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Ecco una nuova intervista per Il Mese delle STEM. Oggi intervistiamo Raffaella Rumiati. Raffaella Rumiati è un esempio di leadership a cui tutte le ragazze che vogliono contare possono ispirarsi. Oggi ci racconta della sua esperienza e il suo rapporto con le materie STEM.
Raffaella Rumiati si presenta così:
Raffaella Rumiati
Raffaella I. Rumiati: MS in filosofia con psychology curriculum (1990). Dottorato in Psicologia (1995) – entrambi presso l’Università di Bologna. La ricerca per il dottorato è stata effettuata presso the School of Psychology of Birmingham University, U.K. ed era focalizzata sul rapporto tra percezione e azione, campo in cui lavora ancora adesso. Dopo il Dottorato si trasferisce alla International School of Advanced Studies (SISSA) di Trieste. Qui è passata da una posizione post-dottorale alla piena posizione di Professoressa in neuroscienze cognitive (2011). Allora ha co-revisionato 120 articoli e circa 30 recensioni, prove e capitoli di libri.
Nel 2003 vince il “von Humboldt Foundation” Bessel Prize, e nel 2006 il Women in Cognitive Science Mentorship Award. Direttore del Brain and Cognition and Cortex, e membro del Cognitive Neuropsychology.
Conta 80 invited talks in Italia e all’estero, dove ha lavorato per qualche tempo (e.g., U.K., Giappone, Germania). Durante i suoi più di 20 anni in SISSA ha rivestito numerosi ruoli organizzativi, tra cui capo del PhD in Cognitive Neuroscience, Direttore del SISSA’s Ethics Committee, membro del SISSA’s Board of Governors, e membro del Senato Accademico.
Da Novembre 2015 è in ANVUR, di cui è vice-presidente.
Liceo Classico “Ludovico Ariosto”, Ferrara
Filosofia/fisica
Storia complicata. Se mi fossi iscritta dopo la riforma della formazione universitaria (il 3 e 2) avrei potuto costruire il mio percorso più facilmente. Mi sono iscritta prima a lettere classiche, per continuità culturale con gli studi fatti durante il liceo, dove la formazione quantitativa (STEM) non era centrale. Nonostante l’amore per l’antichità, ho sentito la necessità di muovere verso una formazione più scientifica-sperimentale. Quindi senza azzerare quanto fatto sino ad allora, mi sono laureata in filosofia con indirizzo psicologico. Questo indirizzo di studi era l’unico che all’interno della Facoltà di Lettere e Filosofia mi permetteva di virare verso la scienza. Ho fatto la scelta giustissima per me.
Ho incontrato donne e uomini che mi hanno ispirato molto ai tempi della laurea e anche in seguito, durante il dottorato e il postdoc. Certo nell’università ci sono anche dei cialtroni ma forse è una questione statistica.
Fino a un certo punto mi sono guidata da sola. Ho cominciato a ricevere un aiuto sostanziale nel corso del dottorato, grazie a un professore splendido, che mi ha insegnato il lavoro della ricerca e che purtroppo non c’è più.
Quelle che contengono un “non”.
Segui i tuoi sogni.
Abbastanza ma non quanto in realtà avrei voluto o dovuto. Questo dipende dalla mia formazione che in parte è stata agli inizi umanistica. Personalmente penso che tutti i corsi di studi, anche quelli umanistici, dovrebbero permettere agli studenti di sviluppare competenze quantitative.
Li denuncio con decisione in ogni occasione in cui si manifestano.
I giovani hanno ragione a essere arrabbiati ma abbiamo una sola vita e bisogna combattere per quello in cui si crede e desidera fare.
Trovare il modo di realizzare il proprio talento e le proprie aspirazioni possibilmente: si tratta quindi di una realizzazione personale e non di un’affermazione esterna.
Grazie Raffaella!
Leggi anche le altre interviste alle #ragazzeSTEM nella sezione Interviste del nostro blog e tra le pagine del libro “Le ragazze con il pallino per la matematica” di C. Burberi e L. Pronzato, edizioni Libromani, su amazon a questo link.
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