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Forse molti di voi non conoscono Sofia Kovalevskaya. Eppure ha dato grandi contributi al mondo in diversi ambiti, è stata matematica, attivista e scrittrice russa. Fu la prima donna in Europa ad ottenere una cattedra universitaria. Ce la racconta Paola Elefante con un questo nuovo articolo. Come sempre puoi trovare il post originale qui in lingua inglese.
Questa serie di post racconterà la vita e i successi di un matematico vissuto 150 anni fa. La sua storia è un esempio di determinazione e intelligenza, che può spingerci a riflettere sulle discriminazioni verso le donne, che purtroppo ancora oggi accadono (*).
In un mondo dove i 2/3 delle persone senza educazione sono donne e dove una tale privazione può risultare in matrimoni forzati, scarsa qualità di vita e violenze, non possiamo smettere di chiederci come possiamo portare avanti la causa dell’istruzione per tutti.
Sofia nacque sotto il nome di Korvin-Krukovskaya a Mosca nel 1850. Certo la sua famiglia ebbe una forte influenza nella sua crescita personale e nelle sue aspirazioni. Sua madre proveniva da una famiglia aristocratica ed era vent’anni più giovane del marito. Il padre di Sofia spesso trattava la moglie come una bambina, forse con un po’ di ragione, rimproverandole di non prendersi cura delle due figlie. La donna era un’aspirante attrice, che non realizzò mai il suo sogno. Questo la rese sempre una figura debole agli occhi di Sofia, nonchè un monito vivente riguardo sogni e fallimenti. Suo padre era invece un uomo di cultura, con alto grado militare, e il genitore favorito di Sofia fin dalla tenera età. La ragazza era nata per seconda, quando i genitori desideravano un maschio. Sua sorella maggiore Anna, dalla pelle bianca e i capelli chiari, era l’incarnazione della ragazza ideale del tempo. Sofia, capelli scuri e carattere ribelle, aveva tutt’altra personalità e apparenza. Questo contribuì a creare naturalmente uno stretto rapporto tra Anna e la madre, mentre Sofia divenne prediletta del padre.
Nonostante le differenze, la sorella Anna, soprannominata con affetto “Aniuta”, non fu mai una nemica. Crescendo, divenne più indipendente e ribelle e oppose con forza le scelte della famiglia. Nel tempo, divenne un importante punto di riferimento per la sorella minore.
Anna partecipò attivamente ai circoli letterari del tempo e presto abbandonò le frivolezze apprese dalla madre; divenne forte e affascinante, e ricevette una proposta di matrimonio – che rifiutò – persino dallo scrittore Dostoevsky! Sofia ammirava Anna, ma voleva trovare la sua via. Questo forse fu uno dei motivi che l’avvicinò alla scienza, più che alle materie umanistiche tanto care alla sorella. Inoltre, due dei suoi zii erano scienziati e la giovane amava ascoltare le loro conversazioni quando venivano in visita. Nelle sue memorie, Sofia racconta di una camera in disuso nella loro residenza di Palibino (ora in Bielorussia) che non aveva carta da parati ed era stata temporaneamente coperta con alcuni fogli di appunti di analisi matematica che lei leggeva e ammirava per ore, da piccola.
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