Prerequisiti per studiare Pirandello
Per studiare Pirandello è necessario conoscere il Premio Nobel.
Scopri le principali informazioni sulla vita e le opere di Luigi Pirandello, vincitore del Premio Nobel per la Letteratura nel 1934. Tra le sue opere vanno ricordati i romanzi Il fu Mattia Pascal e Uno, nessuno, centomila e i drammi Così è (se vi pare) e Sei personaggi in cerca d'autore.
Luigi Pirandello nasce ad Agrigento nel 1867 da una famiglia agiata. Nel 1903, però, una frana nella miniera di zolfo di proprietà del padre causa la rovina economica di Pirandello e accentua la malattia mentale della moglie, che morirà in una clinica psichiatrica nel 1959.
Dopo la Prima guerra mondiale, decide di dedicarsi esclusivamente al teatro e i suoi drammi gli daranno successo e fama nel mondo, tanto da ottenere il Premio Nobel nel 1934.
Muore due anni dopo, nel 1936, a Roma.
Per studiare Pirandello è necessario conoscere il Premio Nobel.
Ripassa le informazioni principali sulla vita e il pensiero di Luigi Pirandello guardando il video con la mappa mentale narrata.
Nella mappa trovi le date fondamentali della vita di Luigi Pirandello e alcuni aspetti fondamentali del suo pensiero.
Nelle sue opere è evidente la riflessione sul conflitto tra realtà e apparenza: ognuno, infatti, indossa una maschera e paradossalmente l'unica via per recuperare la propria identità è la follia. Perciò i pazzi hanno il coraggio di dire sempre la verità, senza preoccuparsi delle convenzioni sociali e morali che ci rendono schiavi. Ne deriva una visione pessimistica del mondo, unita a un relativismo conoscitivo per cui l'uomo non è in grado di capire né gli altri né se stesso. È impossibile infatti conoscere la vera personalità che si nasconde dietro le maschere di ciascuno, non c'è una realtà oggettiva, ma ognuno ha la sua visione del mondo e la conseguenza è l'incomunicabilità, perché le parole possono essere interpretate diversamente e generare incomprensioni.
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La fama di Luigi Pirandello è legata alle sue opere teatrali, che mirano a mostrare la realtà oltre la maschera per far sì che lo spettatore si veda com'è veramente.
La prima fase del teatro pirandelliano è in dialetto siciliano e in diversi casi si tratta di adattamenti di novelle.
Poi Pirandello si allontana dal Verismo per dar vita a un teatro umoristico e grottesco, in cui domina il relativismo, come si vede chiaramente nel dramma Così è (se vi pare).
Infine c'è la fase del metateatro, cioè il teatro nel teatro, con drammi come Sei personaggi in cerca d'autore e Enrico IV.
Il primo successo, però, è merito di un romanzo, Il fu Mattia Pascal, pubblicato nel 1904. È la storia di un uomo che tenta di evadere da una vita infelice senza riuscirci. Nel 1926 Pirandello pubblica il suo ultimo romanzo, Uno, nessuno e centomila, in cui il protagonista Vitangelo Moscarda cerca di distruggere le immagini di lui che gli altri si sono costruiti fino a diventare pazzo.
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Nel 1908 Pirandello pubblica il saggio L'umorismo in cui distingue i concetti di "comico" e "umoristico".
Nel passo che trovi nella scheda Pirandello spiega la differenza con un esempio. Il comico genera il riso perché è "avvertimento del contrario", cioè mostra una situazione contraria rispetto alla normalità; l'umoristico invece può al massimo far sorridere e fa sorgere compassione nei confronti delle debolezze degli altri: riflettendo, infatti, dall'avvertimento del contrario si passa al "sentimento del contrario" in cui riso e pianto si uniscono.
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Pirandello amava definirsi scherzosamente "figlio del Caos", alludendo al nome della piccola contrada vicino a Girgenti (Agrigento) in cui era nato: in dialetto era chiamata Càvusu, che deriva proprio dal greco Kaos.
Nel testamento Pirandello rifiuta un funerale solenne e chiede di essere cremato, esprimendo la volontà che le sue ceneri vengano sparse o sepolte proprio nel giardino della villa di contrada Caos. Il regime fascista, che avrebbe voluto tributargli l'onore delle esequie di Stato, rispetta le ultime volontà del drammaturgo in merito alla cerimonia funebre, ma le ceneri vengono deposte nel cimitero del Verano. Ci vorranno poi diversi anni per trasferire le ceneri da Roma ad Agrigento, anche grazie all'intervento di Andrea Camilleri, e dal 1962 le ceneri di Pirandello sono nel giardino di Caos.
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