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Oggi pubblichiamo l’intervista a Cristina Angelillo per il Mese delle STEM. Intervistiamo donne con un diverso rapporto con le materie STEM a scuola, nel lavoro e nel quotidiano. Ecco con un altro appuntamento con “Le studentesse vogliono contare”, la rubrica speciale in cui proponiamo una serie di interviste per offrire alle studentesse esempi di leadership al femminile.
Questa intervista è contenuta nel libro “Le ragazze con il pallino per la matematica“.
Sono ingegnere delle telecomunicazioni e prima di Marshmallow Games ho lavorato per cinque anni nel settore del broadcasting radio-televisivo come progettista hardware. Quando ho scoperto che sarei diventata mamma ho deciso di cambiare vita, di dedicarmi alle mie due più grandi passioni: i bambini e l’insegnamento. Da quel momento è stato un susseguirsi di emozioni che se non avessi avuto il coraggio di cambiare non avrei mai provato.
Ora, insieme ad altri tre soci, sono la fondatrice di Marshmallow Games e realizzo app educative per bambini in età prescolare.
Quale Liceo hai scelto?
Ho frequentato il liceo scientifico del mio paese in provincia di Bari. A 14 anni avevo già le idee chiare: il mio amore per la matematica era già sbocciato e non avrei potuto scegliere altro.
Quale era la tua materia preferita al Liceo?
Senza dubbio la matematica e tutte quelle materie che avevano a che fare con il ragionamento logico, come il latino, la filosofia e la fisica.
Quale Università hai frequentato e perché?
A 19 anni i miei gusti non erano cambiati, per cui non ho avuto alcun dubbio: sarei diventata ingegnere. Ingegneria delle telecomunicazioni mi ha subito conquistata perché mi faceva impazzire la sola idea di poter capire cosa ci fosse dietro a quei cellulari che erano già diventati parte delle nostre vite.
Se potessi tornare indietro nel tempo, chi vorresti conoscere?
Mi ha sempre affascinato Madame Curie, l’unica donna fra i quattro vincitori di più di un Nobel, lei ne ha beccato uno per la fisica e uno per la Chimica. Ricordo che la mia tesina delle superiori aveva come titolo “La scalata delle donne” ed era appunto un viaggio interdisciplinare sulle figure femminili e sulla loro evoluzione. Madame Curie è stata quella che mi ha affascinato di più, forse perché l’unica che aveva fatto la differenza nel mondo scientifico. E’ stato dopo che ho conosciuto un’altra icona in tutt’altro ambito e sulle cui idee ho basato la mia idea imprenditoriale: Maria Montessori.
Chi ti ha ispirato e guidato nella tua carriera?
Domanda facile per me. Sicuramente è stato Massimo, il mio compagno, senza il quale non sarei arrivata fino a qui. Io ero una di quelle persone nate e cresciute con l’idea del “posto fisso” e solo grazie a Massimo e alla sua ambizione e intraprendenza sono riuscita ad uscire dai miei schemi e fondare una startup. Lui, prima di me, ha fondato la sua prima startup e con questa sua esperienza mi ha insegnato a credere nelle idee e ad essere più “incosciente”.
Lui per me è stato un esempio, ma non si è limitato solo a questo. Mi ha accompagnato sin dalle prime righe di codice ed adesso è con me a tirare le redini di Marshmallow Games. Senza di lui non sarei qui a raccontare la mia storia.
Una frase che non sopporti?
“Non ce la faccio”
Una frase che ripeti spesso?
“Volere è potere”
Quanto hanno contribuito le tue conoscenze logico – matematiche nella tua carriera?
Sono state fondamentali, in quanto rispolverando le competenze di sviluppo acquisite all’università, sono riuscita a sviluppare quasi in autonomia la nostra prima app e quindi a mettere sul mercato un primo prodotto senza investimenti, ma soltanto investendo il mio tempo e le mie forze. Senza il mio know-how tecnico sicuramente non avrei potuto.
Cosa fare per scoraggiare il fenomeno degli stereotipi di genere?
Credo che le attitudini nei confronti delle materie scientifiche precludano totalmente dal sesso della persona, ecco perché con la nostra prima linea di app, Math Tales, vogliamo avvicinare i bambini in età prescolare alla matematica e alla logica senza fare alcun caso al fatto che siano bambini o bambine. I prossimi passi saranno avvicinare i bambini anche alle scienze e alla programmazione sempre con un approccio divertente e innovativo.
Oggi fra i giovani la paura più grande è non riuscire a realizzarsi. Qual è il tuo consiglio?
Ciò che mi sento di consigliare ai giovani è di farsi guidare dalle proprie attitudini seguendo le proprie passioni che vanno coltivate negli anni con costanza e dedizione. Se si ama ciò che si fa ci si riesce in un modo o nell’altro a realizzarsi. Garantito.
Cos’è il successo per te?
Sembrerà banale, ma per me il successo è essere felici. Dico sempre che sono una persona fortunata perché sono riuscita a trasformare le mie passioni in un lavoro ed è proprio per questo che ogni giorno per me è una scoperta. C’è una celebre frase che dice “fai quello che ami e non lavorerai un solo giorno della tua vita”, se continuo così non lavorerò mai più. Ecco cosa credo sia il successo.
Grazie Cristina!
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Le interviste de “Il mese delle STEM” le trovate qui.
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