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Oggi ti proponiamo l’intervista a Mirta Michilli per il Mese delle STEM. In questo periodo intervistiamo donne con un diverso rapporto con le materie STEM a scuola, nel lavoro e nel quotidiano. “Le studentesse vogliono contare” è la rubrica speciale in cui proponiamo una serie di interviste per offrire alle studentesse esempi di leadership al femminile.
Questa intervista è contenuta nel libro “Le ragazze con il pallino per la matematica“.
Mirta Michilli si presenta così:
Quale Liceo hai scelto?
Il liceo scientifico.
Quale era la tua materia preferita al Liceo?
Ovviamente la matematica!
Quale Università hai frequentato e perché?
Scienze dell’informazione all’Università di Pisa. Era il percorso più naturale. La matematica da gioco si è trasformata in passione e poi in lavoro. Dopo gli studi, ho sempre lavorato tra le nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione.
Se potessi tornare indietro nel tempo, chi vorresti conoscere?
Preferirei sempre andare avanti nel tempo, non “indietro”! Preferisco chiedermi chi mi piacerebbe incontrare. E la lista è troppo lunga…
Chi ti ha ispirato e guidato nella tua carriera?
Tante persone, molto diverse tra loro, hanno giocato un ruolo fondamentale. Mi viene in mente il gioco dei puntini della settimana enigmistica. Mano a mano che colleghi i punti tra loro prende forma la figura finale.
Una frase che non sopporti?
“Non si può fare”. E faccio fatica a lavorare con le persone che vedono solo ostacoli.
Una frase che ripeti spesso?
Devo riuscirci. Lo possiamo fare.
Quanto hanno contribuito le tue conoscenze logico – matematiche nella tua carriera?
Molto. Sia per le conoscenze in se stesse sia per le competenze collegate. Ma anche per la formazione del carattere e per le strategie di lavoro. Si tende a sottovalutare l’aspetto formativo della matematica: è una disciplina che richiede rigore, concentrazione, metodo, attenzione ai passaggi. Ma poi che gratificazione vedere i risultati! Soprattuttoquandosiguida unteamoun‘intera organizzazione. La matematicaèunveroeproprioallenamentoallesfide.
Cosa fare per scoraggiare il fenomeno degli stereotipi di genere?
Proporre figure positive. Le ragazze hanno bisogno di incontrarsi e confrontarsi con persone reali, anche giovani e giovanissime donne, più vicine come età. E servono più occasioni, laboratori, workshop, hackathon, per dare la possibilità alla ragazze di acquisire sicurezza nelle proprie capacità e competenze. Per scegliere con libertà il proprio futuro.
Oggi fra i giovani la paura più grande è non riuscire a realizzarsi. Qual è il tuo consiglio?
Partire dai sogni e dalle passioni. Il mercato del lavoro è cambiato. Le professioni basate sulla routine sono in via di estinzione. Mentre sono in forte crescita i lavori che richiedono creatività. Il punto di partenza può essere proprio una passione personale, la musica, l’informatica, lo sport, la moda… E poi la capacità di trasformare un’idea in un progetto. Non bisogna avere paura di mettersi in gioco: il lavoro può essere anche inventato. Ho conosciuto ragazzi giovanissimi che hanno creato start up innovative e nel giro di qualche anno sono perfino riusciti ad assumere altri giovani.
Cose’è il successo per te?
La libertà di realizzare quello che si desidera.
Grazie Mirta!
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