienza, buona volontà ed esercizio.
Signori e signore,
venite a visitare
il museo degli errori,
delle perle più rare […]
Nel secondo reparto
c’è l’ago Maggiore:
provate a fare un tuffo,
sentirete che bruciore.
I versi di Gianni Rodari ci invitano a entrare nel museo degli errori, presentandoci subito uno dei “nemici” più temuti degli scrittori di tutte le età: l’apostrofo. C’è chi lo usa a sproposito: il lago non è l’ago, un orso si scrive senza apostrofo e qual è non vuole vederlo nemmeno da lontano! Ma c’è anche chi si dimentica di metterlo proprio quando serve: d’accordo, un’ape e un po’, che non va confuso con il fiume Po.
Egli dà vuole l’accento, l’imperativo da’ si scrive con l’apostrofo e la preposizione da non ha bisogno né dell’uno né dell’altro.
Dì è il giorno, di’ è dimmi e di è la preposizione semplice.
Se congiunzione è diverso da sé pronome personale, così come né congiunzione è diverso da ne particella pronominale.
Il tè si beve, te sei tu.
Lì e là non sono uguali a qui e qua e i monosillabi accentati sono tutti da studiare per non fare strafalcioni.
Ecco un altro grande “tormentone” dell’italiano: si scrive con la C, con la Q o con CQ?
Quando la U è seguita da vocale ci vuole la Q, quando invece è seguita da consonante si usa la C.
Tutto semplice, no? Purtroppo no perché le eccezioni sono tante: scuola, cuore, cuoio e cuoco vogliono la C, per non parlare di taccuino, soqquadro e infine… acqua e tutta la sua famiglia che si scrivono con CQ!
Io ho, tu hai, egli ha… essi hanno. Ecco le forme del verbo avere che vogliono l’acca davanti.
Attenzione, la confusione è dietro l’angolo: o senza acca è una congiunzione, ai e a sono preposizioni e anno senza h è il periodo di 365 giorni che inizia il 1 gennaio e finisce il 31 dicembre.
La pala è per spalare e la palla è per giocare. Sette note per cantare e la notte per sognare! Le parole con le doppie richiedono un po’ di attenzione perché anche una sola lettera può cambiare il significato delle parole.
E poi c’è il ragno che non è come il geranio, compagnia che non è compagna e chi va in Campania non è in campagna.
Aglio è diverso da olio, la Cina non è la china e il getto non è il ghetto.
Gli scacchi per giocare, la scena da recitare, gli sci per sciare, gli sconti per risparmiare e la scuola per imparare. Manca ancora qualcuno: sono scienza e coscienza che della I non fanno senza. Ma occhio a non fare confusione, conoscenza si scrive senza I.
Per i nomi in -cia e -gia c’è una regoletta che ci viene in soccorso: se prima della sillaba finale c’è una consonante il plurale si fa in -ce o -ge; se invece c’è una vocale il plurale è in -cie o -gie. E allora se è una è la spiaggia, se sono due sono le spiagge, se è una è la valigia, se sono due sono le valigie. E lo stesso vale per camicie, che non è il camice del medico.
Un bruco e un drago al plurale diventano bruchi e draghi, ma farmaco e psicologo fanno farmaci e psicologi. Ahi, che guaio! Anzi che guai, con una sola I! Ma attenzione a zio che di I ne vuole due per il plurale zii.
Insomma, le insidie sono tante, ma la “scrittura corretta” (questo significa la parola “ortografia” di origine greca) non è un lusso né una moda superata. Per evitare che gli errori di ortografia in cui tutti siamo incappati tra i banchi delle elementari diventino orrori nella penna degli adulti è bene allenarsi fin da piccoli e imparare a divertirsi con le parole. Se sapremo fare della grammatica una compagna di giochi per i nostri bimbi, anche da grandi continueranno ad averne cura, senza scappare come si fa di fronte a un nemico. Ed è proprio questo l’obiettivo della Grammatica italiana di Redooc: provala e vedrai che tra immagini, video, schede ed esercizi interattivi studiare l’ortografia sarà meno noioso!
Buon allenamento con redooc.com!
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