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Il predicato: cos'è e come fare l'analisi logica

Francesca Mondani

Francesca Mondani

DOCENTE DI INGLESE E ITALIANO L2

Specializzata in pedagogia e didattica dell’italiano e dell’inglese, insegno ad adolescenti e adulti nella scuola secondaria di secondo grado. Mi occupo inoltre di traduzioni, SEO Onsite e contenuti per il web. Amo i saggi storici, la cucina e la mia Honda CBF500. Non ho il dono della sintesi.

Il predicato è l’elemento principale all’interno di una frase: ci dice che cosa fa il soggetto, chi è oppure quali sono le sue caratteristiche. Non sempre però il predicato coincide con il solo verbo, ma ci sono casi in cui è composto da più parole, che formano un unico sintagma.

Impara allora a distinguere il predicato verbale dal predicato nominale e inizia a conoscere i verbi più da vicino con le nostre spiegazioni e i nostri esempi!

Che cos’è la frase?

La frase è un insieme di parole ordinate in modo da avere un senso logico.

Gli elementi della frase sono chiamati sintagmi, ognuno con il suo bagaglio specifico di informazioni da riferire a chi legge o ascolta.

Prova a pensare alla frase come a un puzzle in cui tutte le tessere devono incastrarsi perfettamente perché l’insieme acquisti significato: non basta che le parole siano in ordine, le parole devono essere anche in accordo tra loro.

Esempio: “Giacomo legge un libro”. In questa frase i sintagmi sono tre:

  • “Giacomo” è il soggetto, il sintagma che risponde alla domanda CHI?;
  • “legge” è il predicato, l’elemento che risponde alla domanda CHE COSA FA?;
  • “un libro” è il complemento oggetto, il sintagma che risponde alla domanda CHE COSA?.

La frase sta in piedi perché c’è accordo tra i tre sintagmi.

Esempio: “Giacomo leggono un libri”. In questa frase non c’è accordo tra i tre sintagmi e infatti la frase non ha senso.

Esistono anche frasi molto più complesse con numerosi sintagmi che rispondono a domande precise: come hai già studiato, però, solo due elementi sono davvero fondamentali perché la frase abbia senso, il soggetto e il predicato.

Che cos’è il predicato

Il predicato è l’elemento più importante all’interno della frase, l’unico che non può mai mancare.

Si distingue in:

  • predicato verbale: è composto dal solo verbo e ci dice cosa fa il soggetto (Veronica ride)
  • predicato nominale: è composto da copula e nome del predicato e ci dice chi è o com’è il soggetto (Veronica è una mia amica – Veronica è allegra).

Scopri la differenza tra predicato verbale e nominale, facendo attenzione ai mille usi del verbo essere, ai verbi copulativi e al ruolo dei verbi ausiliari, servili e fraseologici.

Cos’è il predicato verbale

Il predicato verbale ci dice che cosa fa il soggetto.

Nell’esempio “Giacomo legge un libro” il verbo “legge” è un predicato verbale perché ci dice che cosa fa il soggetto.

Ecco altre due frasi con il predicato verbale: “Letizia è sul pullman” e “Laura è partita“. Nel primo caso il verbo essere è predicato verbale perché ha il significato di “stare, trovarsi”, nel secondo il verbo è partire, mentre essere è l’ausiliare.

L’analisi logica del predicato verbale

Se il predicato è un verbo si chiama predicato verbale. Se è attivo indica l’azione compiuta dal soggetto, se è passivo l’azione subita dal soggetto.

I gruppi verbali formati con verbi servili o fraseologici costituiscono un unico predicato verbale.

Francesca deve studiare per l’interrogazione.

Il sole sta per tramontare.

Il predicato verbale è il verbo che ci dice cosa fa il soggetto.

Esempi: Mio fratello ascolta la musica. Elena gioca a pallamano. La palla rotola sulla strada.

