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Il Mese delle STEM continua con un nuovo appuntamento di “Le studentesse vogliono contare”, la rubrica speciale in cui proponiamo una serie di interviste per offrire alle studentesse esempi di leadership al femminile e del variegato rapporto con le materie STEM a scuola, nel lavoro e nel quotidiano.
Questa intervista è contenuta nel libro “Le ragazze con il pallino per la matematica“.
Oggi abbiamo il piacere di intervistare una grande amica di Redooc, Immacolata Garzilli:
Immacolata Garzilli è laureata in Matematica, si occupa di ricerca nel campo della Biologia.
Quale Liceo hai scelto?
Ho frequentato il Liceo Scientifico Elio Vittorini a Napoli.
Quale era la tua materia preferita al Liceo?
Già Matematica sin dalle medie, ma mi piacevano molto letteratura e le materie artistiche anche se allo scientifico si fanno poco.
Quale Università hai frequentato e perché?
Ho scelto di fare Matematica perché il mondo “astratto” di questa materia mi affascinava nonostante non riuscissi a capire come tanta complessità potesse essere utilizzata nella vita quotidiana.
Se potessi tornare indietro nel tempo, chi vorresti conoscere?
In realtà molte persone, ma ultimamente penso a Gaudì o Einstein, vorrei sapere “come” pensa un “visionario”.
Chi ti ha ispirato e guidato nella tua carriera?
Sicuramente la mia famiglia ed i miei insegnanti che mi hanno dato fiducia oltre ad insegnarmi che impegno e volontà ricambiano con grandi soddisfazioni, a volte diluite un po’ nel tempo.
Una frase che non sopporti?
“Ma chi te lo fa fare?”
Una frase che ripeti spesso?
Più che ripetere la leggo da un post-it che pescai qualche anno fa ad una festa di Natale e che attacco al monitor del computer ogni volta che cambio ufficio. E’ di Marie Curie ma ci ho messo un po’ per capirla:
“Sii meno curiosa della gente e più curiosa delle idee: nella vita non c’è nulla da temere, solo da capire”.
Quanto hanno contribuito le tue conoscenze logico – matematiche nella tua carriera?
Direi moltissimo dato che uso la matematica ogni giorno.
Cosa fare per scoraggiare il fenomeno degli stereotipi di genere?
Favorire l’autostima delle ragazze perché, spesso, i risultati si fanno attendere e, senza il valido sostegno della fiducia in se stessi, ci si ferma alle prime difficoltà (che hanno tutti). Del resto lo studio delle materie scientifiche presenta all’inizio le stesse difficoltà di una maratona o di una lezione di danza ma, se lo si vuole, si può fare!
Oggi fra i giovani la paura più grande è non riuscire a realizzarsi. Qual è il tuo consiglio?
Di scegliere di fare qualcosa anche solo perché la si trova bella: più si è appassionati a qualcosa, più la si studia e, più la si studia, più la si ama, si investe sulle proprie capacità ed il tempo dello studio diventa tempo dedicato a se stessi. Se affrontato con passione, nessuno studio è inutile e, anche quando non si riesce a realizzare il piano iniziale, lo studio porta sempre un passetto più in là che, con un po’ di creatività, serve per realizzare qualcos’altro.
Cos’è il successo per te?
Posso pensare al successo come al motore che ti spinge a fare e dare il meglio, da non confondere con quello che invece appare agli altri. In linea con quanto detto prima, mi viene in mente la definizione di Churchill: “il successo è l’abilità di passare da un fallimento all’altro senza perdere l’entusiasmo”.
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