Cyberbullismo

Molti dei comportamenti racchiusi sotto la definizione di “cyberbullismo” spesso non sono ritenuti tali neppure dalle vittime. Cosa si intende dunque per cyberbullismo? Cosa prevedono le leggi a riguardo e a quali figure affidarsi per cercare aiuto?

Appunti

Internet offre a ciascuno di noi la possibilità di interagire e socializzare con il resto del mondo, percorrendo distanze non raggiungibili fisicamente; eppure lo stesso strumento è anche utilizzato per aggredire, umiliare e molestare altre persone. Il cyberbullismo è una violenza psicologica a tutti gli effetti, capace di causare nelle vittime ansia, insonnia e il conseguente isolamento. Dai 14 anni è inoltre punibile penalmente.

La lezione è arricchita dalle sezioni Laboratorio dove trovare giochi e spunti di conversazione da usare in classe con gli studenti.

Accedi per sempre a tutte le lezioni FREE con video ed esercizi spiegati!

Bullismo e cyberbullismo

Il bullismo è caratterizzato da azioni violente e intimidatorie esercitate da un bullo, o un gruppo di bulli, su una vittima. Le azioni possono riguardare molestie verbali, aggressioni fisiche, persecuzioni, generalmente attuate in ambiente scolastico.

Il cyber bullismo è la manifestazione in Rete del bullismo. 

Oggi la tecnologia consente ai bulli di infiltrarsi nelle case delle vittime, di materializzarsi in ogni momento della loro vita, perseguitandole con messaggi, immagini, video offensivi inviati tramite smartphone o pubblicati sui siti web tramite Internet. Il bullismo diventa quindi cyberbullismo. Il cyberbullismo definisce un insieme di azioni aggressive e intenzionali, di una singola persona o di un gruppo, realizzate mediante strumenti elettronici (sms, mms, foto, video, email, chatt rooms, istant messaging, siti web, telefonate), il cui obiettivo e quello di provocare danni ad un coetaneo incapace di difendersi.

Vedi qui il Portale del Ministero.

Che cos’è il cyberbullismo?

Purtroppo la rete non è utilizzata dagli utenti al solo scopo di socializzare. Forti della distanza fisica tra sé e il malcapitato, alcuni rigettano sul web le proprie frustrazioni, la propria aggressività, incentivando sfide e competizioni in un clima tossico di violenza e derisione.

Secondo la nuova Legge n.71/2017 per cyberbullismo si intende qualunque forma di pressione, aggressione, molestia, ricatto, furto d'identità, acquisizione e manipolazione illecita di dati personali a danno di minorenni realizzata per via telematica, nonché la diffusione di contenuti online che isolino un minore o un gruppo di minori compiendo un serio abuso, un attacco dannoso, o la loro messa in ridicolo.

Dai 14 anni si è penalmente responsabili

Molti dei comportamenti citati nella definizione di “cyberbullismo” non sono tuttavia considerati abusi e reati persino dalle stesse vittime, che, con leggerezza e pazienza, sopportano in silenzio. Tuttavia è importante ricordare che sul web ogni comportamento può essere tracciato e che al compimento dei 14 anni i ragazzi sono penalmente responsabili delle loro azioni sul web. Se questo rappresenta una sicurezza per le vittime, per i cyberbulli è la riprova del fatto che sul web, come “dal vivo”, ciascuno è responsabile delle proprie azioni. 

E se il bullo fossi tu?

Video youtube

Trascorrere il tempo sui social con i propri amici è un passatempo divertente, eppure invita i tuoi alunni a riflettere sui comportamenti che, seppur adottati con le migliori intenzioni, potrebbero ferire l’altro.

Una conversazione in chat ha mai dato adito a fraintendimenti e piccole discussioni? Qualche loro commento è mai stato fonte di dispiacere per il destinatario a cui era rivolto? È mai capitato di scattare di nascosto una foto a un compagno pubblicandola sul gruppo classe a sua insaputa? E se non lo si è fatto in prima persona, si è mai riso della scena? Di fronte a una confessione personale di un’amicizia stretta, è mai balenato nella loro mente di pubblicarla online per ottenere più likes e celebrità? Oppure semplicemente per vendicarsi di un torto subito?

Il cyberbullismo non è un fenomeno che riguarda la sola fase adolescenziale e preadolescenziale: anche i più piccoli stanno iniziando a utilizzare la comunicazione online e allo stesso tempo esplorano modi per testare le reazioni delle altre persone. Un bambino che invia un messaggio violento o volgare è spesso inconsapevole delle reazioni che la sua azione può provocare. Inoltre, le informazioni offensive pubblicate su Internet sono visibili a tutti, nonché difficili da rimuovere completamente. 

Cosa si può condividere online? Insegna ai tuoi studenti a comportarsi come degli amici sul web e non come nemici o semplici spettatori. Virtuale è reale!

SOS challenge sui social network

Le challenge social spopolano sul web e suscitano l’interesse di un gran numero di persone, coinvolgendo soprattutto bambini e adolescenti. Non per forza questo si traduce in situazioni pericolose, tuttavia è bene riconoscerne le dinamiche, soprattutto a tutela dei più piccoli. 

