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Parole dotte e parole popolari: gli allotropi

Francesca Mondani

Francesca Mondani

DOCENTE DI INGLESE E ITALIANO L2

Specializzata in pedagogia e didattica dell’italiano e dell’inglese, insegno ad adolescenti e adulti nella scuola secondaria di secondo grado. Mi occupo inoltre di traduzioni, SEO Onsite e contenuti per il web. Amo i saggi storici, la cucina e la mia Honda CBF500. Non ho il dono della sintesi.

Nel panorama linguistico italiano, la coesistenza di parole dotte e parole popolari rappresenta una testimonianza della ricchezza della nostra lingua. Queste due categorie lessicali, parole dotte e parole popolari, sebbene spesso convivano nella stessa frase o discorso, derivano da percorsi etimologici differenti e soddisfano esigenze comunicative distinte. Il fenomeno degli "allotropi" evidenzia proprio questa doppia natura di alcune parole, offrendo varianti con sfumature e connotazioni diverse.

In questo articolo, ci dedicheremo all’analisi di questi interessanti fenomeni lessicali, esaminando le origini e le peculiarità delle parole dotte e popolari, e come queste influenzano la nostra comunicazione quotidiana.

Continua a leggere per scoprire tanti esempi di "doppioni" italiani derivati dal latino e ti stupirai di quanto il latino sia ancora vivo nella nostra lingua di tutti i giorni.

Parole dotte e parole popolari

Le parole dotte e le parole popolari rappresentano due differenti strati lessicali della lingua italiana, ognuno dei quali ha origini e funzioni distinte.

Parole Dotte:

  • Origini: le parole dotte sono entrate nella lingua italiana direttamente dal latino classico, spesso attraverso testi scritti e in contesti formali o scientifici. Queste parole sono solitamente percepite come più "colte" o "erudite".
  • Esempi: "fotografia" (dal greco "photos" luce + "graphia" scrittura), "cognizione" (dal latino "cognitio"), "omogeneo" (dal greco "homoios" uguale + "genos" tipo).
  • Utilizzo: vengono spesso utilizzate in contesti formali, come testi accademici, scientifici o giuridici.

Parole Popolari:

  • Origini: le parole popolari hanno origini nel latino volgare, ovvero la lingua parlata quotidianamente dalla popolazione durante l’Impero Romano. Queste parole hanno subito una maggiore evoluzione fonetica e morfologica rispetto alle parole dotte.
  • Esempi: "gamba" (dal latino "gamba"), "uomo" (dal latino "hominem"), "parola" (dal latino "parabola").
  • Utilizzo: queste parole sono frequenti nel linguaggio quotidiano e sono percepite come più vicine alla gente comune.

È interessante notare come in italiano, per lo stesso concetto, possiamo avere sia una parola dotta sia una parola popolare.

Ad esempio, il termine dotto "dentale" e il termine popolare "dei denti" possono riferirsi alla stessa idea, ma con sfumature diverse. Mentre il primo ha un tono più tecnico e specifico, il secondo è di uso comune e immediatamente comprensibile.

Gli allotropi

Cosa sono gli allotropi? Sono due "gemelli", figli simili, ma non identici, della stessa parola latina che nel passaggio all’italiano ha preso strade diverse e ha dato origine a forme con significati anche molto lontani fra loro. Questo perché sono due le vie per cui le parole latine sono arrivate in italiano: la via popolare e la via dotta.

In linguistica, il termine "allotropia" (o "allotropi", al plurale) si riferisce alla presenza di due o più forme alternative per una stessa parola, a seconda del contesto fonologico, morfologico o lessicale in cui compare. L’allotropia può manifestarsi a livello di fonemi, morfemi o parole intere. Gli allotropi, pertanto, sono varianti di una stessa parola o morfema che compaiono in specifici contesti.

Parole dotte e popolari: "bestie e bisce"

Bestie e bisce non sono la stessa cosa, o meglio la biscia è una bestia ben precisa, un serpente. I due termini, però, hanno la stessa origine. Entrambi derivano infatti dal sostantivo femminile bestia, che aveva in latino lo stesso significato con cui lo usi oggi. La parola biscia, invece, è arrivata all’italiano dal latino volgare dove si era trasformata in bistia e ha circoscritto il suo significato, perdendo il valore generico di "animale" per acquisire quello specifico di "serpe".

Parole dotte e popolari: "cose e cause"

Anche cosa e causa condividono la stessa origine. Derivano infatti dal sostantivo femminile latino causa. Di questo la parola italiana causa, di origine dotta, ha conservato identica sia la forma sia il significato, mentre il nome cosa ha subito la chiusura del dittongo au in o e ha generalizzato il significato.

Parole dotte e popolari: "rioni e regioni"

Anche rione e regione sono due allotropi. Il primo di tradizione popolare ha assunto il significato di quartiere, il secondo, derivato per via dotta dal latino regio, -onis, indica invece un territorio più ampio, come quello delle 20 regioni della penisola italiana.

Parole dotte e popolari: "scempi ed esempi"

Stessa origine, ma forme e significati molto diversi. Scempio è il vocabolo che usi per indicare uno strazio, un atto di violenza o di deturpazione. Come esempio, deriva dal latino exemplum, ma, passando attraverso il latino volgare ha cambiato "aspetto" e ha selezionato il senso particolare di punizione crudele che serva da esempio.

Parole dotte e popolari: "Siamo a cavallo!"

A volte, nel passaggio dal latino all’italiano, il vocabolo di origine dotta si è perso e ha lasciato spazio a quello popolare. È il caso di cavallo che deriva dal latino volgare caballus e non dal classico equus. Se ci pensi bene, però, forse ti verrà in mente qualche parola italiana che ha a che fare con equus: che ne dici di equino, equestre e anche equitazione? Ecco tre bei derivati che recuperano la radice dotta e ci invitano a tenere sempre le orecchie aperte per ricostruire la storia delle parole.