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Le leve
Impara ad utilizzare le leve per sollevare dei solidi utilizzando i momenti delle forze.
Appunti
Le leve sono macchine che sfruttano i momenti delle forze per eseguire lavori come per esempio sollevare qualcosa di pesante. Ne esistono di tre tipi:
- di primo genere (vantaggiose, svantaggiose, indifferenti)
- di secondo genere (sempre vantaggiose)
- di terzo genere (sempre svantaggiose)
Contenuti di questa lezione su: Le leve
Le leve - Video

Per iniziare, guarda il video che introduce il funzionamento e la classificazione delle leve (in fondo alla lezione puoi trovare il video con gli esercizi correlati!).
Guarda su youtube: Le leve
Grazie alla Prof.ssa Daniela Molinari
Testo: Dal libro U. Amaldi, "Dalla mela di Newton al bosone di Higgs", vol. 1+2 plus, cap. 5, Zanichelli
Le leve
Come possiamo sollevare un elefante di massa maggiore a £$1000 \ \text{kg}$£ solo avendo un sasso e una barra rigioda di ferro? Utilizzando le leve!
Una leva è una macchina che sfrutta i momenti delle forze per le esigenze umane (tipo sollevare qualcosa di pesante). È formata da un'asta rigida che ruota attorno ad un punto chiamato fulcro £$(F)$£. Il fulcro può essere agli estremi della leva oppure al centro.
Sull'asta agiscono due forze:
- la forza motrice £$(F_m)$£ che agisce sulla leva (di solito rappresentata dall'azione umana)
- la forza resistente £$(F_r)$£ che resiste alla forza motrice (di solito rappresentata da un oggetto).
Il braccio motore £$b_m$£ è la distanza dal fulcro del punto di contatto della forza motrice con la leva, il braccio resistente £$b_r$£ è la distanza dal fulcro del punto di contatto della forza resistente con la leva.
Bracci e forze formano due momenti (motore e resistente) che agiscono sulla leva, la leva è in equilibrio quando la somma dei momenti è uguale a 0.
Quindi affinché la leva sia in equilibrio: £$b_m \cdot F_m = b_r \cdot F_r$£
Perciò per riuscire a sollevare il nostro elefante con una forza inferiore alla sua basterà avere un braccio motore maggiore.
Tipi di leve
Esistono tre tipi di leve:
- le leve di primo genere sono le leve in cui il fulcro è compreso tra i punti dove vengono applicate la forza motrice e la forza resistente. Esempi: le forbici o l'elefante dell'esempio precedente.
- le leve di secondo genere sono le leve in cui la forza resistente agisce tra la forza motrice e il fulcro. Esempi: la cariola e lo schiaccianoci.
- le leve di terzo genere sono le leve in cui la forza motrice agisce tra la forza resistente e il fulcro. Esempi: il bicipite umano o una pinzetta.
Leve di primo genere
Le leve di primo genere sono le leve in cui il fulcro è compreso tra i punti dove vengono applicate la forza motrice e la forza resistente.
Queste leve possono essere:
- vantaggiose, quando il braccio motore è più lungo del braccio resistente, il che comporta che si può sollevare una forza maggiore con una forza minore
- svantaggiose, quando il braccio motore è più corto del braccio resistente
- indifferenti, se i due bracci sono uguali.
Esempi: le forbici o l'elefante dell'esempio precedente.
Leve di secondo genere
Le leve di secondo genere sono le leve in cui la forza resistente agisce tra la forza motrice e il fulcro.
In queste leve il braccio motore è sempre maggiore di quello resistente perciò le leve di secondo genere sono sempre vantaggiose! Infatti grazie alla cariola riusciamo a sollevare un carico molto pesante con una forza modesta.
Esempi: la cariola e lo schiaccianoci.
Esercizi parte 1: le leve - video

Puoi esercitarti facendo gli esercizi proposti nel video e controllare guardando la correzione!
Guarda su youtube: Leve: esercizi
Grazie alla Prof.ssa Daniela Molinari
https://www.amolamatematica.it/
Testo: Dal libro U. Amaldi, "Dalla mela di Newton al bosone di Higgs", vol. 1+2 plus, cap. 5, Zanichelli
Esercizi parte 2: le leve - video

Ecco un altro video con esercizi svolti sulle leve!
Guarda su youtube: Leve:esercizi di correzione
Grazie alla Prof.ssa Daniela Molinari
https://www.amolamatematica.it/
Testo: Dal libro U. Amaldi, "Dalla mela di Newton al bosone di Higgs", vol. 1+2 plus, cap. 5, Zanichelli