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Esame di Stato o Esame di Maturità? Vivilo alla grande con i consigli del coach! Ecco lo spirito giusto con cui affrontare l’esame.
Esame di Stato o Esame di Maturità?
Ce ne parla la dott.ssa Veronica Leardini, personal coach, responsabile di Diplomati e Scuola Amica, centri di potenziamento scolastico dedicati al supporto didattico e motivazionale degli studenti. Tiene corsi rivolti ai ragazzi e ai genitori sulle tecniche di memoria e lettura rapida, lo sviluppo personale attraverso la PNL (programmazione neuro-linguistica) sperimentando un nuovo modo di fare didattica attraverso il coaching.
A me piace chiamarlo nel secondo modo, Esame di Maturità, perché, anche se ufficialmente chiude un impegnativo percorso di studi, “ufficiosamente”, potremo dire, prefigura l’aprirsi di un nuovo mondo, lo spalancarsi delle porte universitarie o degli uffici di selezione del personale ai quali porteremo il nostro curriculum, fatto più che altro di speranze, sogni, aspettative, perché l’elenco di esperienze lavorative vere e proprie sarà breve, brevissimo. Anzi, forse non avremmo mai messo il naso fuori da quei fiumi di pagine che abbiamo letto sui banchi di scuola.
E allora?
Allora porteremo là davanti noi stessi, la nostra “maturità”, appunto, come siamo diventati studiando, più che quello che sappiamo effettivamente. Perché poi, arrivati a quel punto fatidico, saremo misurati sul modo in cui studieremo ancora, o lavoreremo.
Si tratta di riflettere sulla nostra direzione
Significa anche iniziare a chiedersi il “perché” vero, profondo, di quella scelta che abbiamo fatto a 14 anni, o magari riscrivere la nostra storia personale con un finale diverso, a sorpresa. Non è detto che chi ha frequentato una scuola tecnica non possa dedicarsi a studi diversi, magari anche letterari. Anche se abbiamo tracciato una parte di strada del nostro futuro professionale, può non esserci ancora una meta obbligatoria verso la quale dirigere il nostro viaggio. Abbiamo ancora la possibilità di scegliere, non soltanto che cosa studiare, ma soprattutto chi vogliamo diventare.
A questo punto il focus cambia, letteralmente:
Se ad esempio, aspiro a fare il medico, sicuramente dovrò dedicarmi con particolare attenzione alla biologia e alla chimica, anche in vista del test di ammissione che mi aspetterà, se voglio insegnare ,dovrei più riflettere forse sui valori e le competenze che i miei futuri alunni potrebbero acquisire grazie a me. Potrei scegliere di insegnare la matematica in modo diverso, o il latino ecc…
Non esiste un obbligo particolare che la società, lo Stato ci impongano, anche perché l’unico che avevamo (quello scolastico) è stato assolto ormai da tanto. Nonparlereiperciò di un dovere esterno, ma di uno interno, più profondo: quello di ascoltarci dentro per sentire il soffio di un amore, di una passione alla quale decideremo di dedicarci, con tutto il cuore, perché solo innamorandoci di un sogno riusciremo a dare il massimo, a esprimere al meglio le nostre potenzialità.
La commissione alla quale noi, durante l’esame di Stato esporremo ciò che sappiamo, le tre prove cruciali che affronteremo giorno dopo giorno, possono gettarci nel panico più totale o possiamo decidere di viverle come una sfida entusiasmante, per realizzare noi stessi.
Tutto dipende dalla prospettiva con la quale noi li guardiamo:
In questo caso, sarà bello, stimolante, perché frutto di una scelta più consapevole rispetto ai nostri 14 anni dove saremo noi a impostare il navigatore della nostra macchina, the life map per vivere la vita che vogliamo.
Se riusciamo a entrare nell’ottica che la meta di questo anno di studi siamo noi stessi, che gli insegnanti non sono dei giudici severi, ma arbitri della nostra partita piùimportante e che corrono in campo, esattamente come noi, perché facciamo il nostroindimenticabile goal, la tensione si tramuterà in carica adrenalinica, come quelle volte in cui il cuore ci batte forte non dalla paura, ma dall’emozione di un incontro aspettato e desiderato da tanto.
Mi auguro che sia questo lo spirito con cui, ora, dopo averci letto su questo blog, studierete, imparerete, ma, soprattutto, crescerete, acquisendo gli ingredienti che la ricetta “scuola” vi avrà fatto assaggiare giorno dopo giorno, anno dopo anno e che, avete afferrato, magari inconsapevolmente, senza accorgervi che sono quelli che serviranno da basi per costruire una professionalità solida, in qualunque campo deciderete di esercitarla:
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