L'indicativo

L’indicativo è il modo della realtà e della certezza: scopri come usare i suoi otto tempi e come coniugarli in questa lezione.

Appunti

Ti ricordi i quattro tempi semplici dell’indicativo? Sono il presente, l’imperfetto, il passato remoto e il futuro semplice.

Per formare i quattro tempi composti, invece, bisogna scegliere l’ausiliare giusto e declinare il verbo al participio passato: così si coniugano il passato prossimo, il trapassato prossimo, il trapassato remoto e il futuro anteriore.

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Prerequisiti per studiare l'indicativo

Per studiare l'indicativo è necessario conoscere: 

Il presente

L’indicativo presente si usa per:

  • parlare di un’azione che si verifica nel momento in cui si parla (Ora faccio i compiti);
  • esprimere un'azione che avviene abitualmente (Tutti i giorni mi sveglio alle 7.15) - presente di consuetudine -;
  • fare affermazioni generali, vere in ogni tempo (Il Colosseo si trova a Roma) - presente atemporale o gnomico -;
  • parlare di un fatto che avverrà in un futuro immediato (Aurora parte stasera);
  • indicare con particolare forza espressiva un’azione avvenuta nel passato (Grazia Deledda vince il Nobel per la Letteratura nel 1926) - presente storico o narrativo -.

Il passato prossimo

L’indicativo passato prossimo è il tempo composto "abbinato" al presente e infatti si forma coniugando l’ausiliare al presente seguito dal participio passato del verbo.

Il passato prossimo si usa per indicare un’azione avvenuta nel passato recente o che, pur essendo accaduta in un passato lontano, continua ad avere effetti sul presente.

Esempi:

Ieri ho incontrato Maria (NO incontrai).

L’anno scorso ho imparato a leggere e a scrivere (NO imparai ... perché so ancora farlo).

L’imperfetto

L’indicativo imperfetto si usa:

  • per esprimere un’azione passata di una certa durata (Prima di arrivare in Italia, Marco viveva nelle Filippine);
  • per parlare di un fatto che avveniva ripetutamente nel passato (Da piccola giocavo spesso a nascondino con i miei amici);
  • per indicare la contemporaneità tra due azioni passate (Mentre studiavo, mio fratello guardava la televisione);
  • nelle narrazioni e nelle descrizioni (C’era una volta una bambina che portava un cappuccetto rosso…);
  • al posto del passato remoto per dare espressività alla cronaca di un fatto (L’Italia vinceva i mondiali nel 2006) - imperfetto storico -.

Il trapassato prossimo

L’indicativo trapassato prossimo è un tempo composto, formato dall’imperfetto dell’ausiliare essere o avere seguito dal participio passato del verbo.

Il trapassato prossimo si usa per indicare un’azione passata avvenuta prima di un’altra anch’essa passata.

Esempio: Ho preso un bel voto perché avevo studiato molto.

Il passato remoto

L’indicativo passato remoto si usa per indicare azioni avvenute in un passato lontano, che si sono concluse e non fanno più sentire i loro effetti nel presente.

È perciò sbagliato sia utilizzarlo eccessivamente anche per fatti recenti, sia lasciarlo cadere in disuso sostituendolo con l’imperfetto e il passato prossimo.

Esempio: Tre anni fa andammo a New York (meglio di siamo andati), ma Ieri ho fatto la verifica di matematica (non feci).

Il trapassato remoto

L’indicativo trapassato remoto è un tempo composto formato dal passato remoto dell’ausiliare e dal participio passato del verbo.

Si usa soltanto nelle frasi complesse per riferirsi a un’azione che si è conclusa nel passato prima di un’altra espressa al passato remoto.

Esempio: Quando ebbe visto tutto il film, capì il senso del titolo.

Il futuro semplice

L’indicativo futuro semplice si usa per indicare un fatto che nel momento in cui si parla deve ancora avvenire (Domani verrò a trovarti).

L’origine è latina e viene dalla perifrasi infinito + verbo avere che si usava con il significato di “avere da fare qualcosa”, da cui l’idea di futuro (venire habeo, ho da venire, verrò).

Si può inoltre utilizzare per esprimere:

  • una concessione (Sarà anche vero, ma mi sembra impossibile)
  • un’approssimazione (Avrà una ventina d’anni)
  • un’esclamazione mista al dubbio (Non mi dirai che sei d’accordo!).

Il futuro anteriore

L’indicativo futuro anteriore è un tempo composto che si forma con il futuro semplice dell’ausiliare seguito dal participio passato del verbo.

Il futuro anteriore è un tempo composto che si usa nelle frasi complesse a proposito di un’azione che avverrà in futuro, ma prima che se ne verifichi un’altra espressa al futuro semplice.

Esempio: Quando avrò finito di fare i compiti, andrò a giocare.

Puoi usarlo anche per esprimere dubbi o supposizioni su fatti passati come nella frase Dove avrò messo il telefono?.