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Il grado degli aggettivi qualificativi: cos'è e cosa indica

Francesca Mondani

Francesca Mondani

DOCENTE DI INGLESE E ITALIANO L2

Specializzata in pedagogia e didattica dell’italiano e dell’inglese, insegno ad adolescenti e adulti nella scuola secondaria di secondo grado. Mi occupo inoltre di traduzioni, SEO Onsite e contenuti per il web. Amo i saggi storici, la cucina e la mia Honda CBF500. Non ho il dono della sintesi.

In questa lezione, impareremo cosa sono gli aggettivi qualificativi ed esploreremo il concetto di “grado”, scoprendo come possiamo enfatizzare o attenuare le qualità di ciò che descriviamo attraverso diverse forme di aggettivi.

Pronti? Cominciamo!

Cosa sono gli aggettivi qualificativi?

Gli aggettivi qualificativi attribuiscono al nome a cui si riferiscono una qualità particolare. Qualità che può avere intensità diverse a seconda del grado dell’aggettivo qualificativo. Che si tratti di qualità morali o materiali, gli aggettivi qualificativi aggiungono al nome una particolare caratteristica, rendendo più specifico il suo significato.

Non sempre, però, si accontentano di esprimere una certa qualità della persona, dell’animale o della cosa che qualificano, ma possono precisare anche in che misura questi la possiedono. Come? Attraverso il grado, che può essere positivo, comparativo o superlativo, ognuno con le sue forme e le sue funzioni specifiche. Scoprile in questa lezione!

Tipi di qualità dell’aggettivo

I tipi di qualità che gli aggettivi qualificativi possono attribuire al nome sono molti. In alcuni casi si percepiscono con i sensi, come la forma, il colore, la dimensione, la materia; in altri invece riguardano doti morali, sentimenti, modi di essere.

Di un divano, per esempio, puoi dire che è rosso e morbido.

Del tuo amico Alberto che ci si è appena seduto, che è stanco e spossato.

In entrambi i casi, per descrivere un oggetto come il divano o una persona come Alberto, stai usando degli aggettivi qualificativi!

Il grado positivo dell’aggettivo

Il grado positivo di un aggettivo qualificativo attribuisce al nome una qualità senza precisarne la misura.

Se per descrivere un libro che hai letto usi l’aggettivo interessante, per esempio, ne stai indicando una caratteristica, ma lo stai facendo in modo neutro, senza dire quanto è interessante e senza fare paragoni con altri libri.

Il grado comparativo dell’aggettivo

E se volessi fare un confronto con un altro libro che hai letto? Per stabilire se è più interessante dell’altro, meno interessante dell’altro o interessante come l’altro devi usare il grado comparativo dell’aggettivo qualificativo. Il comparativo serve infatti per fare un paragone:

  • tra due termini in merito a una qualità che entrambi possiedono (Questo libro è più interessante dell’altro);
  • tra qualità diverse di un unico termine (Questo libro è più interessante che divertente).

Le tre forme dell’aggettivo comparativo

Le forme del comparativo sono tre:

  • di maggioranza: si forma aggiungendo più davanti all’aggettivo qualificativo al grado positivo;
  • di minoranza: si forma aggiungendo meno davanti all’aggettivo qualificativo al grado positivo;
  • di uguaglianza: si forma aggiungendo come o quanto dopo l’aggettivo qualificativo al grado positivo, che può anche essere preceduto da tanto o così.

Il secondo termine di paragone dei comparativi di maggioranza e minoranza può essere introdotto:

  • dalla preposizione di (Angela è più alta di Valeria. Stefano è meno grasso di Luca);
  • dalla congiunzione che quando si confrontano due qualità riferite allo stesso nome (Simone è più furbo che onesto) o quando si mettono a paragone due verbi (Giocare con gli amici è più bello che guardare la TV) o due avverbi (Ha vinto più fortunosamente che meritatamente).

Il grado superlativo dell’aggettivo

Il superlativo esprime la qualità al suo massimo grado di intensità.

Lo usi quindi se vuoi dire che il libro che hai letto è interessantissimo, ma anche che è il più interessante della trilogia di cui fa parte. Cos’hanno di diverso queste due possibilità? Nel primo caso stai usando un superlativo assoluto, nel secondo un superlativo relativo.

L’aggettivo superlativo assoluto

Il superlativo assoluto indica l’intensità massima senza riferimenti o paragoni.

Si forma aggiungendo il suffisso -issimo alla radice dell’aggettivo di grado positivo e declinandolo come un aggettivo della prima classe con quattro desinenze.

Esempio: La valigia è pesantissima.

Ci sono anche altri modi per rafforzare l’aggettivo ed esprimere lo stesso concetto: scoprili nella tabella.

L’aggettivo superlativo relativo

Il superlativo relativo si usa invece per dire che una persona, un animale o una cosa ha il massimo grado di una qualità in relazione a un gruppo di cui fa parte.

Si forma aggiungendo il più o il meno davanti all’aggettivo di grado positivo seguito da preposizioni come di, tra, fra e simili che introducono l’elemento di riferimento (che in alcuni casi può essere sottinteso).

Esempio: La valigia di Serena è la più pesante (tra quelle che ho caricato nel bagagliaio).

Comparativi e superlativi particolari

Ci sono degli aggettivi che, oltre alle forme regolari di comparativo di maggioranza e superlativo assoluto, hanno anche delle forme speciali derivate dal latino totalmente indipendenti da quelle del grado positivo. Studiali nella tabella.

Attento quindi a non dire mai più migliore o più peggiore perché migliore e peggiore sono già aggettivi qualificativi di grado comparativo di maggioranza e non vogliono il più davanti.

Non sono questi, però, gli unici casi particolari da ricordare. Non sei curioso di scoprire anche gli altri per non sbagliare mai a fare paragoni?

  • alcuni aggettivi la cui radice termina in -r formano il superlativo assoluto con il suffisso -errimo: (aspro – asperrimo, acre – acerrimo, celebre – celeberrimo, integro – integerrimo, misero – miserrimo, salubre -saluberrimo);
  • gli aggettivi che escono in -fico e -volo formano il superlativo assoluto con il suffisso -entissimo (benefico – beneficentissimo, benevolo – benevolentissimo);
  • gli aggettivi che finiscono in -eo, -io e -uo possono formare il superlativo solo usando gli avverbi intensificativi (particolarmente idoneo, veramente secondario, molto ingenuo);
  • l’aggettivo ampio ha due forme di superlativo assoluto: ampissimo regolare e amplissimo dal latino.