Biografia di Ipazia
Ipazia nasce ad Alessandria d'Egitto intorno al 350-370 d.C., figlia di Teone, matematico e astronomo che ha provveduto in prima persona all'istruzione della figlia, avviandola agli studi scientifici. Nell'intestazione del III libro del suo commento al Sistema matematico di Tolomeo, Teone scrive infatti che l'edizione è stata "controllata dalla filosofa Ipazia, mia figlia".
Animata dalla passione per lo studio e da una grande curiosità, Ipazia non si limita agli insegnamenti scientifici del padre, ma si dedica anche alla filosofia e raggiunge livelli tali da assumere la guida della prestigiosa scuola di Alessandria.
Delle opere di matematica e astronomia che le fonti antiche le attribuiscono, non è purtroppo rimasto nulla e questo rende difficile quantificare i suoi effettivi contributi al progresso della scienza. Le testimonianze del suo allievo Sinesio, tuttavia, ci permettono di farci un'idea del lavoro di Ipazia e degli strumenti avanguardistici da lei progettati, come l'astrolabio e l'idroscopio.
Muore di morte violenta nel marzo del 415, quando ad Alessandria gli scontri tra cristiani e pagani raggiungono l'apice della brutalità. Il racconto di Socrate Scolastico, storico del V secolo, ci riferisce che dei cristiani "si appostarono per sorprendere la donna mentre faceva ritorno a casa. Tiratala giù dal carro, la trascinarono fino alla chiesa che prendeva il nome da Cesario; qui, strappatale la veste, la uccisero usando dei cocci. Dopo che l'ebbero fatta a pezzi membro a membro, trasportati i brandelli del suo corpo nel cosiddetto Cinerone, cancellarono ogni traccia bruciandoli". Per questo è ricordata come martire della libertà di pensiero, fedele al solo credo della verità e della ragione.