I vincitori del Premio Nobel nelle discipline STEM

Scopri in questa lezione i vincitori del Premio Nobel nelle discipline STEM.

Appunti

Sotto la dicitura di “discipline STEM” insignite del Premio Nobel rientrano la fisica, la chimica e la medicina

E la matematica? Non esiste il premio Nobel per la matematica. Alfred Nobel, ideatore del premio, credeva fosse una materia troppo teorica, priva di applicazioni pratiche. 

Qual è l’età media dei vincitori del premio? E la distribuzione tra uomini e donne? Scopri queste e altre curiosità nella seguente lezione.

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Nobel nelle discipline STEM? Un traguardo dopo i 70 anni

È ormai un dato di fatto: l’età media dei vincitori del Premio Nobel nei campi della medicina, della fisica e della chimica supera i 70 anni. Se negli anni Trenta i fisici Werner Heisenberg e Paul Dirac ricevevano il prestigioso premio poco più che trentenni, a partire dal 1950 si è iniziato ad assistere a un'inversione di rotta. 

Principalmente uomini, di almeno 65 anni di età. A confermarlo sono le statistiche demografiche relative ai vincitori del prestigioso premio. Il fenomeno, probabilmente, è dovuto al differente numero di scienziati che oggigiorno sono impegnati e lavorano nei settori di ricerca menzionati. 

“Se 100 anni fa c’erano all’incirca un migliaio di fisici, oggi ce ne sarebbero circa un milione in tutto il mondo” fa notare Gustav Källstrand, curatore del Nobel Museum, a Stoccolma.

Il tempo di attesa per conseguire un premio Nobel nelle discipline STEM si è allungato e oggi non lo si ottiene subito dopo aver raggiunto un passo avanti importante nel proprio settore, anche per gli elevati standard di convalidazione richiesti dal comitato per il Premio Nobel.

Che si tratti di un trend fisso, riscontrabile anche per le altre discipline? Niente affatto. Per quanto riguarda infatti i vincitori del Nobel per la Letteratura, l’Economia, ma specialmente per la Pace, la tendenza è addirittura opposta.

Eppure c’è un dato che rimane sempre costante: i Nobel continuano a essere assegnati principalmente a uomini.

I premi Nobel: un riflesso della disparità di genere

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La disparità di genere, problematica conosciuta anche con il nome di gender gap, non risparmia neppure il Premio Nobel.  Da quando è stato istituito, nel 1901, a essere state insignite del premio si contano soltanto 58 donne, contro i quasi 890 uomini

E se ci rivolgiamo soltanto alle discipline STEM? In questo caso il numero diminuisce ulteriormente: scendendo a 21, con una doppia medaglia a Marie Curie, vincitrice del Nobel per la Fisica nel 1903 e della Chimica nel 1911.  

Sono gli stessi dati pubblicati sul sito della Fondazione Nobel a parlare: dall’introduzione del premio i vincitori sono stati principalmente uomini bianchi americani. A essere vittima di questa discriminazione non sono dunque solo le donne, ma anche gli studiosi di colore. Anche questi ultimi sono una perla rara tra i vincitori del premio in campo STEM; mentre risulta più frequente trovarli in categorie non scientifiche, come la Pace o la Letteratura. 

“È davvero triste che così poche donne ricevano il Nobel, ma questa ingiustizia è il riflesso della società in cui viviamo: abbiamo ancora molto lavoro da fare.” Le parole del segretario generale dell’Accademia Reale delle Scienze, incaricata di assegnare i premi in fisica, chimica ed economia.

Se interessato/a, approfondisci la questione della parità di genere attraverso la relativa lezione sulla piattaforma.

“Cucina, rassetta e vince il Nobel” - Il racconto delle vincitrici del premio attraverso la stampa

Come veniva raccontata la notizia di un Premio nobel femminile nelle materie STEM dai mezzi di comunicazione tradizionali? Da sempre i media trattano le donne di scienza con un linguaggio difficilmente attribuito anche all’universo maschile. 

Negli anni Sessanta e Settanta, la stampa tradizionale annunciava l’assegnazione del Nobel a grandi scienziate con titoli sconcertanti: 

  • “Nobel per la chimica a una moglie inglese”, titolava il The Guardian per comunicare la notizia del premio Nobel per la Chimica nel 1964 alla biochimica britannica Dorothy Crowfoot-Hodgkin a seguito delle sue ricerche sulla vitamina B-12 e il suo contributo nel campo delle molecole biologiche. Altre testate l’hanno rinominata “la casalinga di Oxford”.
  • “Cucina, rassetta e vince il Nobel” rivolgendosi a Rosalyn Sussman-Yalow, fisica statunitense Premio Nobel per la medicina nel 1977 per le sue scoperte sulle applicazioni della radioattività nella medicina.

Questi titoli denotano come, nell’immaginario comune dell’epoca, si facesse ancora fatica a immaginare una donna al di fuori del suo tradizionale ruolo di moglie, madre e casalinga, anche in presenza di importanti traguardi scientifici. 

La situazione è migliorata? Le assegnazioni dell’edizione del 2021 sono esemplificative: tra i vincitori risulta soltanto una presenza femminile, Maria Ressa, giornalista filippina ha condiviso il Nobel per la Pace con il collega russo Dmitry Muratov: entrambi sono stati premiati per i loro sforzi nel salvaguardare, attraverso le rispettive inchieste giornalistiche, la libertà di espressione nel loro paese.