Intervista a Roberta Chiaromonte per Il Mese delle STEM 3 lug 2017

Roberta Chiaromonte

Intervista a Roberta Chiaromonte per Il Mese delle STEM. Eccoci con un altro appuntamento con le interviste per le studentesse “che vogliono contare”. Anche oggi intervistiamo una donna, esempio di leadership femminile, da cui prendere ispirazione: Roberta Chiaromonte.

Roberta Chiaromonte si presenta così:

Sono Roberta Chiaromonte, ho 48 anni. Sono responsabile dell’Assunzione e Gestione Portafoglio Vita del gruppo Aviva in Italia, azienda nella quale lavoro da parecchi anni.

Sono mamma di uno splendido ragazzo di 11 anni, Leonardo, che è un meraviglioso mix tra il padre, il mio compagno brasiliano, e me. In realtà è identico al padre: l’ostetrica quando è nato ha guardato Ale e poi ha detto: “gli mancano solo gli occhiali!”. Ciò nonostante di me, oltre ai colori chiari, ha ereditato la mia naturale propensione e passione per il mondo matematico, il che mi riempie di orgoglio. In prima elementare, mentre la maestra cercava a fatica di spiegare le sottrazioni utilizzando le mele mostrate e nascoste, all’affermazione “a 4 mele non posso sottrarne 5” ha urlato: “non è vero, fa meno una mela!”. E questo è il motivo per cui sono coinvolta in questa iniziativa.

Mi sono laureata in matematica in corso, con altri 11 studenti, su un numero di partenza di circa 250, con tanto di lode e pubblicazione della tesi.

Racconto un episodio buffo: la mia tesi, che trattava i processi stocastici di nascita e morte, ha prodotto un risultato che ha fatto sì che un teorema di due stimati e “stellati” professori della Columbia University diventasse un corollario del mio teorema. Questi signori sono stati inviati alla presentazione del mio risultato in una conferenza organizzata presso l’Università degli Studi di Milano e si sono resi conto di essere stati superati da una “piccola ragazza bionda di 24 anni”.

Intervista a Roberta Chiaromonte

– Quale Liceo hai scelto?

Liceo scientifico

– Quale era la tua materia preferita?

Matematica

– Quale Università hai frequentato e perché?

Mi sono iscritta a Matematica perché per me era la scelta naturale, la più semplice (per me) e la più divertente

– Se potessi tornare indietro nel tempo, chi vorresti conoscere?

Leonardo Da Vinci, un genio assoluto, con il rischio di fare una conservazione in stile “Non ci resta che piangere”. Mi piacerebbe chiedergli cosa avrebbe voluto inventare ancora e sono certa che avrebbe elencato quel 10% di cose che non è riuscito scoprire, solo per motivi di tempo.

– Chi ti ha ispirato e guidato nella tua carriera?

Nessuno in particolare, ma ho cercato di acquisire qualcosa dalle persone che stimavo con le quali ho lavorato sia nel passato che oggi.

– Una frase che non sopporti?

Le frasi inconcludenti in generale, tipo quelle che iniziano con “In teoria..”

– Una frase che ripeti spesso?

“Mettiamo in fila le cose da fare”.

– Quanto hanno contribuito le tue conoscenze logico-matematiche nella tua carriera?

Moltissimo. Come disse il mio prof di Analisi I il primo giorno di lezione all’Università: dopo la laurea nessuno vi chiederà di ripetere o trattare argomenti studiati in queste leziomi, ma vi sceglieranno per la vostra forma mentis. Sono naturalmente portata a razionalizzare i problemi ed a trovare le soluzioni con un approccio logico e questo credo sia prezioso in qualunque attività lavorativa e non. Nel poco tempo libero mi diletto ancora a fare ricerca con un professore di un’università negli Stati Uniti ed ogni tanto aiuto qualche amico a superare esami di università.

– Cosa fare per scoraggiare il fenomeno degli stereotipi di genere?

Osservare ed apprendere l’approccio dei bambini. Mio figlio non ha mai avuto problemi a giocare con bambini di altre razze, orientamenti religiosi o cultursli, ma ha un approccio naturale basato sul feeling d’istinto e sul senso della giustizia. Forse il fatto che sia cresciuto in una famiglia multietnica ha aiutato, visto che il mio compagno è brasiliano ed in Brasile il concetto della razza non esiste.

– Oggi fra i giovani la paura più grande è non riuscire a realizzarsi. Qual è il tuo consiglio?

Iniziare scegliendo una scuola nella quale si possa studiare quello che ci piace ed essere aperti ad esperienze internazionali e multiculturali. Oggi questo è più facile, grazie alla diffusione delle lingue estere ed alla facilità degli spostamenti.

– Cos’è il successo per te?

La possibilità di fare lavoro interessante in un ambiente motivante e di essere riconosciuta come autorevole nel mio ruolo. Per questo è fondamentale anche un equilibrio lavoro/vita privata che aiuta a dare il meglio in entrambi gli ambiti.

Grazie Roberta!

Ti è piaciuta l’intervista a Roberta Chiarononte? Leggi anche le altre nella sezione Interviste del nostro blog e nel libro “Le ragazze con il pallino per la matematica” di C. Burberi e L. Pronzato, edizioni Libromania – disponibile sui digital store.

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