La riproduzione delle piante

Le piante possono riprodursi per via asessuata o per via sessuata.

Appunti

La riproduzione asessuata porta alla nascita di un figlio a partire da un solo genitore dal quale eredita perfettamente tutte le caratteristiche. La riproduzione sessuata avviene tramite fecondazione ovvero unione del nucleo della cellula di un granulo di polline con il nucleo dell’ovulo. In questo modo si crea una nuova cellula zigote.

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La riproduzione asessuata nelle piante

Le piante possono riprodursi per via asessuata o per via sessuata.

La riproduzione asessuata porta alla nascita di un figlio a partire da un solo genitore dal quale eredita perfettamente tutte le caratteristiche.

Nelle piante può avvenire per moltiplicazione vegetativa a opera dell’uomo oppure in forma spontanea come accade negli stoloni delle fragole.

Le forme di moltiplicazione vegetativa principali sono:

  • La TALEA che si fa tagliando un ramoscello della pianta e immergendolo in acqua o direttamente nel terreno dove formerà le radici creando una nuova pianta;
  • La MARGOTTA si fa asportando un pezzo di corteccia da un ramo e agganciando un sacchetto pieno di terra umida o muschio all’ interno del quale si formeranno le radici che verranno asportate per creare una nuova pianta;
  • La PROPAGGINE si crea mettendo un ramo di una pianta sotto terra. Questo creerà nuove radici e a quel punto lo si potrà tagliare e separare dalla pianta di partenza.

La riproduzione sessuata nelle piante

la riproduzione sessuata avviene tramite fecondazione ovvero unione del nucleo della cellula di un granulo di polline con il nucleo dell’ovulo. In questo modo si crea una nuova cellula zigote.

Per fare in modo che la fecondazione avvenga è necessario che il polline si depositi sullo stigma e può raggiungerlo in diversi modi: può essere trasportato dal vento, dagli insetti che vanno da un fiore all’altro e così via.

Il nucleo del granulo pollinico deve poi raggiungere l’ovario. Arrivato allo stigma il granulo pollinico germina e forma il tubetto pollinico attraverso il quale raggiunge l’ovario penetrando nell’ovulo e fecondandolo.

Credits immagine: Fabiocarboni, CC BY-SA 3.0 <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0>, via Wikimedia Commons

Il sesso delle piante

I fiori perfetti delle piante monoiche presentano sia la parte maschile (stame) che la parte femminile (pistillo). 

I fiori imperfetti delle piante dioiche invece presentano solo una parte o maschile o femminile.

La maggior parte delle piante sono monoiche. Ad esempio il mais presenta entrambi i fiori, ma sono separati.

Le piante dioiche sono ad esempio l’alloro, i salici, l’agrifoglio.

Il fiore

Il fiore è l’organo che permette alla pianta di riprodursi per via sessuata.

In natura esistono numerose varietà di fiori ma ci sono delle caratteristiche comuni che hanno tutti:

  • PEDICELLO o gambo che sostiene il fiore;
  • RICETTACOLO è la parte terminale del peduncolo;
  • I SEPALI sono le foglie presenti alla base del fiore e formano il calice;
  • I PETALI sono foglie colorate libere o unite che hanno la funzione di attirare gli insetti con il loro profumo. Formano la corolla;
  • Gli STAMI rappresentano la parte maschile del fiore. Sono formati da un filamento in cima al quale si trova l’antera che presenta il polline;
  • Il PISTILLO rappresenta la parte femminile del fiore. E’ formato da un ovario che contiene gli ovuli e da uno stilo in cima al quale si trova lo stigma.

Il fiore delle monocotiledoni e dicotiledoni

Il fiore delle monocotiledoni solitamente è diviso in tre parti o in multipli di tre, mentre nelle dicotiledoni è suddiviso in quattro o cinque parti e loro multipli.

Nello specifico le piante monocotiledoni presentano un seme con un solo cotiledone, granuli pollinici con una sola apertura , radici che si sviluppano da organi non radicali della pianta e foglie con nervature disposte in modo parallelo. Le monocotiledoni sono quasi tutte piante erbacee.

Le piante dicotiledoni presentano un seme con due cotiledoni, granuli pollinici con tre aperture, radici che si sviluppano a partire dalla radichetta embrionale e foglie con nervature disposte a reticolo.

 

Il fiore delle gimnosperme

Le gimnosperme si dividono in quattro grandi gruppi:

le conifere, le cicadee, ginko e le gnetofite. Il gruppo più conosciuto e ricco di specie è quello delle conifere che comprende ad esempio i pini, gli abeti e le sequoie giganti.

Nelle gimnosperme la funzione riproduttiva è svolta dai coni (pigne) maschili e da quelli femminili.

I coni maschili producono il polline mentre i coni femminili producono gli ovuli.

Le microspore maschili sviluppano granuli pollinici che vengono liberati e trasportati dal vento e in primavera ricoprono ogni cosa con una polvere gialla.

L’impollinazione avviene quando un granulo pollinico raggiunge un ovulo.


I vari pezzi fiorali sono inseriti, con andamento a spirale, su un asse fiorale più o meno allungato e più o meno ingrossato. Petali e sepali sono, in genere, assenti.

I coni femminili sono quelli che hanno la caratteristica forma di pigna, e gli sporangi presenti su di esse danno origine ai gameti femminili (macrospore).

Gli ovuli sono inseriti su squame ovulari aperte e quindi in contatto diretto con l'ambiente esterno.

 

Il seme

Il seme è il prodotto della fecondazione delle piante più precisamente dall’ovulo fecondato. 

Il seme è formato da:

  • EMBRIONE che è la pianta vera e propria in dimensioni ridotte;
  • COTILEDONI sono la riserva nutritiva della pianta che deve svilupparsi;
  • TEGUMENTO è la parte esterna che ricopre i cotiledoni e l’embrione. Tiene il seme in quiescenza ovvero evita la germinazione immediata.

 

I semi prodotti devono essere separati dalla pianta madre per fare in modo che si diffondano nel miglior modo possibile.

Le piante utilizzano diversi metodi per la disseminazione:

  • Si affidano alla forza del VENTO;
  • SPARANO i semi a distanza;
  • Lasciano che gli ANIMALI si nutrano dei loro semi per portarli distanti grazie alle feci;
  • Si ATTACCANO ai peli o ai vestiti per farsi trasportare lontano.

Il frutto

Il frutto si forma in seguito alla trasformazione dell’ovario.

Il frutto è tipico delle angiosperme e può essere:

  • SECCO di consistenza legnosa. Si dicono indeiscenti quando restano chiusi a maturazione avvenuta (ad esempio le noci, il girasole e il papavero da oppio), deiscenti se si aprono lasciando uscire i semi (ad esempio i baccelli dei fagioli, dei piselli e delle fave);
  • CARNOSI hanno semi sparsi nella polpa tenera e sono ricchi d’acqua. Ad esempio drupe (ciliegie, pesche) e bacche (pomodori, melograni e limoni).