In alcuni casi particolari anche il verbo essere, che di solito ci indica un predicato nominale, può fungere da predicato verbale. Ciò avviene quando assume il significato di:

  • stare o trovarsi (Luca è a scuola);
  • appartenere a (La penna è di Valeria);
  • essere fatto di (Il bicchiere è di vetro);
  • esistere (Ci sono persone che sanno sempre sorprenderci).

Sono questi gli unici casi in cui il verbo essere è in grado di reggere autonomamente la frase, senza bisogno di un aggettivo o di un nome che lo seguono per completarne il significato.

Cos’è il predicato nominale

“Rex è un cane” e “Veronica è simpatica” sono due frasi con il predicato nominale. I predicati infatti non ci dicono che cosa fa il soggetto, ma chi è oppure com’è.

Il predicato nominale è formato da:

  • il verbo essere, la copula;
  • un nome o un aggettivo che fungono da nome del predicato.

Il nome o l’aggettivo completano il verbo essere che da solo non darebbe senso alla frase.

Esistono anche altri verbi copulativi che possono sostituire essere all’interno del predicato nominale, come sembrare e diventare.

La copula, che collega il soggetto a un nome o a un aggettivo, infatti, non sempre è formata dal verbo essere. I verbi copulativi possono prendere il suo posto perché da soli non hanno senso compiuto e hanno bisogno di qualcosa che completi il loro significato.

Sono verbi come sembrare, diventare, rimanere, nascere, crescere, essere ritenuto, essere detto, essere chiamato… Ecco qualche esempio:

Eleonora sembra contenta.

Davide cresce sano e robusto.

Bruce Springsteen è detto “The boss”.

Nelle frasi “Valeria sembra triste” e “Sara diventerà una cantante”, i verbi sembrare e diventare svolgono la funzione della copula.

L’analisi logica del predicato nominale

Spesso il verbo essere è la copula del predicato nominale.

Attenzione però a non confondere l’ausiliare essere con la copula. Nella frase:

Michele è tornato da Londra

Il predicato è verbale ed è costituito dal passato prossimo è tornato dove il verbo essere è l’ausiliare di tornare per la formazione dei tempi composti. Quindi, quando si fa l’analisi logica del predicato nominale, bisogna sempre ricordare di osservare bene il verbo essere. Se si tratta del verbo ausiliare, infatti, allora non sarà un predicato nominale ma un predicato verbale.

Il predicato con i verbi ausiliari, servili e fraseologici

Come dobbiamo comportarci nell’analisi logica di frasi in cui il verbo non è semplice, ma composto con verbi ausiliari, servili o fraseologici?

Questi formano, insieme al verbo principale, un unico predicato verbale, come vedi negli esempi seguenti:

  • “Giovanni è partito”. Attento a non confondere l’ausiliare essere con la copula del predicato nominale! “È partito” è il passato prossimo del verbo partire e va analizzato come predicato verbale.
  • “Ho incontrato Andrea”. Il predicato verbale, anche in questo caso, è il passato prossimo formato dall’ausiliare avere seguito dal participio passato del verbo incontrare.
  • “Maria non vuole sentire ragioni”. Il predicato verbale è “vuole sentire” con il verbo volere servile rispetto a sentire.
  • “Edoardo non può venire con noi”. Il verbo servile potere forma un unico predicato verbale insieme all’infinito venire che lo segue.
  • “Claudio deve consegnare la tesi entro domani”. “Deve consegnare” è il predicato verbale della frase.
  • “Il sole sta per tramontare”. Il predicato verbale è “sta per tramontare” con il verbo fraseologico stare per che forma un tutt’uno con l’infinito che lo segue.

La mappa mentale del predicato

Il predicato è l’elemento più importante della frase e può essere verbale o nominale a seconda della sua forma. Abbiamo preparato per te una mappa mentale da stampare, che potrai portare con te per ripassare e sotto la quale potrai appuntare anche degli esempi che ti aiuteranno a non confonderti.

Puoi stamparla a colori. Scarica il pdf qui:

Scarica PDF

Il predicato: video della mappa mentale

Puoi provare a ripassare anche guardando il nostro video che ti aiuterà a ricordare la differenza tra predicato verbale e nominale!