La storia dell'Iliade

L’Iliade non racconta l'intera guerra di Troia, ma solo 51 giorni del nono e ultimo anno di conflitto.
La guerra era scoppiata perché Paride, uno dei figli di Priamo, re di Troia, aveva rapito Elena, la donna più bella del mondo e moglie di Menelao, un re acheo. Questi aveva perciò organizzato una spedizione contro Troia con suo fratello Agamennone e altri eroi achei, come il valoroso e bellissimo Achille, l’astuto Ulisse, il possente Aiace Telamonio…
Il poema si apre con gli Achei in difficoltà: Agamennone ha tenuto come bottino di guerra Criseide, figlia di Creso, sacerdote del dio Apollo. Questi per vendetta ha fatto scoppiare la peste che sta facendo molti morti tra i guerrieri achei. Agamennone viene allora convinto a restituire Criseide, ma in cambio si prende Briseide, una delle schiave di Achille. Achille, in preda all’ira per l’intollerabile offesa, si chiude nella sua tenda e si rifiuta di combattere e i Troiani ne approfittano per avanzare.
Patroclo, il migliore amico di Achille, decide di andare a combattere al suo posto indossando le sue armi. In battaglia viene però ucciso da Ettore, il più valoroso dei figli di Priamo. Quando Achille scopre che Patroclo è stato ucciso, viene di nuovo assalito da un’ira funesta: torna a combattere, fa strage di Troiani e uccide Ettore. Non si accontenta di ucciderlo, ne sfigura il cadavere attaccandolo a un carro trainato da cavalli sotto le mura di Troia.
Priamo, il padre di Ettore, chiede la restituzione del corpo del figlio, ma Achille, sdegnosamente, si rifiuta. Allora l’anziano sovrano affronta il rischio e l’umiliazione di andare nel campo degli Achei, nella tenda di Achille, e riesce a commuoverlo e a farsi restituire il corpo di Ettore. L’Iliade si conclude con i giochi funebri in onore di Patroclo e con i funerali di Ettore.