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Intervista ad Alessandra Antonetti per il Mese delle STEM. Ecco con un altro appuntamento con “Le studentesse vogliono contare”, la rubrica speciale in cui proponiamo una serie di interviste per offrire alle studentesse esempi di leadership al femminile.
Questa intervista è contenuta nel libro “Le ragazze con il pallino per la matematica“.
Alessandra Antonetti, classe 82. Laurea magistrale in Architettura, ho rifiutato un dottorato e sono partita per Barcelona grazie ad una borsa di studio. Lì, Master di due anni che mi ha dato la possibilità di esplorare nuovi orizzonti digitali ed innovativi, mescolando l’architettura alla tecnologia.
Mi sono appassionata alla Wearable Technology e IoT affascinata dall’idea di poter trasformare oggetti comuni in qualcosa di più, in oggetti in grado di migliorare piccole abitudini giornaliere o semplicemente di automatizzare gesti quotidiani. Ho imparato a disegnare oggetti intelligenti ed indossabili. Uno di quelli, era una scarpa stampata in 3d con un circuito all’interno in grado di controllare la temperatura, progettata per un concorso WT indetto da Intel. Nei mesi successivi, insieme al mio co-founder, con l’aiuto di medici e podologi, abbiamo scoperto che questa soluzione avrebbe potuto dare sollievo a molti e questa è stata la spinta che ha trasformato un’idea in un progetto.
Liceo Classico
Filosofia
Architettura. E’ stata una scelta della mia famiglia a dire il vero, ma se dovessi tornare indietro lo rifarei. Mi ha insegnato a guardarmi attorno in modo diverso, a dare attenzione ad ogni piccolo dettaglio e mi ha donato la libertà di potermi disegnare e realizzare qualsiasi cosa di cui abbia bisogno.
Ultimamente in questo periodo di incertezze e tragedie trovo serenità nel leggere le parole di Tiziano Terzani e mi sarebbe piaciuto poterlo conoscere. Il suo messaggio di pace rappresenta una buona occasione per ritrovare la fiducia nel prossimo.
Io mi ritengo una persona molto fortunata che lungo il percorso ha avuto modo di conoscere tanta gente in grado inspirarmi. Ho osservato e imparato tanto da chi mi circonda e ho fatto tesoro dell’esempio ricevuto da tante persone ‘normali’ che ogni giorno lottano per il proprio futuro e la propria libertà.
“E’ impossibile…”, “Non ci riesco…”.
Non credo ci sia qualcosa che non siamo in grado di fare. Molte volte è difficile raggiungere i propri obiettivi, ma bisogna sempre crederci altrimenti si perde in partenza.
“Qualsiasi sia il problema, io sono più testarda”.
Nonostante le mie basi umanistiche, è stato l’approccio scientifico ad una mia idea a darmi la possibilità di investire nel mio futuro. Ho costruito con l’aiuto di una mia amica il primo circuito in grado di testare la mia idea. Una volta provato che era possibile, ho dato inizio al progetto con l’aiuto di ingegneri ed esperti.
In passato ci sono state donne coraggiose che hanno spianato la strada. Io credo che oggi ci sia solo bisogno di dimostrare con i fatti quel che valiamo.
Molte volte si ha così timore di fallire che non ci si prova neanche. Per potersi realizzare c’è bisogno di credere nelle proprie passioni e mettersi in gioco. Non è facile e ci sono alti rischi di non poterci riuscire, ma se il tentativo non dovesse andare a buon fine, avremo la consolazione di averci provato. In America dicono Fail Fast perché credono che prima di poter raggiungere un risultato bisogna provarci e fallire più volte per poter imparare dai propri errori e migliorare.
Non credo in formule standard oppure a ricette del successo da seguire, credo che l’unica strada percorribile sia seguire il proprio istinto per potersi sempre sentire realizzati ed appagati da ciò che si fa.
Grazie Alessandra!
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