Prerequisiti per studiare gli aggettivi qualificativi e il grado
Per studiare gli aggettivi qualificativi e il grado è necessario conoscere:
Gli aggettivi qualificativi attribuiscono al nome a cui si riferiscono una qualità particolare. Qualità che può avere intensità diverse a seconda del grado dell’aggettivo qualificativo.
Che si tratti di qualità morali o materiali, gli aggettivi qualificativi aggiungono al nome una particolare caratteristica, rendendo più specifico il suo significato.
Non sempre, però, si accontentano di esprimere una certa qualità della persona, dell’animale o della cosa che qualificano, ma possono precisare anche in che misura questi la possiedono. Come? Attraverso il grado, che può essere positivo, comparativo o superlativo, ognuno con le sue forme e le sue funzioni specifiche. Scoprile in questa lezione.
Per studiare gli aggettivi qualificativi e il grado è necessario conoscere:
I tipi di qualità che gli aggettivi qualificativi possono attribuire al nome sono molti. In alcuni casi si percepiscono con i sensi, come la forma, il colore, la dimensione, la materia; in altri invece riguardano doti morali, sentimenti, modi di essere.
Di un divano, per esempio, puoi dire che è rosso e morbido.
Del tuo amico Alberto che ci si è appena seduto, che è stanco e spossato.
In entrambi i casi, per descrivere un oggetto come il divano o una persona come Alberto, stai usando degli aggettivi qualificativi!
Il grado positivo di un aggettivo qualificativo attribuisce al nome una qualità senza precisarne la misura.
Se per descrivere un libro che hai letto usi l’aggettivo interessante, per esempio, ne stai indicando una caratteristica, ma lo stai facendo in modo neutro, senza dire quanto è interessante e senza fare paragoni con altri libri.
E se volessi fare un confronto con un altro libro che hai letto? Per stabilire se è più interessante dell’altro, meno interessante dell’altro o interessante come l’altro devi usare il grado comparativo dell’aggettivo qualificativo. Il comparativo serve infatti per fare un paragone:
Le forme del comparativo sono tre:
Il secondo termine di paragone dei comparativi di maggioranza e minoranza può essere introdotto:
Il superlativo esprime la qualità al suo massimo grado di intensità.
Lo usi quindi se vuoi dire che il libro che hai letto è interessantissimo, ma anche che è il più interessante della trilogia di cui fa parte. Cos’hanno di diverso queste due possibilità? Nel primo caso stai usando un superlativo assoluto, nel secondo un superlativo relativo.
Il superlativo assoluto indica l’intensità massima senza riferimenti o paragoni.
Si forma aggiungendo il suffisso -issimo alla radice dell’aggettivo di grado positivo e declinandolo come un aggettivo della prima classe con quattro desinenze.
Esempio: La valigia è pesantissima.
Ci sono anche altri modi per rafforzare l’aggettivo ed esprimere lo stesso concetto: scoprili nella tabella.
Il superlativo relativo si usa invece per dire che una persona, un animale o una cosa ha il massimo grado di una qualità in relazione a un gruppo di cui fa parte.
Si forma aggiungendo il più o il meno davanti all’aggettivo di grado positivo seguito da preposizioni come di, tra, fra e simili che introducono l’elemento di riferimento (che in alcuni casi può essere sottinteso).
Esempio: La valigia di Serena è la più pesante (tra quelle che ho caricato nel bagagliaio).
Ci sono degli aggettivi che, oltre alle forme regolari di comparativo di maggioranza e superlativo assoluto, hanno anche delle forme speciali derivate dal latino totalmente indipendenti da quelle del grado positivo. Studiali nella tabella.
Attento quindi a non dire mai più migliore o più peggiore perché migliore e peggiore sono già aggettivi qualificativi di grado comparativo di maggioranza e non vogliono il più davanti.
Non sono questi, però, gli unici casi particolari da ricordare. Non sei curioso di scoprire anche gli altri per non sbagliare mai a fare paragoni?