Prerequisiti per studiare la nascita della Repubblica
Per studiare la nascita della Repubblica è necessario conoscere:
Scopri gli eventi dal 1943 al 1948 che portano alla nascita della Repubblica e all'entrata in vigore della Costituzione. Dalla caduta del fascismo alla resitenza partigiana fino ad arrivare al Referendum del 2 giugno 1946, che sancisce il passaggio dalla monarchia alla repubblica, e alla Costituzione del 1948.
La nascita della Repubblica e l'entrata in vigore della Costituzione sono la risposta al ventennio fascista e l'inizio della stagione delle libertà riconquistate, dei diritti al pluralismo e del riconoscimento dei valori democratici.
Gli anni Quaranta del secolo scorso rappresentano per la storia d’Italia un periodo davvero cruciale, di svolta. Dopo due anni di guerra civile, tra l’8 settembre 1943 e l'aprile del 1945, combattuta e vinta dalle bande partigiane contro l’esercito della cosiddetta Repubblica di Salò, gli italiani si liberano dal nazifascismo, rinunciano per sempre alla forma monarchica in luogo di quella repubblicana, abbracciano la democrazia e la pace, riconoscono finalmente il voto alle donne e scrivono la Costituzione della Repubblica italiana i cui 12 articoli fondamentali mantengono ancor oggi intatta la loro forza fondativa e regolativa.
Per studiare la nascita della Repubblica è necessario conoscere:
La rinascita italiana attraversa tappe fondamentali che scandiscono la fuoriuscita dal totalitarismo fascista e inaugurano la stagione democratica: ritornano legali i partiti, le associazioni, i giornali, i sindacati e in generale tutte quelle istituzioni e corpi intermedi che il fascismo aveva assorbito, tacitato o messo fuori legge per potersi assicurare il monopolio della narrazione e della gestione della vita politica, sociale ed economica. Ritornano il pluralismo e la dialettica politica; ritorna il diritto in luogo delle violenze e la libertà al posto dei soprusi.
Per riuscire a capire i valori espressi dalla nostra carta costituzionale, non si può prescindere dalla narrazione e dalla comprensione tanto del ventennio fascista, quanto degli anni cruciali che vanno dal cambio di schieramento dell’8 settembre 1943 al 1 gennaio 1948, quando entra in vigore la Costituzione della Repubblica italiana, inaugurando simbolicamente una nuova epoca di pace e prosperità, non soltanto per l’Italia ma anche per l’Europa intera.
Nasce un’Italia nuova che, mezzo secolo dopo, sarà una delle nazioni fondatrici dell’attuale Unione europea.
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Il 25 aprile, giorno in cui Milano fu liberata dai nazifascisti, è stato scelto come data simbolo per festeggiare l'Anniversario della Liberazione d'Italia. La Festa è stata istituita nel 1946 e prevede l'omaggio del Presidente della Repubblica alla tomba del Milite Ignoto, militare italiano di identità sconosciuta morto nella Prima Guerra Mondiale che è divenuto simbolo di tutti i caduti e i dispersi in guerra italiani. Una corona di alloro viene deposta sulla tomba che si trova all'Altare della Patria al Vittoriano sotto la statua della dea Roma.
Spesso nei festeggiamenti viene intonata la canzone Bella ciao, diventata il simbolo della lotta e della resistenza italiana contro il nazifascismo. Il brano, in realtà, ha un'origine incerta, forse legata a un canto popolare delle mondine o ispirata a una ballata francese del Cinquecento, e si è diffuso soprattutto nel dopoguerra come inno alla libertà contro l'invasore. Questa canzone è conosciuta in tutto il mondo e, recentemente, è persino stata citata all’interno de La casa di carta, una serie tv spagnola di grande successo, dove viene esplicitamente fatto riferimento alla resistenza partigiana italiana.
A Seconda guerra mondiale conclusa, il 2 giugno 1946 gli italiani e, per la prima volta, le cittadine italiane, tornano a votare. Attraverso un referendum è chiesto al popolo se continuare a essere una monarchia oppure divenire uno stato repubblicano. Il re Vittorio Emanuele III aveva avuto grandi responsabilità nell’ascesa al potere di Mussolini e nell’instaurazione del ventennio fascista; il secondo conflitto mondiale ci aveva lasciato in una profonda condizione di arretratezza, senza una precisa identità politica e sociale.
