Prerequisiti per studiare le particolarità di grafemi e fonemi
Per imparare le particolarità di grafemi e fonemi è necessario conoscere l'alfabeto e la classificazione delle consonanti.
Ora che conosci i grafemi dell’alfabeto scopri a quali fonemi corrispondono. Non farti spaventare da digrammi e trigrammi e impara a riconoscere il dittongo dallo iato.
Ogni grafema rappresenta un fonema? Purtroppo non sempre è così facile: ci sono casi in cui una lettera corrisponde a suoni diversi a seconda del contesto in cui si trova.
Ci sono poi i digrammi e i trigrammi con tutte le loro particolarità e infine i dittonghi e i trittonghi da non confondere con lo iato.
Scopri in questo capitolo tutto quello che vuoi sapere sulle lettere e sui loro suoni.
Per imparare le particolarità di grafemi e fonemi è necessario conoscere l'alfabeto e la classificazione delle consonanti.
Di solito a ogni grafema corrisponde un solo fonema. Questo significa che ogni lettera rappresenta un unico suono che rimane invariato qualunque sia la sua combinazione con le altre lettere all’interno di una parola.
Ci sono però dei segni che rappresentano suoni diversi a seconda del contesto fonico in cui si trovano, cioè a seconda delle lettere con cui si combinano nella parola.
Cosa sono i digrammi e i trigrammi? Niente paura, massa e peso non c’entrano nulla! Si tratta di parole di origine greca che indicano gruppi di due o tre lettere (gramma in greco) che rappresentano un unico suono.
Hai già visto che ci sono grafemi che rappresentano diversi fonemi a seconda del contesto in cui si trovano. D’altro canto ci sono anche fonemi che non possono essere scritti usando un solo grafema, ma hanno bisogno di due o tre lettere.
In italiano i digrammi sono sette e i trigrammi due: studiali nella figura a lato.
Cosa puoi notare dallo studio degli esempi?
C’è ancora qualche particolarità da aggiungere sui digrammi:
Cosa sono dittonghi e trittonghi?
Non confonderti con digrammi e trigrammi che si usano per rappresentare un unico suono. Qui invece si tratta di due o tre vocali accostate pronunciate con una sola emissione di voce.
I dittonghi possibili in italiano sono quelli che vedi nella figura.
Anche i trittonghi si formano con I e U che, unite ad altre vocali, assumono il valore di semivocali: miei, tuoi, buoi, guai… ecco un po’ di esempi di trittonghi, per finire con la “famosa” aiuola, una parola formata da sei lettere, di cui solo una è una consonante.
Non sempre due vocali vicine si pronunciano insieme. Lo iato, infatti, è l’incontro di due vocali che si pronunciano separatamente, al contrario del dittongo.
Qualche esempio? Maestro, poeta, paura, circuito… Si tratta in ogni caso di incontri tra due vocali diverse da I e U oppure con I e U accentate.