I modi indefiniti

Quali sono i tre modi indefiniti? Infinito, participio e gerundio. Studia le loro funzioni e la coniugazione attiva, passiva e riflessiva. 

Appunti

I modi indefiniti, a differenza di quelli finiti, non hanno la persona

Hanno tutti due tempi, il presente e il passato.

Nelle schede trovi la loro coniugazione, anche alla forma passiva e riflessiva: impara a usarli in tutte le loro funzioni.

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Prerequisiti per studiare i modi indefiniti

Per studiare i modi indefiniti è necessario conoscere: 

L'infinito

L'infinito indica genericamente un’azione o uno stato, senza specificarne il soggetto.

Nelle frasi indipendenti ha funzione di verbo quando esprime:

  • ordini o divieti: si usa infatti nelle istruzioni e, come sai, per formare la seconda persona singolare dell’imperativo negativo (Montare a neve le uova. Non piangere);
  • esclamazioni o dubbi (Averlo saputo prima! Che dire?);
  • narrazioni e descrizioni introdotte dall’avverbio ecco (Ecco il primo classificato tagliare il traguardo).

 

Nelle frasi subordinate, invece, l’infinito presente indica un’azione contemporanea rispetto a quella della reggente, il passato un fatto anteriore (Lucia dice di cantare bene; Lucia dice di aver cantato bene).

L’infinito può essere usato anche in funzione di nome e in questo caso si chiama infinito sostantivato: a volte è preceduto dall’articolo o da una preposizione articolata (Il fumare è un vizio pericoloso. Il talento dello scrivere va coltivato), altre volte è accompagnato da un aggettivo o da un avverbio (Questo chiacchierare continuamente disturba la lezione), altre ancora è usato da solo (Leggere è uno dei miei hobby).

La coniugazione dell’infinito

L’infinito ha un tempo semplice, il presente, e un tempo composto, il passato.

Per formare il passivo basta usare l’infinito presente e passato del verbo essere seguito dal participio passato del verbo da coniugare.

Nel caso dei verbi riflessivi, infine, devi ricordarti di aggiungere in fondo al verbo la particella pronominale si: per l’infinito presente si attacca in fondo, per l’infinito passato invece va unita all’ausiliare essere.

Studia la coniugazione attiva, passiva e riflessiva dell’infinito nella scheda.

Scarica il pdf qui:

Il participio

Il participio è il modo che “partecipa” della natura del verbo, del nome e dell’aggettivo. Per questo, a differenza dell’infinito e del gerundio, ha un numero (singolare o plurale) e ha anche un genere (maschile o femminile).

Il participio presente è usato per lo più come aggettivo o come nome e si coniuga come un aggettivo della seconda classe con due sole uscite, una in -e per il singolare e una in -i per il plurale (Il grillo parlante è un personaggio di Pinocchio. I cantanti si stanno esibendo sul palco).

Il participio passato si declina invece come un aggettivo della prima classe a quattro uscite (parlato, parlata, parlati, parlate) e si usa:

  • per formare i tempi composti di tutti i verbi preceduto dall’ausiliare (Ho parlato con Stefano ieri);
  • come aggettivo (Le lingue parlate nel mondo sono circa 7000);
  • come nome (Ci sono differenze tra lo scritto e il parlato);
  • come verbo nelle proposizioni subordinate implicite (Lucia, una volta parlato con Stefano, capì al volo la situazione).

La coniugazione del participio

Scopri la coniugazione del participio presente e passato delle tre coniugazioni.

Il participio presente ha valore attivo: amante è chi compie l’azione di amare, nascente è chi nasce e divertente è ciò che diverte.

Il participio passato, invece, ha valore passivo nei verbi transitivi (amato è chi viene amato), attivo in quelli intransitivi (nato è colui che è nato).

I verbi riflessivi formano il participio aggiungendo le particelle pronominali mi, ti, si, ci e vi in fondo al participio passato del verbo attivo (Carlotta, truccatasi e pettinatasi, andò alla festa)

Scarica la scheda per imparare a coniugare correttamente il participio:

Il gerundio

Il gerundio è un modo indefinito che si usa nelle frasi dipendenti per indicare un rapporto di causa, tempo, modo o mezzo rispetto all’azione espressa nella frase reggente.

Il gerundio presente esprime un’azione contemporanea a quella della principale (Andando a scuola, ho incontrato Giovanna).

Il gerundio passato indica invece anteriorità rispetto alla frase principale (Essendo andato a scuola, ho imparato a leggere e a scrivere).

Il gerundio presente può essere anche preceduto dai verbi stare e andare insieme ai quali forma un verbo fraseologico che indica un’azione in corso di svolgimento (Sto andando a scuola. Andrea va imparando)

Il gerundio presente di alcuni verbi, infine, viene usato come sostantivo con il significato di colui che deve o sta per fare qualcosa: il cresimando è chi sta per fare la Cresima, il laureando è chi deve laurearsi, il dottorando chi sta per conseguire il dottorato e così via…

La coniugazione del gerundio

Scopri come coniugare il gerundio attivo e passivo dei verbi in -are, -ere e -ire.

Per i verbi riflessivi ricordati che la particella pronominale si attacca in fondo al verbo nel gerundio presente, mentre si unisce all’ausiliare essere nel gerundio passato.

Per stampare la scheda scarica il pdf qui: