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I terremoti: cause e caratteristiche

Terry Costanzo

Terry Costanzo

DOCENTE DI SCIENZE

Nata a Prato nel 1975, ha frequentato il liceo linguistico Carlo Livi di Prato perché grande amante delle lingue, passione che le è rimasta anche se in quinta liceo è stata folgorata dalla chimica. È quindi approdata all'Università di Farmacia a Firenze Rifredi, corso di laurea Chimica e Tecnologia Farmaceutica(CTF). Dopo anni di grande sacrificio ed impegno, terminati gli stud, è arrivata a Milano ed ha lavorato presso un’ azienda chimica occupandosi di ricerca clinica con il ruolo di CRA. Si è occupata di sperimentazioni cliniche e ha imparato tantissime cose sulla ricerca e sul mondo farmaceutico in genere. Collabora da ormai 9 anni con l'Istituto Montini, che le dà la possibilità di entrare in contatto con i giovani e di tenersi sempre aggiornata.

I terremoti sono tra gli eventi naturali più potenti e significativi del nostro pianeta, in grado di alterare paesaggi, modellare civiltà e influenzare profondamente la vita umana.

Questi fenomeni sismici, originati dal rilascio di energia lungo le faglie terrestri, sono la manifestazione tangibile delle dinamiche interne della Terra, possono manifestarsi con varie intensità, da leggeri tremori a devastanti scosse.

Capaci di scuotere intere regioni in pochi istanti, i terremoti hanno da sempre suscitato un misto di fascino e timore nell’umanità, spingendo scienziati e ricercatori a esplorare le loro cause, i meccanismi sottostanti e le possibili previsioni.

Che cos’è un terremoto: le onde sismiche

Il terremoto è un fenomeno naturale risultante dal rilascio improvviso di energia accumulata nel corso del tempo all’interno della crosta terrestre. Questa energia si manifesta sotto forma di onde sismiche che si propagano attraverso il terreno, causando la vibrazione del suolo che noi percepiamo come scosse.

Originati principalmente per il movimento e l’interazione delle placche tettoniche, i terremoti possono variare in intensità da lievi tremori appena percepibili fino a potenti scosse capaci di provocare ingenti danni strutturali e, in alcuni casi, perdite umane. Oltre alla loro natura distruttiva, i terremoti offrono agli scienziati preziose informazioni sulla struttura interna della Terra e sui processi dinamici che modellano il nostro pianeta.

Esistono tre tipologie principali di onde sismiche:

  • ONDE P dette anche primarie, si propagano dall’ipocentro in modo sferico e in tutti i materiali. Sono le onde più veloci ( tra 7 e 13 km/s) e causano nelle rocce oscillazioni longitudinali (avanti e indietro nella stessa direzione dell’onda);
  • ONDE S dette anche secondarie, si propagano dall’ipocentro solo nei solidi con una velocità tra i 4 e i 7 km/s causando nelle rocce oscillazioni trasversali (perpendicolari rispetto alla direzione dell’onda);
  • ONDE L dette anche lunghe, si propagano dall’epicentro in modo concentrico vicino alla superficie con velocità di circa 3 km/s. Sono le onde che causano danni maggiori.

Le scosse che vengono avvertite in superficie possono essere classificate come:

  • SCOSSE SUSSULTORIE, che sono oscillazioni verticali;
  • SCOSSE ONDULATORIE, che sono oscillazioni orizzontali.

Classificazione dei terremoti

I terremoti possono essere classificati in base alla posizione in cui si localizza l’ipocentro (il punto all’interno della Terra dove ha origine un terremoto):

  • terremoti superficiali, si generano nella crosta a meno di 70 km di profondità. Sono i più frequenti e causano gravi danni all’uomo;
  • terremoti intermedi, si generano nel mantello fino a 300 km di profondità. Sono meno pericolosi dei terremoti superficiali;
  • terremoti profondi, si generano al di sotto dei 300 km di profondità e vengono rilevati dalle strumentazioni apposite.

Sono noti anche i maremoti o tsunami che sono onde marine anomale generate dai terremoti che si sviluppano in aree oceaniche. Si abbattono violentemente sulla costa con effetti catastrofici.

Strumenti di misurazione dei terremoti

Il sismografo è lo strumento utilizzato per misurare l’intensità dei terremoti. In base a come è progettato, può misurare le componenti orizzontali o le componenti verticali del terremoto.

Il sismogramma è il diagramma che viene tracciato dal sismografo sulla carta.

Ovviamente ora i sismografi utilizzati sono computerizzati e permettono di registrare i dati in forma digitale, ripulendo i segnali da tutte quelle interferenze che sono legate all’attività dell’uomo. Grazie al sismografo, di un sisma possiamo sempre rilevare: l’istante iniziale, la durata, la posizione dell’epicentro, l’intensità, il percorso seguito dalle onde.

L’epicentro è il punto sulla superficie terrestre che si trova direttamente sopra l’ipocentro.

Come si misura l’intensità dei terremoti

L’intensità dei terremoti può essere misurata attraverso due principali scale sismiche:

  • La Scala Mercalli è costituita da 12 gradi che vanno dalla scossa avvertita dagli strumenti fino alla scossa di distruzione totale. È una scala di tipo soggettivo in quanto si basa sugli effetti del sisma percepibili con l’osservazione diretta (danni alle strutture e deformazioni del terreno). Fu proposta da Giuseppe Mercalli nel 1897 e non è una scala precisa;
  • La Scala Richter esprime la magnitudo del sisma, ovvero la sua grandezza. È una scala di tipo oggettivo in quanto misura l’intensità dell’evento sismico basandosi sui rilievi fatti dagli strumenti sismici. Si basa quindi sulla quantità di energia liberata durante il terremoto.

I terremoti: le aree sismiche

Tutta la Terra è interessata dai movimenti della litosfera e per questo i terremoti sono un fenomeno molto diffuso.

La distribuzione delle aree sismiche, però, non è omogenea, in quanto esistono zone ben precise localizzate ai margini delle zolle litosferiche nelle quali avvengono fenomeni sismici con maggiore intensità. Le zone sismiche più attive sono:

  • La fascia ALPINO HIMALAYANA comprende le catene montuose dalle coste del Pacifico fino al bacino Mediterraneo;
  • La CINTURA CIRCUMPACIFICA comprende le coste dell’Oceano Pacifico;
  • Le DORSALI OCEANICHE sono le catene montuose vulcaniche che si estendono negli oceani.

In Italia la situazione è particolare in quanto coesistono due zolle, quella africana e quella eurasiatica in costante avvicinamento. Per questo l’Italia è una zona a rischio elevato, specialmente in Calabria, nelle isole Eolie o nelle regioni del centro-sud.

Previsione e prevenzione in caso di terremoto

Un terremoto è molto difficile da prevedere, ma esistono modalità precise di studio dei sismi che danno una buona probabilità di individuazione:

  • La ricostruzione storica della sismicità della zona presa in considerazione. Catalogando i terremoti del passato in base alla magnitudo, all’intervallo di tempo tra un sisma e l’altro, l’energia liberata e ai danni prodotti si possono preparare le carte del rischio sismico;
  • I segni premonitori sempre presenti come rigonfiamenti del terreno, variazione della temperatura dell’acqua nei pozzi, fratture nelle rocce, aumento di radon nell’ambiente, irrequietezza degli animali.

Dato che il terremoto è difficile da prevedere è utile prevenire che i suoi effetti creino troppi danni prestando attenzione a:

  • rispettare le norme antisismiche;
  • educare la popolazione alle emergenze dando informazioni precise sui comportamenti da tenere in caso di sisma;
  • organizzare piani di soccorso per la popolazione residente nelle aree a grande rischio sismico.