Maturità 2019: consigli per tutti gli studenti 31 mag 2019

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Maturità 2019: consigli per le ultime settimane di studio

Prof.ssa Daniela Molinari – amolamatematica 

Una vignetta che circola sui social mostra uno studente sulla cima di un monte, invocante l’aiuto di un’entità superiore per avere la sufficienza in matematica. Illuminante la risposta che compare dall’alto: “Studia!”

È evidente che anche per fare un buon esame di maturità l’ingrediente fondamentale è lo studio. Ma come andrebbe gestito questo studio?

Innanzi tutto è necessario distinguere almeno tre livelli tra coloro che si accingono ad affrontare l’esame di Maturità 2019.

Cominciamo dai “bravi”, ovvero coloro che hanno studiato tutto l’anno con continuità (sono una piccolissima percentuale, ma ci sono). Per questi il problema principale potrebbe essere dato dall’emotività: hanno investito parecchio nella buona riuscita dell’esame, hanno paura che il lavoro di cinque anni possa sfumare con la prova finale. Potrebbero essere loro i peggiori nemici di se stessi. L’esame di maturità è la fine di un percorso, ma non cambia il passato: è una delle tante prove che affronteranno nel corso della vita, probabilmente la prima vera prova ed è per questo che si continua a sognarla negli incubi peggiori (sì, anche se si diventa insegnanti). Non è la prova più difficile. E soprattutto, essendo solo una prova, non determina ciò che siamo. Non basta una buona prova (o una pessima prova) per dire chi siamo: stabiliamo chi siamo con la quotidianità, con le scelte di ogni giorno.

Nella stessa percentuale dei bravi ci sono i… “cattivi”? (siamo abituati ad etichettare tutto, ma niente è mai completamente bianco o nero, nessuno è mai completamente bravo o cattivo…). Questa categoria è più eterogenea di quanto si possa pensare.
Ci sono quelli che hanno combattuto cinque anni contro le proprie fragilità e affrontano l’ennesima prova con le ginocchia che tremano e il cuore in una morsa per il timore dell’ennesimo fallimento. Spesso hanno sbagliato percorso di studio, ma per una sorta di testardaggine o per incoscienza, hanno deciso di continuare, affrontando ogni ostacolo con tenacia.
Forse hanno già costruito schemi, riassunti, tavole di riepilogo. Per loro non c’è bisogno di consigli: hanno già capito tutto. Se le cose andranno male, sanno che si tratta solo di attendere un altro anno, ma il loro momento arriverà; se le cose andranno bene, troveranno una nuova montagna da scalare.
Ci sono poi quelli che sono arrivati in quinta per fortuna, perché hanno imparato a recuperare all’ultimo momento. Sanno gestire la tensione, non hanno nulla da perdere, ma l’esame rimette tutto in gioco: hanno bisogno di trovare un po’ di forza di volontà, spesso travestita da compagno di classe che può fornire qualche dritta. Sì, perché in genere sono molto intelligenti e intuitivi, hanno solo scelto la strada più comoda, perché in qualche modo se lo potevano permettere. Per questi era più facile l’esame orale degli scorsi anni, con un percorso studiato nei giorni precedenti, la tesina: con questa potevano, con un po’ di furbizia, indirizzare la commissione. Cosa avverrà quest’anno con l’analisi di un documento estratto a sorte? Unica via di scampo, spendere gli ultimi giorni per preparare schemi e riassunti…

C’è infine la maggioranza degli studenti: non sono un’unica sfumatura di grigio, bensì una varietà di colori. Quelli che hanno studiato, ma non abbastanza, quelli che hanno faticato e guadagnato ogni giorno la propria sufficienza, quelli che nel corso di cinque anni hanno visto tutto, hanno esultato e sofferto. Abbandonate le piccole percentuali dell’eccellenza, ognuno di noi può riconoscersi in questa “massa”. A loro in genere si rivolgono i famosi consigli degli esperti, su come gestire il caldo (che pare non essere un problema di questi tempi), il sonno, i tempi di studio. Per loro, i consigli cominciano con il rispetto dei propri tempi, a partire dai cinquanta minuti di concentrazione, dieci di pausa e così via.

In realtà, ognuno dei ragazzi che affronta la maturità dovrebbe aver imparato, in questi cinque anni, a conoscere e costruire il proprio stile: meglio le ore del mattino o la notte? Meglio tante pause brevi o una bella camminata di un paio d’ore per liberare la testa?

Conoscere se stessi e il proprio stile di apprendimento è fondamentale per prepararsi bene all’esame.

Per chi sente di non aver fatto abbastanza, valgono le regole che dovremmo applicare per la prova costume: non è il digiuno di una settimana che ci permetterà di ostentare una forma fisica perfetta in spiaggia.
Ad una settimana dalle vacanze, possiamo solo scegliere di bere molto, cibarci come avremmo dovuto fare per il resto dell’anno e convincerci che la vera bellezza è altrove. A meno di un mese dall’esame, possiamo smettere di nutrirci di sensi di colpa, di lagnarci con il “se però avessi fatto…”, affrontare con serenità la prova, dando il meglio di noi. Schemi e riassunti possono aiutare, ma soprattutto potrebbe aiutare lo studio di gruppo, magari con chi ha le idee più chiare.

Consigli per la preparazione alla prova di matematica della Maturità 2019 
Vale quanto detto sopra, ma amplificato.
La prova del 20 giugno è una maratona e la preparazione per la maratona richiede almeno un anno. Negli ultimi giorni, conviene esercitarsi con le simulazioni e con le prove d’esame degli anni scorsi, completando i propri schemi e prestando particolare attenzione proprio a quelle cose che ci mettono più in difficoltà.

Per ripassare, scopri le prove e le simulazioni di matematica e di fisica di Maturità 2019 su redooc.com