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Questa intervista è contenuta nel libro “Le ragazze con il pallino per la matematica“.
Valentina Montanari si presenta cosi:
E’ Clevel Manager e membro indipendente del consiglio di società quotate. Valentina Montanari è stata la CFO del Gruppo Sole 24 ore da ottobre 2013 a dicembre 2016. E’ stata la responsabile della compilazione dei documenti contabili e membro del consiglio di amministrazione delle società del Gruppo. Prima di far parte del Gruppo Sole 24 ore ha fatto parte del Gruppo Gefran (leader italiano di società quotate in business automation e sensori) come CFO dal luglio 2012 a settembre 2013. Precedentemente ha trascorso 9 anni in RCS Group (il più grande editore multimediale italiano) come Direttore Finanziario.
Ha iniziato la sua carriera in A2A (già AEM) dove è stata direttore finanziario dal 1997 fino al 2001. Nel 1996 ha gestito il processo di privatizzazione e nel 1998 ha gestito la A2A IPO. Dal 2013 è membro indipendente del consiglio Mediolanum Gestione Fondi, da ottobre 2015 di Oxfam Italia, e da aprile 2016 lei è un membro indipendente del consiglio di Cerved Information Solutions.
Si è laureata in Economia presso l’Università di Pavia e ha conseguito il Master in Università Bocconi. E’ commercialista e revisore dei conti.
Intervista a Valentina Montanari per il Mese delle STEM
Liceo classico Manzoni di Milano. L’ho scelto perché mi piacevano la letteratura, l’italiano, le materie di studio. In seguito ho scoperto che mi piacevano il greco, il latino e la matematica.
Greco, latino, matematica. Mi piaceva anche fisica perché materie classiche e materie scientifiche sono strettamente correlate. Infatti per risolvere un problema matematico o tradurre una versione di greco bisogna usare schemi logici. La logica guida il percorso di apprendimento di entrambe.
Ho frequentato economia e commercio perché ero indecisa tra ingegneria e lettere classiche. Non ero convinta di nessuna delle due e mi sono posizionata in una scelta intermedia.
Ho scelto economia e commercio perché aveva un mix di materie quantitative come materie scientifiche. Inoltre mi piacevano sia le materie di studio (materie filosofiche) sia economia, storia (materie di pensiero nelle discipline sociali). Scegliendo questa facoltà ho preso un indirizzo economico quantitativo, quindi mi sono laureata in un percorso estremamente matematico. Ho fatto 3 esami di statistica, 3 di econometria e 2 di teoria dei giochi.
All’università si studia la statistica classica, basata sulla probabilità oggettiva. Per la mia tesi ho optato per una scelta di frontiera. Ho affrontato la statistica bayesiana basata invece sulla probabilità soggettiva, quindi sulla verosimiglianza. Il titolo era ”Il concetto di media nella teoria delle decisioni”. Voleva dimostrare la possibilità di ragionare sul concetto di media fin a quel momento rappresentato su distribuzioni finite. La mia tesi lo dimostrava anche su distribuzioni infinite.
Attraverso questa tesi ho superato il teorema di Nagumo. Mi sono laureata con 110 e lode e la mia tesi è pubblicata alla Duke University, facoltà prestigiosa per quanto riguarda lo studio delle materie scientifiche, in particolare della statistica.
Mi avrebbe fatto piacere fare un percorso di mentoring con Marisa Bellisario, che rappresentava il role-mode delle donne manager. Oggi i giovani hanno molte più possibilità di fare questo tipo di percorsi. Infatti, io stessa faccio da mentor a giovani universitari prossimi alla laurea. Credo molto nella logica della restituzione. Il concetto del ”give-back” penso sia importante, soprattutto in questo periodo dove il mercato di accesso al lavoro per i giovani è piuttosto difficile.
Molte volte la gente non mi capisce, oppure mi guarda con occhi straniti! In realtà è un modo per sinterizzare, perché la matematica è una grande scienza di sintesi. Infatti risolvere un problema significa arrivare ad una sintesi.
Risolvere un problema matematico significa arrivare ad una sintesi. Nei procedimenti decisionali di un percorso lavorativo si deve sempre partire da tante informazioni per arrivare ad una sintesi/decisione/conclusione.
Un esempio pratico avviene quando si tratta di fare un’operazione di quotazione in borsa, o un’operazione di grande acquisizione, o ancora un’operazione di finanza… A partire dal contesto, che può essere normativo, piuttosto che ”a seconda di come mi muovo”, ho sempre tante informazioni, un sistema di regole da cui derivare una sintesi, una decisione… arrivare ad unum!
Il modo di procedere è molto simile a quello che avviene in un processo matematico come la dimostrazione di un teorema, piuttosto che la risoluzione di un’equazione. Un problema molte volte è un vestito logico che serve in procedimenti che un manager si trova ad affrontare nel mio ruolo quotidianamente.
Devo fare un’analisi economica quantitativa? L’essere veloci con i numeri, non tanto con il calcolo quanto con gli strumenti che ti danno i numeri, quindi la logica, il procedimento di analisi e poi di sintesi è vita quotidiana.
Bisogna valorizzare il merito. Non guardare se il bravo è uomo-donna e capire le esigenze di ognuno così come le differenze. Ma le differenze sono nelle persone non nel gender!
Non bisogna farsi prendere dall’ansia di entrare subito nel mercato del lavoro, perché ad oggi l’università è cambiata rispetto ai miei tempi. È più aperta all’esperienziale, quindi stage, frequentazioni di aziende… Noi eravamo nella fase meramente teorica all’università, per poi ritrovarsi dopo ad affrontare il mondo del lavoro.
Questo mix va bene purché non diventi l’ansia di trovare una collocazione a scapito dello studio.
Il momento dell’università è il momento dello studio che non torna, è un periodo unico, particolare e quindi bisogna goderselo a pieno per prenderne al massimo i frutti. Il mercato del lavoro c’è e rimane lì, ma ognuno ha davanti una vita, mentre lo studio è un momento unico.
Il successo per me è fare delle cose utili per il micro-cosmo in cui si è, quindi un azienda, una società in senso più ampio e rappresentare un role-model.
Essere di successo vuol dire essere guardati, osservati e quindi significa poter imprimere un’immagine che si trasformi in una presenza. Essere riconosciuti in senso di professionalità, di merito, di credibilità, di capacità di coagulare un pensiero, quindi avere un assertività complessiva.
Grazie Valentina!
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