Prerequisiti per studiare i pronomi relativi
Per studiare i pronomi relativi è necessario conoscere:
- la funzione del soggetto;
- la funzione dei complementi diretti e indiretti;
- la proposizione relativa;
- i pronomi dimostrativi.
Qual è la funzione dei pronomi relativi? Collegare tra loro due frasi che contengono lo stesso nome.
Scopri le loro forme variabili e invariabili in questa lezione.
A cosa serve il pronome relativo? I pronomi relativi non si limitano a sostituire un nome, come fanno gli altri pronomi.
Che, cui e il quale, infatti, permettono di collegare due proposizioni: la relativa, quella di cui fa parte il pronome, e la reggente, la proposizione da cui la relativa dipende. Il collegamento è reso possibile dal fatto che le due frasi hanno un elemento in comune, un nome che nella proposizione dipendente viene sostituito dal pronome relativo e che viene detto antecedente.
Scopri quando usare le forme variabili e invariabili dei pronomi relativi e impara a riconoscere i pronomi doppi chi e quanto.
Per studiare i pronomi relativi è necessario conoscere:
Il pronome relativo, come dice il nome, mette in relazione la frase di cui fa parte (la proposizione relativa) con quella che la precede (la proposizione reggente). Ecco come:
La moto è sportiva. Lorenzo ha comprato la moto. → La moto che Lorenzo ha comprato è sportiva.
In questo esempio il pronome relativo (che) sostituisce il nome moto, detto antecedente.
Il pronome relativo può svolgere nella frase la funzione di soggetto, complemento oggetto (come nella frase di esempio) o complemento indiretto.
Le forme variabili del pronome relativo sono:
Come vedi, l’articolo fa parte del pronome e ti permette di individuarne il genere e il numero.
Puoi usarlo in funzione di:
Il pronome variabile il quale si usa soprattutto quando svolge la funzione di complemento indiretto preceduto da una preposizione.
In alcuni casi la scelta della forma variabile è addirittura fondamentale per farci capire in modo inequivocabile a chi o a cosa si riferisce il pronome relativo. Nella frase Ho visto la mamma di Matteo, di cui sono amica da tanti anni il pronome invariabile cui non è in grado di dirci chiaramente se chi parla è amico di Matteo o della sua mamma. Basta dire Ho visto la mamma di Matteo, della quale sono amica da tanti anni per eliminare ogni dubbio.
Che è il pronome relativo invariabile che può essere usato in funzione di:
Che si usa al maschile, al femminile, al singolare e al plurale: i verbi e gli aggettivi della frase si concordano quindi con l'antecedente del pronome relativo, ossia il nome a cui si riferisce (nelle frasi sopra amica e libri).
In alcuni casi l’antecedente può essere un pronome (Dico quello che penso) oppure un’intera frase, che vuole dopo di sé il pronome relativo preceduto dall’articolo il con il significato di “e questo” (Il treno è in forte ritardo, il che è un bel problema).
Attento a non fare confusione con la congiunzione che. Per non sbagliare prova sempre a sostituire che con il quale, i quali, la quale, le quali: se la sostituzione è possibile si tratta del pronome relativo (Ho sentito Paolo che/il quale mi ha raccontato un po’ di novità), altrimenti di che congiunzione (Ho sentito che Paolo ha cambiato lavoro).
Cui è la forma invariabile del pronome relativo che si usa come complemento indiretto (Il 1998 è l’anno in cui sono nato).
Può:
Ti presento Alessandro, di cui ti ho parlato tanto.
La palestra in cui gioco a basket è lontana da casa mia.
Gli amici con cui mi trovo al pomeriggio sono i miei compagni di classe.
Elena, cui spetta il merito di questo progetto, è stata davvero brava.
Fai attenzione a non usare che al posto di cui come complemento indiretto. Anche nel parlato, quindi, è sbagliato dire Il 1998 è l’anno che sono nato perché l’anno non è né il soggetto né il complemento oggetto della frase.
I pronomi relativi doppi o misti si chiamano così perché racchiudono le funzioni di due pronomi, un dimostrativo e un relativo. Sono:
Anche chiunque, seguito da un verbo al congiuntivo, può avere valore di pronome doppio, come nella frase Chiunque abbia voglia di aiutarci è il benvenuto. Lo stesso vale per l’avverbio di luogo dove usato al posto di in cui in frasi come Torino è la città dove vivo.