Intervista a Paolo Ferrara

Video intervista a Paolo Ferrara di Terre des Hommes.
Ridurre l'ineguaglianza all'interno di e fra le Nazioni
In molti Paesi cresce la quota di ricchezza nelle mani dell’1% della popolazione.
In Italia a partire dal 2015 migliora la situazione grazie alla ripresa del tasso di variazione del reddito familiare pro capite per il 40% più povero della popolazione e a quello per il totale della popolazione. Aumenta invece il rischio di povertà e permangono elevate le diseguaglianze territoriali e il divario di genere.
Video intervista a Paolo Ferrara di Terre des Hommes.
Ecco l'elenco dei sotto target del Goal 10 dell'Agenda 2030 ONU:
Entro il 2030, raggiungere e sostenere progressivamente la crescita del reddito del 40 per cento più povero della popolazione ad un tasso superiore rispetto alla media nazionale
Entro il 2030, potenziare e promuovere l'inclusione sociale, economica e politica di tutti, a prescindere da età, sesso, disabilità, razza, etnia, origine, religione, status economico o altro
Garantire a tutti pari opportunità e ridurre le disuguaglianze di risultato, anche attraverso l’eliminazione di leggi, di politiche e di pratiche discriminatorie, e la promozione di adeguate leggi, politiche e azioni in questo senso
Adottare politiche, in particolare fiscali, e politiche salariali e di protezione sociale, e raggiungere progressivamente una maggiore uguaglianza
Migliorare la regolamentazione e il controllo dei mercati e delle istituzioni finanziarie globali e rafforzarne l'applicazione
Assicurare maggiore rappresentanza e voce per i paesi in via di sviluppo nel processo decisionale delle istituzioni economiche e finanziarie internazionali a livello mondiale al fine di fornire istituzioni più efficaci, credibili, responsabili e legittime
Facilitare la migrazione ordinata, sicura, regolare e responsabile e la mobilità delle persone, anche attraverso l'attuazione di politiche migratorie programmate e ben gestite
Attuare il principio del trattamento speciale e differenziato per i paesi in via di sviluppo, in particolare per i paesi meno sviluppati, in conformità con gli accordi dell'Organizzazione Mondiale del Commercio
Promuovere l’aiuto pubblico allo sviluppo e i relativi flussi finanziari, compresi gli investimenti esteri diretti, agli Stati dove il bisogno è maggiore, in particolare i paesi meno sviluppati, i paesi africani, i piccoli Stati insulari in via di sviluppo e i paesi senza sbocco sul mare in via di sviluppo, in accordo con i loro piani e programmi nazionali
Entro il 2030, ridurre a meno del 3 per cento i costi di transazione delle rimesse dei migranti ed eliminare i corridoi di rimesse con costi più alti del 5 per cento.
In molti Paesi, una quota crescente della ricchezza aggregata netta totale va all’1% della popolazione, mentre il restante 40% riceve meno del 25% del reddito nazionale.
Permangono inoltre notevoli disuguaglianze in termini di accesso alla salute e all’educazione.
Sempre più Paesi si dotano di politiche per facilitare una migrazione sicura e ordinata, ma occorre maggiore impegno per proteggere i diritti e il benessere socio-economico dei migranti.
Il Goal 10 è uno dei cinque Obiettivi per cui tra il 2010 e il 2017 la situazione è rimasta stabile nei Paesi dell'Unione europea.
L’indicatore composito mostra una lieve tendenza negativa fino al 2014, causata dal peggioramento della disuguaglianza del reddito disponibile. Il leggero miglioramento del 2017 è guidato dall’aumento del PIL pro capite (corretto per le parità dei poteri d’acquisto) e dalla riduzione della distanza tra il reddito della popolazione a rischio povertà dopo i trasferimenti e quello corrispondente al 60% del reddito disponibile mediano equivalente.
Le forti diseguaglianze che interessano il nostro Paese riguardano molteplici dimensioni della vita umana, dice il Rapporto ASviS: economiche, anzitutto, e sociali, che si manifestano nell’accesso iniquo ai servizi fondamentali e alla ricchezza comune (ambiente, paesaggio, risorse naturali e conoscenza). La situazione dell’Italia relativamente al Goal 10, dopo un periodo altalenante, a partire dal 2015 migliora grazie alla ripresa del tasso di variazione del reddito familiare pro capite per il 40% più povero della popolazione e a quello per il totale della popolazione. Aumenta invece il rischio di povertà e permangono elevate le diseguaglianze territoriali e il divario di genere. In particolare, si segnala una considerevole distanza del Mezzogiorno dalla media italiana, soprattutto per quel che riguarda l’indice di disuguaglianza del reddito disponibile e il rischio di povertà.
Nel nostro Paese cresce la concentrazione della ricchezza privata: nel 1995, il 10% più ricco della popolazione italiana (circa 5 milioni di adulti) concentrava nelle proprie mani poco meno della metà della ricchezza netta del Paese. Nel 2016 questa quota superava il 60%. Eppure, l’evoluzione della legislazione relativamente al Goal 10 presenta una serie di provvedimenti dai quali non emerge una visione organica e programmatica del contrasto alle diseguaglianze. La lotta alle diseguaglianze è presente principalmente in relazione al “Reddito di cittadinanza”, ma il contrasto alla povertà sembra connesso principalmente al reddito del lavoro, e non anche alle differenti opportunità di formazione.
Secondo il Rapporto, è necessario:
Tutti i contenuti della lezione sono tratti da ASviS (Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile).