Intervista ad Elisabetta Strickland per Il Mese delle STEM 5 apr 2017

Elisabetta Strickland

Continuano le interviste per Il Mese delle STEM. Oggi la nostra ospite è la Professoressa Elisabetta Strickland.

La rubrica speciale per “le studentesse che vogliono contare” raccoglie una serie di interviste a donne che sono esempi di leadership femminile e modelli di ispirazione per le ragazze, proprio come Elisabetta Strickland, che si presenta così:

Elisabetta STRICKLAND

Elisabetta Strickland è professore ordinario di Algebra all’Università degli Studi di Roma ‘Tor Vergata”. Nel corso della sua carriera ha trascorso lunghi periodi di ricerca all’estero, in particolare presso le Università di Harvard, Brandeis, Massachusetts Institute of Technology, Il Tata Institute of Fundamental Research di Mumbay, l’Istituto Mittag Leffler di Stoccolma, le Università di Bonn, Strasburgo, Basilea, Parigi VI, Kyoto, Tokyo, Madrid, British Columbia a Vancouver, Utrecht, L’Istituto E. Schroedinger di Vienna, il Fields Institute di Toronto, la Tongji University di Shanghai, lo Steklov Institute di Mosca.

Ha partecipato a numerosi convegni internazionali e tenuto conferenze in Italia e all’estero. E’ stata la prima donna eletta Vice-Presidente dell’Istituto Nazionale di Alta Matematica (2007-2015), dal 2014 è membro della Women in Mathematics Committee (WIM) della European Mathematical Society e dal 2016 Ambasciatrice per l’Italia della Committee for Women in Mathematics (CWM) della International Mathematical Union. E’ presidente del Comitato Unico di Garanzia di Ateneo, Vice-Coordinatrice della Macroarea di Scienze e co-fondatrice del Gender Interuniversity Observatory sugli Atenei statali della Capitale, attivo dal 2009.

Ha pubblicato articoli scientifici e racconti di narrativa su riviste italiane e straniere ed è autrice di libri di narrativa, tra cui il saggio “Scienziate d’Italia”, Donzelli, 2011. Nel 2013 è stata insignita dall’Amministrazione Capitolina del Premio Donne Eccellenti di Roma.

Intervista ad Elisabetta Strickland per Il Mese delle STEM

Quale Liceo hai scelto?

Il Liceo Scientifico Statale “Augusto Righi” di Roma

Quale era la tua materia preferita al Liceo?

La matematica

Quale Università hai frequentato e perchè?

L’Università degli Studi di Roma “Sapienza”. Quando mi sono iscritta io all’Università c’era solo questa a Roma, dovevano ancora nascere Tor Vergata e Roma TRE. Comunque il mio professore di filosofia al liceo, Angelo Procesi, mandò me ed alcuni compagni a sentire un seminario tenuto da suo figlio, Claudio Procesi, allora giovane matematico a Sapienza e mi entusiasmai, ci raccontò cos’era il nastro di Moebius. Tornai a casa che avevo deciso.

Se potessi tornare indietro nel tempo, chi vorresti conoscere?

La Regina Elisabetta I d’Inghilterra: mio padre mi diede il suo nome perché pensava fosse di buon augurio per essere volitiva e battagliera. Così è stato!

Chi ti ha ispirato e guidato nella tua carriera?

Varie persone. Al Liceo avevo un professore di matematica straordinario, Aldo Pietrosanti, scelsi di studiare matematica all’Università perché trovavamo grazie a lui il mondo della matematica affascinante. All’Università feci un corso bellissimo con Beniamino Segre, un geometra algebrico originale, confusionario ma appassionato e comunque bravo, e imparai da lui a dimostrare teoremi: lui quando spiegava non finiva mai le dimostrazioni, toccava farlo a noi da soli ed era durissima. Ma così abbiamo imparato. Poi nel seguito ho conosciuto matematici di fama internazionale, come David Kazhdan, George Lusztig, Victor Kac, e molti altri e da loro ho imparato moltissimo ed ho avuto piste da seguire.

Una frase che non sopporti?

“Ci penserò domani”. Una gran perdita di tempo, i problemi meglio affrontarli subito, sia nella vita che in matematica, dovesse dissolversi l’adrenalina necessaria.

Una frase che ripeti spesso?

“Mai dire mai”, quando tutto sembra ben delineato, la vita riserva sempre sorprese e improvvisamente le sorti si ribaltano.

Quanto hanno contribuito le tue conoscenze logico-matematiche nella tua carriera?

Sono state fondamentali, visto che sono stata una matematica di professione! Comunque mi hanno dato anche in generale un approccio pragmatico, un modo di affrontare le sfide più razionale, più coerente.

Cosa fare per scoraggiare il fenomeno degli stereotipi di genere?

Crearne di nuovi e opposti ai primi. Le donne non riesco bene nelle scienze come gli uomini? Falso, basta esibire modelli di scienziate di successo, che esistono in tutte le aree e magari contando viene fuori che il loro numero è pari a quello maschile, anzi a volte lo supera. Vincono premi prestigiosi, sono sempre sulla stampa, possibile che il logoro stereotipo non venga dimenticato?

Oggi fra i giovani la paura più grande è non riuscire a realizzarsi. Qual è il tuo consiglio?

Pensare globale! Non è più possibile confidare nel realizzarsi a cento metri da casa propria, i tempi sono cambiati. Se si allunga il raggio di azione, ci si può realizzare a Dublino anzichè a Roma, tanto per dirne una che mi riguarda da vicino visto che mio figlio è andato lì per realizzarsi come software engineer. L’importante è avere una preparazione solida, un “know how”. Comunque se venisse fatta una politica seria per far rientare un po’ di cervelli, si rivitalizzerebbe il nostro paese!

Cos’è il successo per te?

Una gran panacea! E’ giusto che dopo tanti sforzi qualcosa torni indietro, è gratificante.

 

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