Maria Tecla Artemisia Montessori per il mese delle STEM 19 mar 2016

Maria Tecla Artemisia Montessori

E se a rispondere alle nostre domande per la rubrica “Le studentesse vogliono contare” per “Il mese delle STEM” fosse stata Maria Tecla Artemisia Montessori? Come sarebbe andata l’intervista? Abbiamo provato ad immaginare un botta e risposta con lei, ecco cosa ne è venuto fuori!

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Intervista a Maria Tecla Artemisia Montessori per il mese delle STEM

Maria Tecla Artemisia Montessori (1870-1952) fu un’educatrice, pedagogista, filosofa, medico e scienziata italiana. Internazionalmente nota per il metodo educativo che prende il suo nome, adottato in migliaia di scuole in tutto il mondo, fu tra le prime donne a laurearsi in medicina in Italia.

Ecco l’intervista esclusiva di Maria Tecla Artemisia Montessori per Redooc! 

Quale liceo hai frequentato?

Non ho frequentato un liceo, ma la Regia Scuola Tecnica, una scuola femminile che aveva da poco aperto a Roma. Quello che oggi chiameremmo istituto tecnico. Mi sono diplomata con un punteggio molto alto, 137/160. Adoravo studiare”.

Qual era la tua materia preferita al liceo?

Senza dubbio la matematica. Pensa che prima di voler fare il medico volevo diventare ingegnere”.

Quale università hai frequentato e perché?

Dopo aver preso il diploma volevo iscrivermi alla Facoltà di Medicina, ma non avendo la maturità classica non potevo essere ammessa. Così mi sono iscritta alla Facoltà di Fisica, Matematica e Scienze Naturali e dopo due anni mi sono trasferita alla Facoltà di Medicina dell’Università La Sapienza di Roma. Volevo fare il medico e nessuno mi avrebbe fermata!”.

Se potessi tornare indietro nel tempo chi vorresti conoscere?

Nessun nome in particolare. Solo tutte le donne che hanno combattuto per i loro diritti nel corso della storia. E ce ne sono tante, ne sono sicura”.

Chi ti ha ispirato e guidato nella tua carriera?

I modelli che mi hanno ispirato sono senza dubbio Jean Marc Itard e Edouard Seguin. I loro metodi sperimentali sulla rieducazione dei bambini in difficoltà mi hanno profondamente influenzata. Chi però mi ha realmente guidata lungo il mio percorso sono stati gli splendidi bambini che ho potuto conoscere ed aiutare con il mio lavoro”.

Una frase che non sopporti?

“”Fai come faccio io”. È contrario alla mia idea di libertà.”

Una frase che ripeti spesso?

Se si è imparato ad imparare, allora si è fatti per imparare”.

Quanto hanno contribuito le tue conoscenze logico-matematiche nella tua carriera?

Sinceramente non saprei. Sicuramente mi hanno aiutato nel mio lavoro per l’applicazione di un metodo scientifico. Tuttavia non mi sono mai considerata un genio dei numeri e, come ho spiegato nel libro Psicoaritmetica, ritengo che tutti possano avere una mente matematica, naturalmente con le dovute differenze personali”.

Cosa fare per scoraggiare il fenomeno degli stereotipi di genere?

Noi donne dobbiamo prima di tutto credere in noi stesse e non lasciarci frenare da nessun tipo di stereotipo. Ai miei tempi la scelta di diventare medico era considerata sconveniente per una donna. Se mi fossi lasciata influenzare non avrei mai realizzato i miei sogni”.

Oggi la paura più grande dei giovani è non riuscire a realizzarsi. Qual e’ il tuo consiglio?

Prima di tutto di studiare il più possibile. La conoscenza e la curiosità sono elementi fondamentali per la realizzazione personale. Poi di non farsi mai scoraggiare e frenare dagli altri, ma di perseguire le proprie idee con convinzione. Sentitevi liberi di scegliere e di sbagliare!”.

Cos’è il successo per te?

Beh, posso dirti cos’è per me il più grande successo per un insegnante, ossia il poter dire: i bambini stanno lavorando come se non esistessi. Riuscire a rendere autonomo qualcun altro con il proprio lavoro, questo è il successo”.

 

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