Le sfide e i giochi tra bambini e bambine hanno un’origine molto più antica rispetto alla venuta del web, tuttavia quali sono le loro dinamiche sui social network? Il pubblico è potenzialmente enorme e coloro che partecipano cercano visibilità (e spesso accettazione) tramite likes e commenti. 

Le sfide rappresentano una modalità di condivisione dei contenuti e si diversificano tra loro per natura e intenti: ci sono challenge a scopo benefico, altre creativo; tuttavia quelle di cui bisogna diffidare sono certamente le sfide estreme.

Tik Tok, a motivo delle sue dinamiche peculiari e della costante interazione che prevede tra i profili, è il social che più di tutti le ha lanciate. Le challenge estreme possono tuttavia indurre ragazzi e ragazze a compiere azioni pericolose, come sporgersi da palazzi, finestre o cornicioni, emulando trend diffusi sulla piattaforma. Suggestioni simili possono dipendere dall’azione di adulti che, agganciando via social le vittime, le inducono a compiere atti pericolosi, oppure nascere per volontà degli stessi ragazzi che si incoraggiano reciprocamente, mantenendo i più grandi all’oscuro di tutto.

Come proteggere i più piccoli dai possibili rischi dovuti a tali sfide social? L’importante è che gli adulti di riferimento conoscano le condizioni d’uso  delle piattaforme da loro utilizzate.

Dialogo, interessamento e prevenzione sono dunque le parole chiave per evitare di trovarsi in situazioni incresciose e spiacevoli. Sebbene la pratica di verificare i contenuti a cui bambini e bambine hanno accesso possa essere un comportamento consigliabile, nel caso degli adolescenti ciò potrebbe anche essere inutile e controproducente, interferendo con una dinamica educativa basata sulla responsabilizzazione, la progressiva autonomia e la fiducia. Questi ultimi devono sapere che di fronte a una situazione più grande di loro possono chiedere aiuto, anche e soprattutto se sono incappati in guai e pericoli.

A chi chiedere aiuto?

Video youtube

È possibile per i minori chiedere l’oscuramento, la rimozione o il blocco di contenuti, a loro riferiti e diffusi per via telematica, che ritengono essere atti di cyberbullismo. Foto, video imbarazzanti o offensivi, pagine web o post caricati sui social network in cui si è vittima di minacce, offese o insulti possono facilmente sparire. 

Come?

Chi ha più di 14 anni può inviare la richiesta di cancellazione di tali contenuti direttamente al gestore del sito web o del social su cui sono stati pubblicati. 

Se invece si hanno meno di 14 anni saranno i genitori, oppure i docenti, a pensarci.

E se i contenuti non vengono cancellati?

È possibile rivolgersi al Garante per la protezione dei dati personali che entro 48 ore si attiva sulla segnalazione. Naviga sul sito per saperne di più.

Laboratorio - Una challenge per veri coraggiosi

Video youtube

Una tra le più nobili e lodevoli sfide diventate virali sul web è la Ice Bucket Challenge. Lanciata nel 2014, questa challenge aveva lo scopo di sostenere i malati di Sclerosi Laterale Amiotrofica. Ciascun partecipante doveva versarsi addosso un secchio pieno d'acqua e ghiaccio e nominare tre persone che avrebbero dovuto fare lo stesso nelle 24 ore successive. Il tutto ovviamente accompagnato da una donazione alle associazioni che si occupano di raccolte fondi per sostenere le ricerche. 

La campagna è diventata virale grazie all'ex giocatore di baseball Pete Frates, vittima della SLA, venuto a mancare nel 2020, che aveva iniziato a pubblicare sul proprio account Twitter filmati degli amici.

Secondo i dati diffusi dai social network, su Facebook negli Stati Uniti sarebbero stati condivisi 1,2 milioni di video, mentre su Twitter il numero sarebbe pari a 2,2 milioni. L'AISLA (Associazione Italiana Sclerosi Laterale Amiotrofica) in Italia ha raccolto 2,4 milioni di Euro

A quanto ammontano le donazioni ricevute attraverso la sfida? Secondo L'ASLA Association, nel 2015 l’Ice Bucket Challenge ha contribuito con 115 milioni di Dollari di donazioni. La sfida ha coinvolto personaggi del calibro di Mark Zuckerberg, Elon Musk, ma anche personaggi pop come Justin Bieber e Justin Timberlake. Nel video, la simpatica versione di Bill Gates.

Dopo aver portato agli studenti questo virtuoso esempio di sfida, chiedi quale trend sarebbero disposti a creare su TikTok e per quale azione benefica. A quale delle challenge già esistenti vorrebbero partecipare?

Laboratorio - Cantare contro il bullismo

Video youtube

In questa lezione abbiamo parlato di cyberbullismo, ma il bullismo è un fenomeno che non riguarda solo il digitale. In questa canzone, per esempio, la protagonista è una ragazza che bullizza i compagni di scuola. 

Guardando il video e ascoltando con attenzione il testo, quali osservazioni potete fare? Perché la ragazza si comporta in questo modo?

Vi è piaciuta la canzone? Secondo voi riesce nell'intento di condannare il bullismo?

Seguendo questo esempio, provate a scrivere una canzone contro i bulli. Nel vostro caso, però, il tema dovrà essere il cyberbullismo, così potrete utilizzare le informazioni apprese in questa lezione.