Nasce in questo contesto la Repubblica italiana, dalle ceneri di un Paese distrutto: se al Nord la repubblica vince in maniera schiacciante, dai voti del Sud si evince ancora una propensione per la monarchia. Nonostante ciò, con un divario di poco meno di 3.000 voti, la maggioranza propende per la forma repubblicana.
Come si celebra ad oggi questa ricorrenza? Se a livello locale l’organizzazione è imputata alle singole città, a livello nazionale la manifestazione ufficiale si tiene a Roma e prevede per il Presidente della Repubblica la deposizione di una corona di alloro sulla tomba del Milite Ignoto, come omaggio a tutti i caduti e dispersi durante le guerre, e una parata militare. Seguono l’esecuzione dell’inno di Mameli e l’esibizione delle frecce tricolori che attraversano il cielo della capitale. La celebrazione si conclude nel pomeriggio, con l’apertura al pubblico dei giardini del palazzo del Quirinale, sede della Presidenza della Repubblica.
Nata come bandiera militare, la bandiera italiana viene proposta nel 1796, sulla scia dell’esempio francese del 1790, per distinguere il contingente italiano all’interno dell’esercito napoleonico nelle repubbliche Cispadana e Cisalpina. Il blu della bandiera francese viene sostituito dal verde, colore delle uniformi dei volontari che combattevano per l’Italia e del nostro paesaggio.
A seguito della sconfitta napoleonica, tuttavia, il tricolore viene abolito e ritorna soltanto nei moti risorgimentali, adottato nel Regno di Sardegna dai Savoia, con l’aggiunta del loro scudo al centro.
In seguito alla proclamazione della Repubblica, avvenuta attraverso il referendum sulla forma istituzionale dello stato il 2 giugno 1946, il tricolore diviene ufficialmente la bandiera d’Italia, con la rimozione dello scudo dei Savoia.
Per una versione integrale della storia della bandiera italiana ripercorri tutte le tappe sulla pagina dedicata del sito del Quirinale.
Il 4 Novembre 2001, Carlo Azeglio Ciampi, nel ruolo di Presidente della Repubblica, ha lanciato questa esortazione: «Non è un caso che i Padri Costituenti, come simbolo di questo insieme di valori fondamentali, all’Articolo 12, indicarono il Tricolore italiano. Il Tricolore non è semplice insegna di Stato. È un vessillo di libertà, di una libertà conquistata da un popolo che si riconosce unito, che trova la sua identità nei principi di fratellanza, di uguaglianza, di giustizia nei valori della propria storia e della propria civiltà. Per questo, adoperiamoci perché in ogni famiglia, in ogni casa ci sia un Tricolore a testimoniare i sentimenti che ci uniscono fin dai giorni del glorioso Risorgimento.»
È questo lo spirito con cui la bandiera tricolore è esposta sugli edifici pubblici, a partire dal 1998, oppure sui balconi degli italiani nei periodi in cui il richiamo all’unità nazionale è sentito come forte e urgente. Se n’è avuto un esempio nel marzo 2020, quando il lockdown dovuto all’emergenza sanitaria ci ha costretti in casa, facendo riemergere in molti l’orgoglio di essere italiani.
Entrata in vigore il 1 gennaio 1948 come legge dello Stato, la Costituzione italiana è un testo regolativo che si compone di tre differenti parti:
La Costituzione è l'insieme delle leggi fondamentali di uno stato: non si tratta di divieti, ma di protezioni e garanzie.
Lo stile è semplice, perché deve essere comprensibile per tutti.
I valori fondamentali che difende sono la dignità della persona, il pluralismo, opposto al totalitarismo, e il lavoro, come fonte di reddito e come realizzazione personale.
Nel video Benigni spiega l'Articolo 1 della Costituzione.
“Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese”.
Il presente articolo rappresenta al tempo stesso sia i valori dell’antifascismo, tipici della resistenza partigiana, sia quelli più squisitamente democratici, idealmente mutuati tanto dagli ideali della Dichiarazione d’indipendenza degli Stati Uniti d’America, quanto da quelli della Rivoluzione francese.
Puoi leggere tutti gli articoli della Costituzione sul sito del Governo italiano.
Per stampare la mappa con gli avvenimenti principali degli anni 1943-1948, scarica il pdf in bianco e nero qui: