Qual è la differenza tra esclamazioni proprie, improprie e locuzioni esclamative? Scoprila in questa lezione e impara a usarle per esprimere stupore, gioia, dolore, disappunto, paura…
Appunti
L’esclamazione, detta anche interiezione, è una parte del discorso invariabile che ti permette di esprimere determinate emozioni.
Se provi a isolarla dal resto della frase, ti accorgerai che ha un significato autonomo e compiuto. La userai soprattutto nel parlato e potrai darle sfumature di significato diverse a seconda del tono di voce e del contesto.
In base alla forma, le esclamazioni si distinguono in proprie, improprie e locuzioni esclamative: impara a riconoscerle in questa lezione.
Contenuti di questa lezione su: Esclamazioni proprie, improprie e locuzioni
Come vedi, molte si scrivono con la H, ma attento a non fare confusione con le voci del verbo avere io ho, tu hai ed egli ha, che la H la vogliono all’inizio.
Alcune di queste esclamazioni possono essere usate con significati diversi a seconda del contesto. Per esempio, in una frase come Ah, che tristezza! l’esclamazione propria ah esprime dolore, mentre se dici Ah, sei tu! la stessa esclamazione indica il tuo stupore.
Le esclamazioni improprie
Si parla di esclamazioni improprie quando altre parti del discorso (nomi, aggettivi, verbi, avverbi) sono usate con valore esclamativo.
Le locuzioni esclamative sono formate da gruppi di parole o da vere e proprie frasi che nel loro insieme hanno funzione esclamativa.
Esempi: al fuoco, al ladro, povero me, neanche per sogno, per amor del cielo…
Le onomatopee
Le onomatopee sono espressioni che riproducono suoni, rumori, versi come bang, din don, miao, splash, tic tac…
Sono simili alle esclamazioni perché contribuiscono a dare espressività al discorso e non hanno alcuna funzione sintattica all’interno della frase.
Ti capiterà di incontrarle spesso nei fumetti, ma possono anche dare origine a verbi e nomi di uso comune come miagolare (da miao) e ticchettio (da tic tac).