Prerequisiti per studiare l'indicativo
Per studiare l'indicativo è necessario conoscere:
L’indicativo è il modo della realtà e della certezza: scopri come usare i suoi otto tempi e come coniugarli in questa lezione.
Ti ricordi i quattro tempi semplici dell’indicativo? Sono il presente, l’imperfetto, il passato remoto e il futuro semplice.
Per formare i quattro tempi composti, invece, bisogna scegliere l’ausiliare giusto e declinare il verbo al participio passato: così si coniugano il passato prossimo, il trapassato prossimo, il trapassato remoto e il futuro anteriore.
Per studiare l'indicativo è necessario conoscere:
L’indicativo presente si usa per:
L’indicativo passato prossimo è il tempo composto "abbinato" al presente e infatti si forma coniugando l’ausiliare al presente seguito dal participio passato del verbo.
Il passato prossimo si usa per indicare un’azione avvenuta nel passato recente o che, pur essendo accaduta in un passato lontano, continua ad avere effetti sul presente.
Esempi:
Ieri ho incontrato Maria (NO incontrai).
L’anno scorso ho imparato a leggere e a scrivere (NO imparai ... perché so ancora farlo).
L’indicativo imperfetto si usa:
L’indicativo trapassato prossimo è un tempo composto, formato dall’imperfetto dell’ausiliare essere o avere seguito dal participio passato del verbo.
Il trapassato prossimo si usa per indicare un’azione passata avvenuta prima di un’altra anch’essa passata.
Esempio: Ho preso un bel voto perché avevo studiato molto.
L’indicativo passato remoto si usa per indicare azioni avvenute in un passato lontano, che si sono concluse e non fanno più sentire i loro effetti nel presente.
È perciò sbagliato sia utilizzarlo eccessivamente anche per fatti recenti, sia lasciarlo cadere in disuso sostituendolo con l’imperfetto e il passato prossimo.
Esempio: Tre anni fa andammo a New York (meglio di siamo andati), ma Ieri ho fatto la verifica di matematica (non feci).
L’indicativo trapassato remoto è un tempo composto formato dal passato remoto dell’ausiliare e dal participio passato del verbo.
Si usa soltanto nelle frasi complesse per riferirsi a un’azione che si è conclusa nel passato prima di un’altra espressa al passato remoto.
Esempio: Quando ebbe visto tutto il film, capì il senso del titolo.
L’indicativo futuro semplice si usa per indicare un fatto che nel momento in cui si parla deve ancora avvenire (Domani verrò a trovarti).
L’origine è latina e viene dalla perifrasi infinito + verbo avere che si usava con il significato di “avere da fare qualcosa”, da cui l’idea di futuro (venire habeo, ho da venire, verrò).
Si può inoltre utilizzare per esprimere:
L’indicativo futuro anteriore è un tempo composto che si forma con il futuro semplice dell’ausiliare seguito dal participio passato del verbo.
Il futuro anteriore è un tempo composto che si usa nelle frasi complesse a proposito di un’azione che avverrà in futuro, ma prima che se ne verifichi un’altra espressa al futuro semplice.
Esempio: Quando avrò finito di fare i compiti, andrò a giocare.
Puoi usarlo anche per esprimere dubbi o supposizioni su fatti passati come nella frase Dove avrò messo il telefono?.