Intervista a Clelia Pizzalli e Monica Tosi

Video intervista a Clelia Pizzalli e Monica Tosi di Rishilpi International.
Garantire a tutti la disponibilità e la gestione sostenibile dell’acqua e delle strutture igienico sanitarie
Nel mondo, 785 milioni di persone non hanno accesso ad acqua potabile.
Dal 2014 è cresciuto il numero di famiglie italiane che denunciano l’inefficienza del sistema di gestione dell’acqua (10%), con prestazioni migliori al Nord Italia rispetto al Centro e al Mezzogiorno.
Video intervista a Clelia Pizzalli e Monica Tosi di Rishilpi International.
Ecco l'elenco dei sotto target del Goal 6 dell'Agenda 2030 ONU:
L’acqua è una risorsa a rischio per la quale la domanda cresce più velocemente rispetto all’aumento della popolazione.
Nel mondo, 785 milioni di persone non hanno accesso ad acqua potabile.
Sono 2 miliardi le persone che vivono in Paesi soggetti a forte stress idrico ed entro il 2030 potrebbero essere 700 milioni gli sfollati a causa di grave scarsità d’acqua.
2,4 miliardi di persone non hanno accesso a servizi igienici di base come WC o latrine.
Ogni giorno circa 1000 bambini muoiono a causa di malattie legate all'acqua e all'igiene.
L’Unione europea è l’area del mondo più avanzata rispetto agli Obiettivi di sviluppo sostenibile.
Per misurare la dinamica dei singoli Paesi rispetto agli SDGs sono stati elaborati degli indicatori compositi, ma per il Goal 6 non è stato possibile misurare l'eventuale miglioramento o peggioramento della situazione tra il 2010 e il 2017 a causa della mancanza di dati.
L’efficienza del sistema idrico è uno dei tanti nodi irrisolti italiani. Il Rapporto ASviS 2019 evidenzia che nel corso dell’ultimo anno non sono state adottate misure efficaci per diminuire la dispersione della risorsa. Inoltre, nel marzo 2019, la Commissione europea ha deferito nuovamente l’Italia alla Corte di Giustizia per il mancato trattamento adeguato delle acque reflue urbane.
In Italia, dopo un breve periodo positivo legato alla gestione dell’acqua, dal 2014 è cresciuto il numero di famiglie che denunciano l’inefficienza del sistema. In generale, il Nord Italia registra prestazioni migliori rispetto al Centro e al Mezzogiorno. Nel corso del 2017 l’Umbria, il Lazio e la Basilicata sono le regioni dove si è registrata la variazione più drastica per irregolarità nell’erogazione dell’acqua e inefficienza della rete di distribuzione dell’acqua potabile. Restano però Calabria e Sicilia quelle con la situazione più critica: la quota di famiglie che denuncia irregolarità è pari al 36% in entrambe le regioni, lontane dalla media nazionale che si attesta a quota 10%.
Per migliorare la gestione sostenibile delle risorse idriche vanno sostenute politiche innovative, anche attraverso l’uso di sistemi di elaborazione dei dati sempre più dettagliati. Inoltre, per arginare le perdite di rete e l’inadeguata depurazione è indispensabile realizzare interventi straordinari, assicurando il coordinamento territoriale delle Autorità di Bacino, delle Regioni e degli Ambiti territoriali ottimali (Ato) e definendo piani industriali che obblighino i gestori dei servizi ad assicurare standard adeguati ed effettuare investimenti correlati agli utili.
Va rafforzato l’impegno per il raggiungimento degli obiettivi comunitari e nazionali di recupero e ripristino degli ecosistemi degradati, di miglioramento della connettività ecologica e di riduzione dell’artificializzazione e impermeabilizzazione del suolo, con particolare riferimento agli ambiti dei sistemi fluviali e delle zone umide.
Anche a tal fine è urgente approvare una legge che recepisca l’esito del referendum del 2011 per l’acqua pubblica come bene comune, diritto universale inalienabile. In tal modo si consoliderebbe il riconoscimento del diritto umano all’acqua, con un livello di minimo vitale gratuito per tutti sottratto alle regole del mercato.
Parallelamente, va prevista l’attivazione di un Fondo internazionale di solidarietà per progetti di cooperazione internazionale volti a garantire l’accesso all’acqua nei Paesi più poveri, favorendo l’impegno degli enti locali e le forme partecipative a tutela di questa risorsa (come espresse dalla proposta della “Carta delle città per il diritto all’acqua”).
In sintesi, bisogna:
Tutti i contenuti della lezione sono tratti da ASviS (Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile).