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C’era un volta una povera vedova che viveva con suo figlio, Giacomino.
La loro vecchia mucca aveva smesso di fare latte e così la mamma mandò Giacomino al mercato per venderla.
Strada facendo, Giacomino incontrò un vecchio venditore ambulante, che indossava un gilet di pelle d’orso e un grande cappello floscio. Il venditore propose a Giacomino di comprare la mucca in cambio di cinque fagioli magici.
Giacomino accettò, ma quando tornò a casa sua madre si arrabbiò moltissimo e gettò i fagioli fuori dalla finestra, mandando il povero Giacomino a letto a stomaco vuoto.
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L’indomani, quando Giacomino si svegliò e guardò fuori dalla finestra, con grande sorpresa vide un enorme albero di fagioli che cresceva nel giardino. Si arrampicò tra le grandi foglie verdi finché raggiunse in cielo un castello.
Un gigante abitava nel castello con sua moglie. Giacomino entrò furtivamente in cucina e timidamente chiese qualcosa da mangiare alla moglie del gigante. Improvvisamente il gigante apparve, annusando l’aria, e Giacomino si nascose dietro ad una teiera gigante.
“Ucci, ucci, sento odor di cristianucci. Che sia grande oppur piccino, io mi faccio un bel panino!” Ma sua moglie disse che lì non c’era nessuno.
Il gigante mangiò il suo gigante piatto di spaghetti e cominciò a contare le sue monete d’oro.
Poi, quando s’addormentò, Giacomino s’infilò nella stanza, afferrò uno dei sacchetti di monete d’oro e in tutta fretta scese dall’albero magico. Giacomino diede le monetine a sua madre sorridente e finalmente avevano i soldi per comprare del cibo. Ma quando i soldi finirono, Giacomino decise di arrampicarsi sull’albero magico ancora una volta. Andò dritto verso la cucina e chiese una scodella di minestra alla moglie del gigante. Improvvisamente il gigante apparve, annusando l’aria di nuovo, e Giacomino si nascose dietro un cavolo gigante.
“Ucci, ucci, sento odor di cristianucci. Che sia grande oppur piccino, io mi faccio un bel panino!” Ma sua moglie disse che lì non c’era nessuno.
Il gigante mangiò la sua pizza gigante e poi prese la sua gallina. Le ordinò di deporre e miracolosamente lei depose un uovo d’oro.
Giacomino non riusciva a credere ai suoi occhi così appena il gigante s’addormentò, prese la gallina e in tutta fretta scese dall’albero magico. La madre di Giacomino era davvero molto felice della sua nuova gallina.
Qualche giorno dopo, Giacomino s’arrampicò sull’albero magico ancora una volta ed entrò nella cucina per salutare la moglie del gigante. Mentre stava mangiando un po’ di pane con latte, il gigante tornò a casa e Giacomino si nascose sotto un grande strofinaccio.
“Ucci, ucci, sento odor di cristianucci. Che sia grande oppur piccino, io mi faccio un bel panino!” Ma sua moglie disse che lì non c’era nessuno.
Nell’angolo della stanza del gigante, c’era un’arpa magica che suonava della musica bellissima mentre il gigante mangiava il suo hamburger gigante. Quando s’addormentò, Giacomino prese l’arpa ma l’arpa gridò: “Il ragazzo mi sta rubando!” Giacomino scappò a gambe levate, inseguito dal gigante.
In tutta fretta scese dall’albero magico, prese in mano la sua ascia e con tutta la sua forza abbatté l’albero magico.
Giacomino e sua madre non videro mai più il gigante e vissero felici e contenti.
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