Il trattamento dei dati personali dei minori e il caso TikTok
La tutela dei minori costituisce un principio cardine dell’ordinamento dell’Unione Europea. Il Regolamento europeo per la protezione dei dati personali (General Data Protection Regulation o GDPR) ha stabilito che il trattamento dei dati personali sia lecito a partire dai 16 anni. Quando si parla di dati personali si fa riferimento a informazioni quali data di nascita, indirizzo, numero di telefono, mail: perché questi dati risultino davvero sensibili, però, è necessario che permettano di identificare una persona, cioè che siano associati a un nome e un cognome. Quando ti registri su una piattaforma, spesso ti viene richiesto di indicare nome, cognome e mail: questi sono dati personali perché attraverso di essi puoi essere identificato e contattato. È proprio questo che si intende per trattamento dei dati personali, ossia l’utilizzo di queste informazioni da parte della piattaforma a cui le hai fornite.
Per esempio, consulta l’Informativa Privacy di Redooc per sapere come vengono trattati i dati personali degli utenti registrati.
Il GDPR prevede il tetto dei 16 anni, ma le singole nazioni, e le rispettive leggi, possono abbassare il limite d’età purché non sia inferiore ai 13 anni. Così ha fatto l’Italia, dove l’età minima per iscriversi a un social network è stata fissata a 14 anni. Sotto questa età l’iscrizione e la registrazione è comunque possibile, ma a condizione che ci sia il consenso genitoriale.
E per quei social network il cui pubblico è dato principalmente da utenti di questa fascia di età? Rilevante è il caso della piattaforma TikTok, con più di 800 milioni di iscritti in tutto il mondo, di cui circa 8 milioni italiani. Il pubblico di riferimento è formato in gran parte da adolescenti e preadolescenti: 7 utenti su 10 hanno un’età compresa tra i 13 e i 24 anni. E i minori di 13 anni?
Nel 2020 il Garante della Privacy per la protezione dei dati personali ha mosso a TikTok forti accuse. Se da un lato ha rilevato l’eccessiva facilità con cui permette ai suoi utenti di aggirare il divieto di iscrizione per i minori di 14 anni, dall’altro ha evidenziato come la normativa relativa al trattamento dei loro dati non soddisfa i requisiti di semplicità che permetterebbero la completa comprensione dell’informativa anche ai più giovani. A motivo di ciò da febbraio 2021 oltre 12 milioni e mezzo di utenti italiani hanno dovuto confermare di avere più di 13 anni per accedere nuovamente alla piattaforma e circa 400 mila di questi, di età inferiore ai 13 anni, sono stati rimossi.