Intervista a Luca Rancilio e Marianna Sacchi
Video intervista a Luca Rancilio e Marianna Sacchi di Rancilio Cube.
Proteggere, ripristinare e favorire un uso sostenibile dell'ecosistema terrestre, gestire sostenibilmente le foreste, contrastare la desertificazione, arrestare e far retrocedere il degrado del terreno, e fermare la perdita di diversità biologica
Le risorse naturali hanno subito dagli anni ‘50 del secolo scorso un declino senza precedenti nella storia umana. Una specie su otto è a rischio estinzione.
Per l’Italia la tendenza è estremamente negativa, causata dal netto peggioramento degli indicatori elementari relativi alla frammentazione del territorio e al consumo di suolo.
Video intervista a Luca Rancilio e Marianna Sacchi di Rancilio Cube.
Ecco l'elenco dei sotto target del Goal 15 dell'Agenda 2030 ONU:
La perdita di biodiversità sta avvenendo a ritmi accelerati e secondo il Red List Index il rischio di estinzione di oltre 20mila specie è aumentato del 10% negli ultimi 25 anni.
Tra il 2000 e il 2015, il degrado del suolo ha riguardato il 20% della superficie terrestre, con impatti diretti sulle vite di oltre un miliardo di persone. Permane il fenomeno della deforestazione, anche se negli ultimi anni è proceduto a un tasso del 25% più lento rispetto al quinquennio 2000-2005.
Il Goal 15 è uno dei due Obiettivi su cui l'Unione europea ha registrato un sensibile peggioramento tra il 2010 e il 2017.
L’indicatore sintetico appare in netto peggioramento. Tale andamento riflette il significativo aumento della impermeabilizzazione del suolo da copertura artificiale, cresciuta di
circa 350 km2 all’anno (un’area superiore alla superficie di Malta) nel periodo 2006-2015.
Il Rapporto ASviS evidenzia un netto peggioramento della situazione relativa all’ambiente naturale, soprattutto a causa dell’eccessivo consumo di suolo e della frammentazione del territorio, con una situazione particolarmente critica nel Nord Italia. Il Veneto e la Lombardia presentano la condizione più problematica, con i valori più alti per quanto riguarda la copertura del suolo (12,3% Veneto e 13% Lombardia) e la frammentarietà (57,3% Veneto e 52,4% Lombardia).
Tuttavia, nel 2019 non si evidenziano misure normative rilevanti per il Goal 15, nonostante il 2020 sia il termine ultimo per diversi Target di cui si compone l’Agenda 2030. Inoltre, diversi inadempimenti sono stati segnalati all’Italia anche dalla Commissione europea nel pacchetto infrazioni di gennaio 2019.
Migliora, invece, l’indice di boscosità, il cui andamento è però dovuto al progressivo abbandono dei terreni agricoli.
L’Italia deve dare seguito alle raccomandazioni riportate nei vari Rapporti annuali sullo stato del Capitale Naturale previsti dalla Legge 221/2015 ed è prioritario attuare a tutti i livelli amministrativi il Target 15.9 che prevede l’integrazione dei valori “di ecosistema e di biodiversità nella pianificazione nazionale e locale, nei processi di sviluppo, nelle strategie di riduzione della povertà e account nella contabilità”.
Serve una riforma fiscale ambientale che orienti il mercato verso produzioni e consumi sostenibili. Anche gli appalti pubblici devono seguire lo stesso orientamento. Come già ricordato, i sussidi ambientalmente dannosi devono essere complessivamente eliminati entro il 2025. Va valutata la possibilità di proporre in sede Ue deroghe al Patto di stabilità per finanziare interventi di ripristino e tutela degli ecosistemi.
È urgente arrivare all’approvazione di un’adeguata legge nazionale con l’obiettivo di azzerare il consumo di suolo e il degrado del territorio come proposto nel Ddl Ac 63 “Disposizioni per l’arresto del consumo di suolo e per il riuso dei suoli edificati”.
Vanno privilegiate le opzioni “in armonia con la natura” (Nature-based solutions, Green infrastructures, ormai ben riconosciute anche a livello normativo in sede europea) rispetto a quelle infrastrutturali tradizionali (Grey infrastructures) e bisogna proseguire nel consolidamento del sistema delle aree protette nazionali e regionali, e della Rete natura 2000 a terra e a mare, valorizzandone il ruolo di tutela del territorio rispetto al consumo di suolo e alla frammentazione degli ecosistemi, attraverso lo sviluppo delle connessioni mediante sistemi di reti ecologiche e di infrastrutture verdi. Analogo coordinamento va realizzato nei vari territori, anche nell’ambito della pianificazione per l’adattamento ai cambiamenti climatici, della prevenzione del rischio idro-geologico, della siccità e degli incendi per la tutela delle foreste.
Con il coinvolgimento delle regioni e degli Enti locali, va rafforzato l’impegno per il raggiungimento degli obiettivi comunitari e nazionali di recupero e ripristino degli ecosistemi degradati, di miglioramento della connettività ecologica e di riduzione dell’artificializzazione e impermeabilizzazione del suolo, con particolare riferimento agli ambiti dei sistemi fluviali e delle zone umide.
Tutti i contenuti della lezione sono tratti da ASviS (Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile).
Caricamento in corso...
Caricamento in corso...